Polonia: quest’anno la Giornata dell’ebraismo è dedicata alla pace

“Viviamo in un mondo dilaniato dalle guerre e bisogna fare di tutto per ricondurlo alla pace”, scrive in un messaggio il card. Grzegorz Ryś, presidente del Comitato dei vescovi polacchi per il dialogo con l’ebraismo

(Foto: ANSA/SIR)

Dal 1998, il 17 gennaio di ogni anno la Chiesa in Polonia celebra la Giornata dell’ebraismo. Questa volta la tradizionale ricorrenza, che cade alla vigilia dell’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, è dedicata alla pace come dono di Dio. “Viviamo in un mondo dilaniato dalle guerre e bisogna fare di tutto per ricondurlo alla pace”, scrive in un messaggio il card. Grzegorz Ryś, presidente del Comitato dei vescovi polacchi per il dialogo con l’ebraismo.

Oggi in tutta la Polonia la comunità ebraica conta ufficialmente 20mila persone circa. Nel 1938, prima dello scoppio della Seconda Guerra mondiale, si stima che su scala nazionale i polacchi di origine ebraica fossero circa il 10% della popolazione. Tuttavia, in alcuni centri, come Szydłowiec (80%) e Radom (30%), arrivavano a costituire una parte sostanziosa della popolazione locale. Ed è proprio in queste due località che si svolgono le celebrazioni ufficiali della Giornata, con la recita del Kaddish presso il cimitero ebraico di Szydłowiec e la Liturgia della Parola ufficiata presso la cattedrale di Radom.

“La Giornata dell’ebraismo ogni anno viene organizzata in un luogo diverso della Polonia in quanto nella maggioranza delle città polacche è possibile oggi, più che dialogare con gli ebrei che non ci sono più, ricordare il loro contributo alla creazione del comune spazio culturale”, spiega il card. Ryś, sottolineando che “diverse generazioni di ebrei abitavano da secoli il territorio polacco”.

“Un importante dimensione della Giornata dell’ebraismo in Polonia è quella della memoria – ha aggiunto il porporato –, perché se non ricordiamo quelle persone che hanno vissuto qui per generazioni, con la nostra smemoratezza e indifferenza, in realtà, contribuiamo ancora all’opera del loro annientamento”.

Il card. Ryś ha quindi ricordato la dichiarazione “Nostra Aetate” del Concilio Vaticano II nella quale si ribadisce con forza che “l’antisemitismo è peccato”. Parlando poi degli obiettivi del dialogo con l’ebraismo, il porporato ha sottolineato che, oltre all’approfondimento della reciproca conoscenza fra cristiani ed ebrei, una grande importanza va data alla collaborazione e soprattutto alla “collaborazione per la pace”, aggiungendo che “bisogna fare di tutto affinché la Giornata dell’ebraismo diventi sempre più un evento rilevante e di grande risonanza”.

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