Terremoto in Croazia. Mons. Kosic (Sisak): “Non molliamo, non ci arrendiamo”

Oggi nella diocesi di Sisak è giorno di digiuno per chiedere a Dio che “ci protegga da ulteriori disgrazie e sofferenze”. A raccontare al Sir lo stato d'animo della popolazione terremotata dei centri più colpiti dal sisma del 29 dicembre scorso è il vescovo locale, mons. Vlado Kosic. Sempre oggi a Sisak un incontro interreligioso. "Dal terremoto - dice il vescovo - ne usciamo tutti insieme"

“Non molliamo, non ci arrendiamo”: è lo stato d’animo con cui gli abitanti di Petrinja, Glina e Sisak, i centri più colpiti dal sisma del 29 dicembre scorso, stanno affrontando “la tragedia del terremoto”. “Molti di loro stazionano nei pressi di ciò che resta della loro casa, non vogliono allontanarsi. Temono che vengano demolite anche le abitazioni rimaste in piedi. Ma tutti sentono forti la speranza e la voglia di riprendere la vita, di ricostruire”. A raccontarlo al Sir è lo stesso vescovo di Sisak, mons. Vlado Kosic, che sin dalle prime ore del sisma di magnitudo 6.4, è sul posto per portare aiuto e vicinanza ai terremotati. Oggi nella diocesi è stato indetto un giorno di digiuno per chiedere a Dio che “ci protegga da ulteriori disgrazie e sofferenze”. “La situazione è grave, tantissima gente ha perso la casa e adesso è costretta a dormire in auto, nelle palestre, tende, caserme o ricoveri di fortuna. Le scosse infatti continuano e alimentano la paura nella popolazione” dice il vescovo che ha da poco celebrato i funerali dell’organista della parrocchia “San Nicole e Vida” nel paesino di Zazina, morto sotto le macerie della chiesa andata completamente distrutta nella scossa del 29 dicembre. Ma non è l’unica chiesa colpita dal sisma: “Abbiamo perso anche la cattedrale – aggiunge mons. Kosic – e circa una decina di chiese, senza contare le cappelle, distrutte o danneggiate”.

Ad alimentare la forza e la speranza della popolazione sono “la fede e la grande solidarietà che sta arrivando da tutto il paese, ma anche dalle nazioni limitrofe e dall’Italia”. La Caritas diocesana e quella nazionale croata si sono subito adoperate per assistere i terremotati. A Sisak è stato allestita un’enorme struttura dove stanno affluendo gli aiuti. In un’area limitrofa è stata organizzata anche una cucina che sforna pasti per chi non ha più la casa. “In una sola giornata abbiamo ricevuto 40 tonnellate di aiuti materiali – dice il vescovo – una gara di solidarietà commovente”. Per permettere di stoccare gli aiuti in arrivo a Sisak si stanno predisponendo altri spazi. A distribuire gli aiuti – pacchi alimentari, materiale igienico e sanitario, vestiario, e altri beni essenziali – sono oltre 200 volontari che in questi giorni stanno raggiungendo le zone terremotate più lontane.

“Sono momenti di grande angoscia ma restiamo vicini alla popolazione. Abbiamo la speranza di tornare presto a vivere” conclude il vescovo prima di recarsi ad un incontro interreligioso organizzato a Sisak, in memoria dell’ex imam locale. “A Sisak vive una nutrita comunità islamica con la quale andiamo molto d’accordo sin dai tempi della guerra”.

“Dal terremoto ne usciremo tutti insieme”.

Università cattolica Zagabria. In queste ore a Petrinja è giunta anche una delegazione dell’Università cattolica di Zagabria per portare aiuto alle famiglie di alcuni suoi studenti. Don Zeljko Tanjic, rettore dell’Università, al Sir descrive “una città praticamente distrutta, soprattutto nel centro storico”. Ma anche

“una popolazione risoluta a rialzarsi subito. Serviranno tempo e aiuti ma – è la certezza del rettore – uniti ce la faremo. Anche questa volta come dopo la guerra”.

Nel frattempo altre Caritas locali stanno fornendo ai terremotati  tende e letti. Ieri una delegazione composta dal direttore nazionale di Caritas Croazia, mons. Fabijan Svalina, e dai direttori delle Caritas diocesane di Zagabria e Sisak, ha visitato alcune parrocchie e delle famiglie colpite dal terremoto, per una prima valutazione dei danni.

Altri articoli in Balcani

Balcani