Con voi dal 13 giugno 1896. 125 anni e non sentirli

125 anni fa usciva il primo numero del Popolo. Era il 13 giugno 1896. Non lo abbiamo dimenticato. Gli anniversari sono fatti per essere celebrati solo per due buone ragioni: imparare dalla storia passata e rinvigorire la nostra passione e il nostro impegno nel presente. Il futuro? È nelle mani di Dio.

125 anni fa usciva il primo numero del Popolo. Era il 13 giugno 1896. Non lo abbiamo dimenticato.
Gli anniversari sono fatti per essere celebrati solo per due buone ragioni: imparare dalla storia passata e rinvigorire la nostra passione e il nostro impegno nel presente. Il futuro? È nelle mani di Dio.
I modelli non ci mancano: sono andato a rileggere alcuni capitoli dell’imprescindibile ed “eroico” libro di Luca Rolandi Il Vangelo dei fatti sui primi 100 anni del settimanale e ho ripercorso gli ultimi 25 che ho vissuto in prima persona.
È una cosa che, a onore del vero, faccio spesso; un’operazione di cui sono pratico; un gesto che alleno di continuo. Perché?
Perché sono consapevole del peso che Il Popolo (e noi, noi della Redazione) porta sulle spalle, dei desideri di chi lo ha fatto nascere (il vescovo Igino Bandi, sull’onda dello sviluppo dell’Opera dei Congressi in Diocesi), del valore delle parole dei tanti giornalisti che l’hanno scritto.
Si tratta di un’eredità importante. Ma se svolgiamo il nostro lavoro a servizio della Chiesa, della Diocesi, degli ultimi, dei cittadini, il peso diventa facile da portare e si trasforma in ponderata leggerezza. Anzi, in un’occasione: volare alto. In tutti i sensi.
Sulla prima pagina del primo numero compare una grande foto del Papa Leone XIII. La didascalia recita: “Il vero padre del Popolo”.
Lo possiamo dire, oggi, anche di Papa Francesco. Lui, il Pontefice, il nostro fondatore Mons. Bandi e l’arcivescovo Mons. Vittorio Viola sono le nostre guide. Ci ispirano a cercare e a pubblicare le notizie all’insegna della Verità.
A voi che leggete, che fate festa con il vostro settimanale preferito, chiedo di sostenerci diffondendolo, facendolo conoscere e promuovendo nuovi abbonamenti. Ormai “essere del Popolo” va di moda: non è diventato solo “pop”, è anche segno di appartenenza al “popolo di Dio” e a un modo di fare informazione che dà autorevolezza a chi scrive e a chi legge.
Buon compleanno, Popolo!

(*) direttore “Il Popolo” (Tortona)

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