Chiusura dell’Anno Giubilare a Kramatorsk. Mons. Ryabukha, “Dio è più forte di qualsiasi male”

A Kramatorsk, città di frontiera dell’Ucraina orientale, si è chiuso l’anno giubilare come inizio di un cammino rinnovato. “Nell’aria si percepisce la preoccupazione per il futuro, perché le notizie che arrivano non sono favorevoli alla pace”, racconta il vescovo dell’esarcato greco-cattolico. “Tuttavia siamo consapevoli che Dio è più forte di qualsiasi male e questa certezza ci dona speranza”.

Kramatorsk, Chiusura dell’Anno Giubilare (Foto Ryabukha)

Chiusura dell’Anno giubilare anche a Kramatorsk, che è oggi una delle città più a est dell’ “Ucraina ancora libera”, praticamente a pochi chilometri dal fronte. Terra al centro in queste stesse ore di frenetiche e confuse trattative di pace e degli accordi a tavolino tra i grandi leader mondiali ed europei. “Questo rende ancora più significativo il fatto che l’anno giubilare si sia chiuso proprio lì”, racconta al Sir mons. Maksym Ryabukha, vescovo dell’esarcato greco-cattolico di Donetsk che comprende le quattro regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Dnipro. “Nell’aria si percepisce la preoccupazione per il futuro, perché le notizie che arrivano non sono favorevoli alla pace”, spiega il vescovo. “Tuttavia siamo consapevoli che Dio è più forte di qualsiasi male e questa certezza ci dona speranza”.

mons. Maksym Ryabukha, vescovo dell’esarcato greco-cattolico di Donetsk

“E’ stato un evento molto partecipato”, racconta mons. Ryabukha. “La comunità parrocchiale, insieme a fedeli provenienti da tutte le parrocchie della regione di Donetsk, ha preso parte in modo davvero intenso. È stato un momento che ci ha aiutato a guardare avanti. Di solito, quando si chiude qualcosa, si mette un punto e si va oltre, quasi dimenticando. Invece, ieri abbiamo riflettuto sul fatto che la chiusura dell’anno giubilare rappresenta in realtà un nuovo inizio, l’avvio di un cammino rinnovato”. Anche qui, nonostante la guerra e la paura dei combattimenti, durante l’anno abbiamo si sono vissuti pellegrinaggi, momenti di preghiera, incontri. Ieri, per la chiusura dell’Anno giubilare i fedeli hanno ripercorso “i tanti piccoli miracoli che Dio dona nel quotidiano, così come le cose belle che accadono e per le quali siamo profondamente grati”. “Questo anno – prosegue dice mons. Ryabukha – ci ha ricordato che Dio non si dimentica del suo popolo. Ci parla di speranza e del senso della vita. Ora, siamo chiamati a diventare persone di speranza, capaci di viverla e trasmetterla ad altri”. E con voce sicura, il vescovo aggiunge: “Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi? E se Dio è con noi, significa anche che Dio ha un sogno per la nostra vita. L’impegno che ci siamo presi è proprio quello di tenere lo sguardo fisso su Dio, perché sia Lui a donarci uno sguardo autentico sulla vita”.

Mons. Ryabukha in viaggio per l’esarcato di Donetsk (Foto Ryabukha)

Mentre parla, il vescovo è in viaggio. Sta andando verso la regione di Ivano-Frankivsk, dove parteciperà in un santuario ad una veglia di preghiera per la pace. Sulle notizie che in queste ore arrivano dalla diplomazia internazionale e sugli accordi in corso, preferisce non parlare. “Le prese di posizione di Trump, del resto, sono sempre imprevedibili”, osserva il vescovo. “Per questo non saprei davvero cosa dire”. E aggiunge: “Tutti desideriamo la pace, ma l’unico modo per trovarla è diventare noi stessi persone di amore, portatrici dell’amore di Dio. Solo un cuore convertito all’amore, un cuore che cambia direzione e si apre all’amore, può vivere la pace e diffonderla. Per questo dobbiamo pregare per la conversione dei cuori, affinché ciascuno possa scoprire l’amore di Dio e viverlo. Questo è il dono più grande che desidero chiedere a Dio”.

Campo scuola in Carpazia con 72 giovani e adolescenti dell’esarcato di Donetsk

Le vere “notizie” in questo angolo di Europa sono altre e parlano di vita e futuro. Prima di chiudere la telefonata, mons. Ryabukha racconta che in questi giorni è in corso in una località di montagna in Carpazia, un campo di 72 giovani e adolescenti delle quattro regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Dnipro. Ad accompagnarli ci sono vari sacerdoti e anche specialisti. L’iniziativa che ha scelto come tema “Dietro a una stella”, vuole offrire ai ragazzi e alle ragazze “la possibilità di riposare e di non sentire i rumori delle armi e delle bombe, ma di vivere la loro età giovanile, in serenità e pace”.

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