Giubileo migranti. Un italiano in Svizzera tra lavoro e fede

“Vengo da una famiglia con una forte tradizione cattolica e avevo bisogno di un contatto più profondo con la Chiesa", dice Fabio Campanile , italiano che vive in Svizzera nel Canton Zugo sottolineando il ruolo della Missione Cattolica Italiana per “creare una comunità che cerca contatto con connazionali e possa comunque aiutare all'integrazione, al di là dell'aspetto religioso"

“Vengo da una famiglia con una forte tradizione cattolica e avevo bisogno di un contatto più profondo con la Chiesa come anche l’opportunità per mia figlia, che ora ha 10 anni, di avvicinarsi alla religione cattolica. L’idea di vivere la religione nella mia lingua materna era certamene importante per me”. Così dice Fabio Campanile , italiano che vive in Svizzera nel Canton Zugo dove si è trasferito dopo aver lavorato in Olanda. Fabio si è avvicinato alla Missione Cattolica Italiana quando si è trasferito a Baar cinque anni fa: “come me, ci sono molti altre persone che ho avuto il piacere di conoscere in questi anni, che si prodigano per aiutare la Missione e la comunità in generale”.
Parlando della sua situazione Fabio Campanile si dice contento che la sua azienda gli ha dato l’opportunità di trasferirsi in Svizzera dall’Olanda: “conosco molte persone che come me hanno avuto questa opportunità e vi sono rimasti. Sono generalmente professionisti a capo di aziende o con ruoli dirigenziali. La Svizzera offre tantissimo soprattutto per le famiglie. Un ottimo stile di vita con alta qualità delle infrastrutture e servizi”.

Campanile sottolinea il ruolo della Missione Cattolica Italiana per “creare una comunità che cerca contatto con connazionali e possa comunque aiutare all’integrazione, al di là dell’aspetto religioso. È chiaro che nel tempo – aggiunge – si sono creati due gruppi, uno relativo alla vecchia generazione di immigrati, quelli dal dopoguerra agli anni ’70 e i loro figli, che spesso sono molto integrati nella società svizzera, e quella successiva ”.

La Missione Cattolica Italiana “non solo riesce a lavorare con entrambi i gruppi ma anche a facilitare il contatto tra di loro”. “Penso che per il futuro bisogna continuare il lavoro della Missione Cattolica Italiana “considerando l’evoluzione della nostra comunità italiana in Svizzera con generazioni più giovani che hanno esigenze diverse. In un mondo caratterizzato paradossalmente da forte comunicazione digitale ma allo stesso tempo da mancanza di contatto umano, bisogna aiutare le persone ad avvicinarsi alla Chiesa e alla comunità per evitare la loro alienazione. La Missione Italiana in Svizzera ha un ruolo fondamentale a questo riguardo”.
Campanile parla alla vigilia del Giubileo del Mondo Migrante e del Mondo Missionario che si svolgerà a Roma dal 4 al 5 ottobre e che vedrà le comunità italiane in Svizzera presenti. Sarà l’occasione per un pellegrinaggio giubilare e agli appuntamenti per questo momento giubilare con papa Leone XIV sabato 4 ottobre in piazza San Pietro, il pellegrinaggio con l’attraversamento della Porta Santa della basilica di San Pietro. Domenica 5 i pellegrini delle Missioni cattoliche Italiane in Svizzera parteciperanno, nella mattinata, alla celebrazione in Piazza San Pietro con papa Leone XIV e successivamente la visita ad alcune basiliche romane.

In Svizzera attualmente vivono  circa 700mila cittadini con passaporto italiano. Nel Paese elvetico sono attive 42 Missioni cattoliche di lingua italiana con 53 sacerdoti per l’assistenza ai connazionali qui residenti. Le Missioni cattoliche di Lingua Italiana si ritroveranno dal 20 al 23 ottobre, al Seminario vescovile di Bergamo per il convegno nazionale “Essere Chiesa oggi in Svizzera alla luce del nuovo fenomeno migratorio. Opportunità e sfide per una pastorale di comunione e di interculturalità”. Nel paese elvetico circa il 40% della popolazione cattolica proviene da altri Paesi. Questa molteplicità di provenienza, di culture, di lingue, di tradizioni e di riti liturgici apporta un colore tipico che è la sua identità propria alla Chiesa che è in Svizzera, sottolinea la Delegazione delle Missioni cattoliche di lingua italiana presentando l’incontro: “Resta da far accogliere questa realtà come opportunità”. Da qui l’importanza di questo convegno e l’attualità del tema attraverso cui “vogliamo dare un contributo”. Il programma prevede alcune relazioni e testimonianze affidate a sacerdoti che in Europa sono impegnate nella pastorale con gli italiani emigrati.

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