54ª Giornata comunicazioni sociali: chiamati a narrare storie di vita

Nel lavoro quotidiano, nelle nostre redazioni, dal nord al sud della nostra Italia, ogni giorno ci sforziamo in questo lavoro redazionale di cucitura e di proposta delle storie belle e buone, cercando di stare al riparo dalla bugia, dal pettegolezzo, che narcotizzano l’uomo con discorsi falsamente persuasivi. Un lavoro di vigilanza, quello dei nostri giornali, sulla verità e sull’uomo, nel nostro territorio, nelle nostre Chiese per un annuncio mai gridato di una storia non nostra, la storia delle storie, quella di Dio e del suo grande amore per l’umanità

foto SIR/Marco Calvarese

La Federazione italiana dei settimanali cattolici ha accolto con grande attenzione il messaggio per la 54ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10, 2) La vita si fa storia che Papa Francesco ha voluto dedicare alla narrazione. La narrazione è la tematica alla quale papa Francesco ha voluto dedicare la sua attenzione; una narrazione che vede l’uomo protagonista, al centro, come essere narrante che sa tessere pagine e di storia, ne sa annodare i fili come un grande abito in continuo divenire.

La Giornata mondiale della Comunicazione che si terrà il giorno dell’Ascensione porta con sé il “sapore” del Concilio, perché da esso è stata istituita e voluta, ma anche l’invito ad uscire da noi stessi, dalle nostre chiusure, inaugurato ed indicato da papa Francesco come via di evangelizzazione per il terzo millennio.

Nel lavoro quotidiano, nelle nostre redazioni, dal nord al sud della nostra Italia, ogni giorno ci sforziamo in questo lavoro redazionale di cucitura e di proposta delle storie belle e buone, cercando di stare al riparo dalla bugia, dal pettegolezzo, che narcotizzano l’uomo con discorsi falsamente persuasivi. Un lavoro di vigilanza, quello dei nostri giornali, sulla verità e sull’uomo, nel nostro territorio, nelle nostre Chiese per un annuncio mai gridato di una storia non nostra, la storia delle storie, quella di Dio e del suo grande amore per l’umanità.

Questa storia è il grande segreto trasmesso da generazione in generazione, come scrive papa Francesco, non è solo informativo ma performativo, trasformante, che è poi la sfida di fronte alla quale ci troviamo nel nostro ministero ecclesiale di comunicatori.

Come comunicatori siamo chiamati così a narrare storie di vita, di bene, facendoci pellegrini dai veri protagonisti, che sono gli uomini e le donne del nostro tempo, soprattutto quelli che non hanno voce, che sono ascoltati o sono scartati.

Attraverso queste storie concrete, che aiutano l’uomo a ritrovare le sue radici, abbozziamo pagine cronaca. Esse diventeranno storia quando, passando dalla vita, dopo aver evitato i sentieri del chiacchiericcio e del pettegolezzo, ci porteranno a custodire nella memoria, quello che i nostri occhi hanno visto, quello che e nostre mani hanno toccato, quelle che le nostre orecchie hanno udito. Quando saremo capaci di fare questi passaggi il nostro cuore sovrabbonderà e allora proprio lì, in quell’inchiostro speciale, potremo intingere la penna per narrare le meraviglie dell’uomo, del Creato e dell’opera di Dio. Così ci consigliava il nostro patrono San Francesco di Sales.

Enzo Gabrieli (segretario Fisc)

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