Venezia 77: quarto giorno di gara con “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli e “Pieces of a Woman” di Kornél Mundruczó

Quarto giorno della 77ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia con due titoli molto forti, pronti a sgomitare per un premio. È stata la giornata del secondo film italiano in gara, “Miss Marx”, firmato da Susanna Nicchiarelli, dramma storico a colpi di rock sulla figlia più piccola di Karl Marx. Seconda pellicola è “Pieces of a Woman”, diretto dall’ungherese Kornél Mundruczó, alla sua prima prova nel cinema statunitense: un dramma intimo sulla perdita di un figlio raccontato nella prospettiva femminile

La 77ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia entra nel quarto giorno di competizione con due titoli molto forti, pronti a sgomitare per un premio. Anzitutto, il secondo film italiano in gara, “Miss Marx”, firmato da Susanna Nicchiarelli, dramma storico a colpi di rock sulla figlia più piccola di Karl Marx. Secondo titolo è “Pieces of a Woman”, diretto dall’ungherese Kornél Mundruczó, alla sua prima prova nel cinema statunitense: un dramma intimo sulla perdita di un figlio raccontato nella prospettiva femminile. Ecco il punto sulle proiezioni direttamente dal Lido con la Commissione nazionale valutazione film (Cnvf) e l’agenzia Sir.

“Miss Marx”

A Venezia è stata già due volte la regista romana Susanna Nicchiarelli, classe 1975: la prima nel 2009 con “Cosmonauta”, esordio accolto molto bene da critica e pubblico; la seconda nel 2017 dove ha aperto e vinto la sezione Orizzonti con il biopic “Nico, 1988” dedicato agli ultimi anni della cantante tedesca voce dei Velvet Underground. Ora finalmente arriva in concorso a Venezia 77 e la sua prova si conferma notevole, con un film in costume realizzato in Inghilterra e dedicato alla figura di Eleanor Marx, la terza figlia del noto filosofo tedesco, studiosa e appassionata paladina dei diritti delle donne e in generale delle classi più povere nella Londra di fine ‘800. Lo sguardo della regista si muove tra volto pubblico e privato della giovane, raccontando anche la sua tormentata relazione con il drammaturgo Edward Aveling. Protagonista assoluta è la britannica Romola Garai.
“Una grande prova di regia per la Nicchiarelli – esordisce Massimo Giraldi, presidente della Cnvf e membro della giuria cattolica internazionale Signis a Venezia 77 – che compone un ritratto forte e sofferto di una donna, Eleanor Marx, su cui grava il peso di un’eredità intellettuale ingombrante, quella del padre Karl interpretato dal regista Philip Gröning. Nicchiarelli ci mostra una Eleanor pubblica niente affatto remissiva, anzi si batte a voce grossa per i diritti degli invisibili, in primis donne, operai e disagiati, sposando pienamente le idee socialiste. Il profilo privato è invece fragile, schiacciata dal peso di una relazione appassionata ma discontinua, alla lunga deludente. Rende con grande capacità tutte queste sfumature esistenziali la brava Romola Garai, che fa di Eleanor un personaggio sfaccettato e decisamente attuale. Una bella prova da Coppa Volpi. I giochi dunque sono aperti”.

“Al di là della puntuale ricostruzione storica dell’Inghilterra vittoriana – rimarca Sergio Perugini, segretario della Cnvf e membro della giuria Signis al Lido – quello che emerge con chiarezza dal film ‘Miss Marx’ è la qualità della regia di Susanna Nicchiarelli, così robusta, presente e con una chiara idea di cinema. L’autrice romana non lascia nulla al caso, ma cesella il racconto con soluzioni visive incisive e vigorose, puntellando il racconto con scariche di musica rock che danno un twist intrigante e attuale al tutto. Ancora, bellissima l’intuizione di abbinare questi lampi musicali con istantanee d’epoca, foto d’archivio delle contestazioni sociali di operai e cittadini. Un film da apprezzare (e da premiare) soprattutto per la sua regia, elemento che già da solo costituisce il cuore del racconto”. Dal punto pastorale il film “Miss Marx” è da valutare come complesso, problematico e adatto per approfondimenti storici. In ambito educativo, è consigliato un accompagnamento.

 

“Pieces of a Woman”

Un altro raccolto al femminile, ma diretto questa volta da un uomo, l’ungherese Kornél Mundruczó, autore molto apprezzato nei festival europei, principalmente Cannes e Locarno, che per la prima volta si confronta con il cinema statunitense e la lingua inglese. A Venezia 77 porta “Pieces of a Woman”, dramma familiare che approfondisce lo stallo di una coppia che perde la propria figlia durante il parto. Martha (Vanessa Kirby) e Sean (Shia LaBeouf), annientati dal dolore, provano a rimettersi in piedi, come persone e coppia, ma i loro passi sembrano andare in direzioni diverse. A complicare le cose il non facile rapporto di Martha con la madre (Ellen Burstyn), molto presente, se non addirittura ingombrante.

“Al suo esordio nel cinema a stelle e strisce – indica Massimo Giraldi – il regista mostra di saper governare con abilità e tensione una storia fatta di passioni e drammi forti, brucianti. Ad accompagnarlo in questa impresa Mundruczó trova un vigoroso punto di appoggio in Martin Scorsese, in veste di produttore. Il film mette in campo uno stile fluido ma non superficiale, capace di pedinare i due protagonisti, cogliendo emozioni e traumi. Va detto che il protagonista maschile finisce per essere più sbiadito e incerto, segno della precisa volontà dell’autore di focalizzarsi maggiormente sull’universo femminile, resiliente e capace di riscatto”.
“È un altro ritratto di donna, di madre, molto emozionante e potente alla Mostra – sottolinea ancora Sergio Perugini –. Dopo infatti la coraggiosa e disperata Aida nel film ‘Quo vadis, Aida?’ ecco Mundruczó condurci nelle pieghe del dolore di una donna che perde la propria creatura nel momento in cui inizia la vita. Una lacerazione profonda, indicibile, che la protagonista affida a sguardi vuoti e silenti. Martha, interpretata con grande intensità e rispetto da Vanessa Kirby, è persa, non sa come rimettersi in piedi, ma è certa che deve farlo da sola; non ascolta nessuno, tiene tutti a distanza, partner compreso. Dal fondo del dolore inizia una lenta, faticosa, risalita; un percorso dal buio alla luce, con non poche sofferenze e smarrimenti. Quello di Mundruczó non è però solo un viaggio solitario nella disperazione: Martha, come Aida, non si lascia infatti rapire dal dolore o dall’odio, ma trova la forza di perdonarsi e perdonare”. Dal punto di vista pastorale “Pieces of a Woman” è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattito.

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