Solidarietà. “Compagnia Instabile”: appassionati di teatro ma anche attenti alle necessità di chi soffre

Quando la passione si unisce alla solidarietà! È la bella storia della “Compagnia Instabile”, una compagnia teatrale, ma soprattutto un gruppo di amici capace di coniugare il piacere di recitare con l’opportunità di fare del bene. Nata a Roma molti anni fa grazie all’intuizione di suor Nazaria (Rita de Filippi all’anagrafe) della congregazione delle suore di Regina Pacis e alla sua spregiudicata fiducia verso un gruppo di giovani appassionati di teatro, la Compagnia Instabile fa il suo debutto sulle scene nel 1987

Quando la passione si unisce alla solidarietà! È la bella storia della “Compagnia Instabile”, una compagnia teatrale, ma soprattutto un gruppo di amici capace di coniugare il piacere di recitare con l’opportunità di fare del bene. Nata a Roma molti anni fa grazie all’intuizione di suor Nazaria (Rita de Filippi all’anagrafe) della congregazione delle suore di Regina Pacis e alla sua spregiudicata fiducia verso un gruppo di giovani appassionati di teatro, la Compagnia Instabile fa il suo debutto sulle scene nel 1987. Timidi e impacciati, i membri della compagnia calcavano per la prima volta le tavole di un palcoscenico portando in scena “Il Natale non c’è più”, un racconto di Maura Cosenza, cuore e motore del progetto. Una scommessa vinta, allora come oggi, che ha permesso alla compagnia di crescere e di cimentarsi sempre in cose nuove, affrontando testi e presentando autori più o meno noti. Una passione che la compagnia ha coltivato con costanza e fedeltà e che, nel corso degli anni, le ha permesso di far conoscere, amare e raccontare, al proprio pubblico, le luci e le ombre del sentimento umano nei fatti belli e brutti della vita attraverso la metafora del teatro.

Un sano passatempo trasformatosi nel corso degli anni in un vero e proprio impegno, consolidatosi in seguito alla partenza di suor Nazaria – il cui entusiasmo può ricordare solo chi ha avuto la grazia di vivere e sperimentare stando al suo fianco – inviata in Brasile per collaborare alla missione al fianco degli ultimi, in particolare dei bambini dei sobborghi di San Paolo. Sostenere, anche se lontani, il suo lavoro ad Hortolandia, era quindi l’unico modo per poterle esprimere il grazie più sincero. Ed è probabilmente qui che la compagnia coglie la favorevole occasione per unire il piacere di recitare alla possibilità di portare aiuto e sollievo lì dove serve. Offrire il proprio piccolo contributo a quel meraviglioso progetto di vita puntando proprio sulla specificità, il fascino e la bellezza del teatro. E da quel momento, la religiosa, per sostenere la sua opera per i poveri dall’altra parte del mondo, potrà contare non solo sui suoi vecchi parrocchiani ma anche sulla collaborazione della piccola e solida comunità teatrale.

Da allora sono passati molti anni e suor Nazaria ormai da tempo non c’è più, ma il germoglio piantato dalla religiosa è cresciuto diventando un albero alto, forte e ricco di frutti. Ogni volta che la compagnia decide di salire sul palco per dar vita ad una rappresentazione, è come se il sogno di Suor Nazaria continuasse a vivere e a suscitare emozioni. “È come se lei – dice Maura Cosenza – stesse lì ad aspettarci e ad incoraggiarci con la sua esclamazione più bella: ‘Amori’. In molti, nel corso degli anni, si sono avvicendati sul palco, partecipando ad una o più rappresentazioni, persone che hanno condiviso con noi l’allestimento e la realizzazione di diversi spettacoli e che andando via non hanno mai smesso di starci vicino e di proteggerci”. Da qualche anno poi si registra un’ondata di nuovi appassionati, tutti uniti dal medesimo sentimento di partecipazione. Si tratta di papà e mamme, giovani e adulti, inizialmente sostenitori ora parte viva di quella che forse può definirsi una “comunità teatrale”. Si deve a loro (e al contributo dello scenografo Sergio Tavagna) la realizzazione di tutto il materiale di scena. Dagli abiti alle scenografie e fino al palcoscenico sul quale gli attori si esibiscono con professionalità ed entusiasmo. Ma non è tutto. C’è qualcosa di più che dà sapore e sale a ogni spettacolo, un fine che guida e caratterizza, e da diversi anni, l’impegno teatrale della compagnia. “Ci piace immaginare – aggiunge Cosenza – che il nostro lavoro sarà un ‘buon lavoro’ solo quando riuscirà a realizzare il nostro sogno: aiutare gli altri. Per questo, da qualche anno, abbiamo aderito anche al progetto ‘Teatro del Sorriso a Vallo della Lucania’, un’idea originale che abbiamo sposato e fatto nostra con grande entusiasmo”.

“La Vacanza del Sorriso, questo il nome dell’iniziativa, è realizzata da un’associazione di volontari che da anni si adopera per ospitare a Vallo della Lucania, nel Cilento, durante l’estate, le famiglie con bimbi colpiti da problemi emato-oncologici. Ad essi viene offerto un soggiorno, completamente gratuito, interamente basato sulla generosità di un’intera a comunità che con gioia e spirito di servizio si mette a disposizione di queste famiglie e permettendo loro di passare qualche giorno di vacanza in pace, aiutandole in tutto ciò di cui esse necessitano. Da una camera d’albergo a un tavolo presso un ristorante; dalle cure psicologiche ai genitori alle innumerevoli iniziative per intrattenere i loro piccoli. E gli unici soldi necessari alla realizzazione di questo piccolo grande miracolo provengono proprio dal teatro. L’intero incasso della rassegna teatrale che una volta l’anno si svolge a Vallo della Lucania, cui partecipano diverse compagnie, di fatto permette a tante famiglie con gravi problemi di passar qualche giorno in serenità, sostenuti gratuitamente in ogni spesa compresa anche quella del viaggio verso il Cilento. Info: www.lavacanzadelsorriso.it; www.rassegnateatrodelsorriso.it.

Ed è qui, in questo fine nobile, che risiede, intatta, la passione dei membri della compagnia, immutata nel corso degli anni. Un impegno verso gli ultimi e i bisognosi che spinge ogni anno i suoi membri a salire sul palcoscenico, a indossare una nuova maschera provando ad di essere il più possibile sinceri. “Ecco allora che riuscire a strappare un applauso e un grazie sincero da chi viene a vederci a teatro rappresenta un motivo in più da cui trarre entusiasmo e forza di andare avanti e guadare al futuro con speranza”, conclude Maura Cosenza, la “registona” come amabilmente la chiamano i suoi attori.

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