Pro Draghi bis

In genere, si può dire che hanno vinto i candidati meno estremi e che, ancora una volta, nel Belpaese si vince al centro. O meglio, ha vinto ancora, in questo particolare momento, la linea dettata da Draghi

(Foto: Presidenza del Consiglio dei ministri)

Draghi bis, 15 giorni dopo. Può risultare una forzatura, ma anche il voto di domenica e lunedì scorsi ai ballottaggi per eleggere diversi sindaci in Italia, dopo quello di due settimane fa, è un segnale forte in favore del presidente del Consiglio.

È inutile nasconderselo: la battaglia sul Green pass, sui vaccini e sulla ripresa conseguente ha segnato non poco gli ultimi tempi, con le manifestazioni di piazza che ancora proseguono. L’ex presidente della Bce non ha ceduto alle pressioni dei partiti, in particolare del centrodestra, e ha mantenuto la barra dritta sulla campagna vaccinale e sui provvedimenti da assumere per accedere ai fondi del Pnrr. Ha in mente il bene del Paese, quello superiore di tutti e non quello di alcuni, e su quello punta deciso, lasciando ai leader dei vari schieramenti il battibecco quotidiano sulle piazze e su chi le cavalca.

Gli elettori chiamati al voto, anche se con un astensionismo da record, hanno dimostrato di gradire la strada intrapresa dall’Italia che pare condurre fuori dalla palude nella quale la pandemia ha costretto tanti settori economici. La linea incarnata dal Pd a guida Enrico Letta ha consentito un successo ai candidati di centrosinistra con margini alla vigilia forse impensabili. Nel fronte opposto solo i sindaci di area berlusconiana hanno portato a casa risultati positivi, come è successo a Trieste, dove comunque i margini sono stati risicati.

In genere, si può dire che hanno vinto i candidati meno estremi e che, ancora una volta, nel Belpaese si vince al centro. O meglio, ha vinto ancora, in questo particolare momento, la linea dettata da Draghi. Non ha per nulla pagato aver cavalcato la protesta, come sta facendo da mesi il leader della Lega Matteo Salvini che, nonostante l’appoggio al governo, incassa una sonora sconfitta sulla quale avrà più di un motivo per riflettere. Salvini non ha compreso il desiderio di normalità presente nel Paese e la voglia di riscatto che si respira nelle piccole città, nei borghi, ma anche nella capitale dove i più non scendono per le strade a manifestare.

Un conto, verrebbe da pensare, sono i titoli spesso urlati dei Tg e dei grandi quotidiani, un altro è ciò che immagina la gente che ogni mattina si accinge a rimettersi in moto. Draghi pare essere interprete di questo comune sentire che si ritrova anche in chi ora è chiamato a condurre le città fuori dalla crisi.

(*) direttore del “Corriere Cesenate” 

Altri articoli in Italia

Italia