Caritas-Spes: “L’Ucraina brucia e la crisi umanitaria si sta aggravando”

Sono oltre 6 milioni gli ucraini sfollati e quasi altri 4 milioni sono stati costretti a fuggire all’interno dei confini. Decine di migliaia di territori rimangono sotto occupazione coprendo quasi 300mila chilometri quadrati di territorio contaminato di mine. “Un tempo acclamata come il granaio dell’Europa, l’Ucraina ora brucia nel crogiolo del conflitto”. Don Vyacheslav Grynevych, direttore di Caritas-Spes Ucraina: “Secondo le previsioni degli esperti, la guerra potrebbe durare fino a un decennio. Siamo pronti fornire un’assistenza a lungo termine”

(Foto Caritas-Spes)

“Dobbiamo essere pronti a fornire un’assistenza a lungo termine per affrontare la grave crisi umanitaria in corso in Ucraina, che alla fine colpisce la comunità globale”. Lo afferma don Vyacheslav Grynevych, direttore di Caritas-Spes Ucraina, presentando un Report redatto dall’organizzazione con un bilancio della situazione umanitaria nel paese a due anni dall’inizio dell’aggressione militare russa su tutto il territorio ucraino. Era il 24 febbraio 2024 quando le Forze armate della Federazione Russa invasero tutto il territorio, segnando una brusca escalation del conflitto russo-ucraino in corso dal 2014. In questi due anni, l’Ucraina è entrata anche in una grave emergenza umanitaria su vasta scala. Da quanto emerge dal Report di Caritas-Spes, sono oltre 6 milioni gli ucraini sfollati e quasi altri 4 milioni sono stati costretti a fuggire all’interno dei confini. Decine di migliaia di territori rimangono sotto occupazione, coprendo quasi 300mila chilometri quadrati di territorio contaminato di mine. “Due anni di guerra ininterrotta e una campagna militare decennale in Ucraina stanno aggravando la crisi umanitaria”, afferma la Caritas nel Report.

“Le acque e il suolo sono avvelenati, gli ecosistemi sono in rovina. Un tempo acclamata come il granaio dell’Europa, l’Ucraina ora brucia nel crogiolo del conflitto”.

Ucraina, aiuti umanitari agli sfollati (Foto Caritas-Spes)

Gli esperti prevedono che ci vorranno oltre 700 anni solo per liberare il territorio dalle mine. Oltre 3,3 milioni di persone bisognose di aiuti vivono in comunità lungo la linea del fronte nell’Est e nel Sud del paese. “In questa parte dell’Ucraina, compresi i territori sotto il controllo temporaneo della Federazione Russa, milioni di persone lottano per avere un accesso adeguato all’acqua, al cibo, alla sanità, all’alloggio, alla protezione e ad altri servizi e forniture essenziali”. Caritas-Spes Ucraina ringrazia nel Report il “costante sostegno della comunità internazionale” grazie al quale “è stata in grado di attuare tempestivamente programmi di risposta rapida, uno sforzo enorme che ha contribuito a evitare una catastrofe umanitaria, almeno nei territori sotto il controllo del governo ucraino”. Caritas-Spes conferma che il flusso di aiuti rimane ininterrotto, a testimonianza della “solidarietà dei nostri partner: organizzazioni Caritas di vari paesi, missioni diplomatiche, governi e numerose entità umanitarie continuano a stare al nostro fianco. La vostra solidarietà si traduce in una miriade di progetti e programmi umanitari volti a ricostruire, nutrire, vestire e nutrire sia i corpi che le anime”. In due anni di guerra su vasta scala, Caritas-Spes Ucraina, insieme ai suoi partner, copre attualmente più di 15.000 centri abitati, comprese le zone di prima linea. Oggi le attività di Caritas-Spes Ucraina sono supportate da oltre 100 partner grazie ai quali dal 24 febbraio 2022 sono stati raggiunti 1,1 milioni di persone assistite.

Il futuro si presenta purtroppo ancora fosco. “Secondo le molteplici previsioni di esperti militari e politici, la guerra potrebbe durare fino a un decennio”, dice don Vyacheslav Grynevych, direttore di Caritas-Spes Ucraina. “Da due anni – prosegue – portiamo la Croce del servizio in mezzo ai razzi, alle esplosioni, alle sirene e alla morte dei nostri cari. Abbiamo offerto preghiere per la pace in mezzo ai disordini. Nonostante i nostri sforzi nell’aiutare e sostenere le persone con diverse necessità, purtroppo, davanti a noi ci sono ancora molte vite distrutte dalla guerra. Estendiamo la nostra gratitudine ai nostri partner che ci aiutano a portare questa Croce del servizio in tempo di guerra, proprio come Simone il Cireneo aiutò a portare la Croce di Gesù Cristo”. Facendo quindi riferimento ai giorni passati, don Grynevych conclude: “Abbiamo già completato 730 stazioni, ma quante altre ne attendono. Speriamo che insieme ai nostri partner riusciremo a raggiungere la Risurrezione”.

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