Francia. Parigi, preghiere e nomi sulla statua di Sant’Antonio di Padova nella chiesa di Saint-Germain-des-Prés

Complice una statua non notevole dal punto di vista artistico e dunque non sorvegliata, questa attività, che sembra anche tollerata vista l’assenza di avvisi o la mancata rimozione della statua stessa, viene portata avanti come una necessità dalle persone che in questo luogo di culto, amato dai turisti di tutto il mondo, si fermano a pregare

(Foto: Mauro Monti)

Abbiamo visto in questi ultimi tempi qualcuno lasciare il proprio nome sulle antiche mura del Colosseo, altri la propria firma nel salotto buono di Milano e più recentemente sui pilastri esterni del corridoio vasariano a Firenze.

Imprimere il proprio segno nella storia diventa, per alcuni, quasi la necessità di testimoniare la propria presenza, ed è una pratica che non fa distinzioni culturali o di classe sociale.

(Foto: Mauro Monti)

A Parigi, nella chiesa di Saint-Germain-des-Prés, davanti a una delle cappelle radiali del deambulatorio dove è presente anche la tomba del filosofo Cartesio, da trent’anni circa (ad osservare le date più vecchie) la statua di Sant’Antonio di Padova è ricoperta di nomi e preghiere scritti con matite, penne e pennarelli. Nelle chiese italiane siamo abituati a trovare sotto le statue dei santi i lumini accesi, le candele, anche dei bigliettini con intenzioni di preghiera, richieste di benedizioni, ma quello che accade lì, da noi lo riscontriamo solo su alcuni affreschi, come quello di San Francesco ad Assisi, e comunque riferibili a molti anni fa se non secoli e dunque in qualche modo storicizzati.

(Foto: Mauro Monti)

Complice una statua non notevole dal punto di vista artistico e dunque non sorvegliata, questa attività, che sembra anche tollerata vista l’assenza di avvisi o la mancata rimozione della statua stessa, viene portata avanti come una necessità dalle persone che in questo luogo di culto, amato dai turisti di tutto il mondo, si fermano a pregare.

Sulla statua di Sant’Antonio di Padova ci sono soprattutto richieste di protezione, nelle lingue più diverse.

Alcuni si rivolgono al santo: “Per favore, mantieni i miei figli sani e salvi”, altri mettono più semplicemente un cuore attorno ai nomi dei propri cari.

Qualcuno è arrivato fino a Gesù bambino, a colorare il suo cuore di rosso, quasi a segnare la direzione verso la quale tutti quei nomi sono diretti, dando quasi forma al passo del Vangelo di Luca: “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Luca 10, 20). Lì – come ha ribadito più volte anche Papa Francesco – sono i nomi di ognuno di noi: nel cuore di Dio.

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