Ucraina. Don Marcin Iżycki (Caritas Polonia): “Aiutare gli ucraini è dovere della Chiesa”

In due anni sono quasi 7milioni gli ucraini che hanno attraversato la frontiera polacca. Oltre 1 milione di loro si sono stabiliti in Polonia. Alcuni aspettano solo la fine della guerra per tornare a casa, altri, forse, pensano di restano in Polonia. Eppure, “Non possiamo sentirci stanchi e annoiati dalla guerra che continua”, ammonisce don Marcin Iżycki, direttore della Caritas polacca, alla vigilia del secondo anniversario dell’aggressione militare russa contro l’Ucraina

(Foto ANSA/SIR)

“Non possiamo sentirci stanchi e annoiati dalla guerra che continua. Dobbiamo continuare ad aiutare gli ucraini. È il nostro dovere, il dovere della Chiesa”. Sono le parole del direttore della Caritas polacca don Marcin Iżycki che ricorda così il secondo anniversario dell’aggressione militare russa contro l’Ucraina.

In due anni sono quasi 7 milioni gli ucraini che hanno attraversato la frontiera polacca, di questi oltre 1 milione si è stabilito in Polonia.

Un aiuto concreto, che la Caritas Polska aggiunge a quello che già dal 2014 sostiene per il popolo ucraino, e cioè da quando Mosca ha annesso a se la penisola di Crimea senza dimenticare tutti coloro che dal 24 febbraio 2022, malgrado la guerra, sono rimasti nel paese.

Molti dei profughi accolti in terra polacca aspettano solo la fine del conflitto per tornare a casa. Altri, forse, resteranno in Polonia per anni considerando che – secondo i dati della Caritas – in Ucraina sono quasi 200 mila le case distrutte o gravemente danneggiate e quindi inabitabili. Si stima inoltre che a causa dei bombardamenti russi in Ucraina siano stati distrutti oltre 1.500 centri sanitari, quasi 500 edifici di culto, 25mila chilometri di strade, e 3.300 istituti scolastici.

Dall’inizio della guerra, presso i 28 centri di aiuto ai migranti e rifugiati della Caritas Polska si sono registrati 92 mila cittadini ucraini. Un terzo sono bambini in età scolare e prescolare,che l’organizzazione sta aiutando ad inserirsi in un ambiente nuovo a loro estraneo, offrendo sostegno educativo e assicurando loro almeno qualche giorno di vacanza.

In Polonia hanno trovato rifugio anche i bambini ucraini provenienti dai centri di affido. Per circa un centinaio di questi, a Olsztyn vicino Częstochowa, la Caritas è riuscita ad aprire una scuola con l’insegnamento in lingua ucraina. “Avere degli insegnanti che parlano la loro lingua – racconta Paulina Gradek della Caritas diocesana di Czestochowa – ha permesso a questi bambini di sentirsi più al sicuro e di proseguire con buoni risultati la loro educazione”.

Di pari passo all’insegnamento per i piccoli proseguono due programmi di aiuto e sostegno a lungo termine per chi è rimasto in Ucraina attraverso i quali la Caritas polacca fornisce beni di prima necessità ai più bisognosi rimasti nel paese. L’iniziativa “Pacco per Ucraina” nel 2023 è stata destinata a 270mila persone rimaste nel paese, soprattutto anziani e disabili ma anche sfollati o in altro modo duramente colpiti dalla guerra. Il programma ha permesso di inviare l’anno scorso in Ucraina oltre 90 mila pacchi con generi alimentari e di igiene. “Il contenuto del pacco basta per circa 15 giorni”, spiega don Iżycki -, ed è importante dare seguito all’iniziativa. Non possiamo cedere all’indifferenza riguardo a quanto sta accadendo ormai da due anni in Ucraina”.
L’iniziativa “Da famiglia a famiglia”, attiva anche in altri paesi tra cui in Siria dove la guerra continua da 11 anni, prevede un regolare sostegno mensile ad un nucleo bisognoso di aiuto che risiede nella diocesi di Kiev-Zytomyr o quella di Charkiv-Zaporizja. Attualmente tali aiuti sono destinati a 1.800 famiglie ucraine.

Gli ucraini in Polonia hanno trovato un forte sostegno da parte della società civile e dalle autorità nazionali. Ma anche da parte di molte organizzazioni come il Sovrano Ordine Militare di Malta,che già dal 2014 ha offerto la sua collaborazione. Successivamente, in collaborazione con il Ministero degli affari esteri polacco, ha avviato un programma pluriennale di formazione del personale paramedico ucraino. Dal 22 febbraio del 2022 l’Ordine, grazie ad alcune centinaia di volontari, sostiene i rifugiati sia lungo la frontiera tra la Polonia e l’Ucraina, sia nei grandi centri come Cracovia e Katowice, dove ha allestito dei presidi sanitari e organizzato una ventina di punti di raccolta dei doni portati poi a Leopoli, Drohobyc o Ivano Frankivsk.
L’Ordine ha anche predisposto numerosi convogli con medicinali, attrezzature mediche e generi alimentari destinati all’Ucraina. “Nei primi mesi di guerra, ritornando in Polonia – racconta Marek Grzymowski della Fondazione Servizio Medico dell’Ordine -, i pulmini e i tir partiti con gli aiuti, portavano a bordo altri rifugiati”. L’Ordine di Malta si adopera anche per sostenere i profughi ucraini in Polonia, organizzando la formazione professionale, viaggi terapeutici per bambini, al mare e in montagna e lo ha fatto lanciando l’iniziativa “Hotel di sostegno” grazie alla quale i proprietari di alberghi, hanno ospitato per qualche giorno le famiglie di soldati ucraini caduti al fronte.
Ad aiutare l’Ucraina, specialmente dal 24 febbraio del 2022, non poteva mancare la Croce Rossa polacca che ha sostenuto 1,8 milioni di ucraini e inviato nel paese in guerra oltre 1000 convogli con generi di prima necessità.

Sul territorio polacco la Croce Rossa ha istituito per i rifugiati 16 centri di integrazione, dove l’aiuto viene fornito non solo al 40% di profughi ucraini che in Polonia hanno trovato lavoro e pagano le tasse, ma soprattutto alle persone anziane, bambini e malati, bisognosi di un’assistenza continuativa.
Sin dall’inizio dell’aggressione russa, la Croce Rossa polacca collabora con le agende dell’Onu dedicate, ma – come osserva Michal Mikołajczyk, membro del consiglio direttivo – “purtroppo nelle condizioni di guerra in Ucraina non sempre il simbolo della Croce Rossa garantisce l’intoccabilità dagli attacchi russi”.Mikołajczyk sottolinea, inoltre, che a causa della guerra in Ucraina la sua organizzazione, come durante la Seconda guerra mondiale su richiesta dei famigliari si occupa di ricerca delle persone scomparse. “È incredibile che nell’epoca della comunicazione globale e dell’internet, in Ucraina ci siano migliaia di famiglie che cercano i loro parenti dispersi”.

La Croce Rossa ha già ricevuto quasi 10mila richieste di questo tipo, ma finora è riuscita a far ricongiungere solo 21 famiglie ucraine.

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