Samantha Cristoforetti: “Tornando dallo spazio più vicina alle sfide del Pianeta”

L'astronauta italiana, prima donna al comando della Stazione spaziale internazionale, si racconta a Strasburgo, dove partecipa alla plenaria dell'Europarlamento. "Non c’è più niente che funzioni - afferma - senza lo spazio, pensiamo alle nostre economie, alle nostre società, ai servizi ai cittadini, alla nostra sicurezza". Poi confida il suo sogno...

foto SIR/Marco Calvarese

“Penso che quando si è lassù, nello spazio, ci si senta più connessi al Pianeta, si potrebbe dire che quasi si abbraccia il Pianeta in 90 minuti, che è il tempo necessario a percorrere un’orbita intorno alla Terra”. Samantha Cristoforetti, astronauta dell’Esa, Agenzia spaziale europea, prima donna al comando della Stazione spaziale internazionale, risponde così ai microfoni del Sir sul mondo visto da cielo. La comandante è giunta a Strasburgo per portare la sua testimonianza alla sessione plenaria del Parlamento europeo, che ha dedicato una seduta solenne alla Giornata internazionale dei diritti delle donne. Accanto a lei, con un’altra toccante testimonianza, il Premio Nobel per la pace, l’avvocatessa iraniana Shirin Ebadi. Cristoforetti prosegue: “Da lassù mi sentivo non ‘distaccata’ dal pianeta Terra e dai problemi, semmai più connessa, più emotivamente coinvolta… e penso che quando si torna indietro si è ancora più motivati a rimboccarsi le maniche e a contribuire, facendo tutto il possibile, a rispondere alle grandi sfide che abbiamo di fronte”.

foto SIR/Marco Calvarese

Spazio e vita quotidiana. A Strasburgo “AstroSamantha” presenta i programmi spaziali europei (compreso lo “European Astronaut Corps”) che, dice, producono risultati, diretti o indiretti tramite ricerca e applicazioni, per la vita quotidiana dei cittadini nel campo della lotta al cambiamento climatico, della sicurezza, delle comunicazioni, della mobilità, della salute… “Penso – aggiunge – che ci sia una sempre maggiore consapevolezza e comprensione di quanto lo spazio sia importante non solo per la ricerca, la scienza, ma anche di quanto sia davvero parte integrante del tessuto della società moderna”. Poi argomenta: “Non c’è più niente che funzioni senza lo spazio, pensiamo alle nostre economie, alle nostre società, ai servizi ai cittadini, alla nostra sicurezza. Ed è bello vedere che questo viene riconosciuto e che vengono compiuti sempre maggiori sforzi per investire nelle capacità spaziali in Europa, verso una maggiore autonomia e indipendenza, così che l’Europea possa davvero, nel campo spaziale, avere un ruolo, una posizione, che sia all’altezza del peso politico ed economico che l’Europa ha nel mondo”.

foto SIR/Marco Calvarese

“Il mio sogno”. Samantha Cristoforetti parla dei programmi Copernico, Galileo, e il nuovo Egnos. Poi esprime un suo forte desiderio: “è un sogno che vorrei diventasse realtà, sogno che riusciremo a innalzare il nostro livello di ambizione anche nel campo delle esplorazioni. Ho avuto l’incredibile opportunità di realizzare due volte il mio sogno di andare nello spazio: una volta su una navicella russa e un’altra volta su una navicella americana. Il mio prossimo sogno è che in futuro gli astronauti europei possano viaggiare su una navicella europea con astronauti provenienti dal resto del mondo. Penso che questo avrebbe un impatto politico, strategico, anche psicologico, e farebbe davvero passare il messaggio che nello spazio vogliamo essere sullo stesso piano degli altri grandi attori sulla scena globale. Che vogliamo ovviamente continuare a lavorare insieme” per “trarre vantaggio da tutte le incredibili opportunità economiche, industriali, di ricerca e tecnologiche offerte dallo spazio”.

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