I giovani si allontanano dalle chiese, ma si ritrovano online per le Messe virtuali

Sono sempre più seguite da ragazzini polacchi le finte celebrazioni religiose create nella realtà virtuale sulla piattaforma Roblox. I frammenti di tali “liturgie”, postati su You Tube e Tik Tok, hanno milioni di visualizzazioni e spesso diventano virali. In maniera esponenziale cresce su Roblox anche il numero dei luoghi chiamati “arcidiocesi” dove vengono celebrate delle finte “messe” con partecipazione di giovani che si divertono a seguire l’evento virtuale, da loro stessi creato e gestito, durante il quale possono socializzare e al quale invitano dei coetanei.

Sono sempre più seguite da ragazzini polacchi le finte celebrazioni religiose create nella realtà virtuale sulla piattaforma Roblox. I frammenti di tali “liturgie”, postati su You Tube e Tik Tok, hanno milioni di visualizzazioni e spesso diventano virali. In maniera esponenziale cresce su Roblox anche il numero dei luoghi chiamati “arcidiocesi” dove vengono celebrate delle finte “messe” con partecipazione di giovani che si divertono a seguire l’evento virtuale, da loro stessi creato e gestito, durante il quale possono socializzare e al quale invitano dei coetanei.
La “Piattaforma di immaginazione” di Roblox, lanciata nel 2006, consente di immaginare e creare dei mondi 3D immersivi che ormai superano i venti milioni. Secondo le stime del 2021, gli utenti di Roblox in tutto il mondo erano oltre 200 milioni, e solo negli Usa la piattaforma viene utilizzata da più della metà di tutti gli adolescenti. In Polonia gli utenti di Roblox sono circa 2 milioni.
Nei frammenti di filmati pubblicati su You Tube si vedono degli interni delle chiese creati virtualmente che a volte assomigliano in tutto e per tutto a quelli esistenti nella realtà. Spesso sono dei luoghi di culto ben noti come la cattedrale di Gniezno o il santuario mariano di Jasna Gora a Czestochowa. In quei spazi virtuali i personaggi che, per le loro vesti e i loro comportamenti ricordano dei veri sacerdoti e chierici, creati però dai giocatori, in presenza di altri personaggi seduti ai posti di fedeli, imitano la partecipazione ad una celebrazione religiosa. A volte un supplementare effetto sorpresa viene provocato da uno dei giocatori che con la voce da bambino dà lettura a un brano dei Vangeli.
Da quasi un decennio è attiva su Roblox una virtuale “arcidiocesi di Gniezno” che attualmente conta circa 10mila utenti. Il 10 gennaio scorso uno di loro ha pubblicato su Twitter un’interessante segnalazione. Scriveva che qualche giorno prima aveva assistito alla liturgia nella cattedrale di Gniezno, dove erano presenti quattro persone in tutto, di cui tre erano sacerdoti. Lo stesso giorno in rete, già mezz’ora prima della “messa” nell’arcidiocesi virtuale non era più possibile connettersi a Roblox, mentre oltre 500 giocatori aspettavano di poter unirsi alla “liturgia” tramite altri canali di comunicazione.
I moderatori dell’arcidiocesi di Gniezno su Roblox spiegano che “lo scopo è quello di evangelizzare i giovani utenti della piattaforma, operando in conformità al Ordinamento generale del Messale Romano e al Codice di diritto canonico”, e sottolineano che “si astengono volutamente” dalla simulazione dei sacramenti di penitenza, matrimonio, battesimo o cresima, e avvertono anche i giocatori che le celebrazioni nel mondo virtuale “non hanno nessun valore religioso”.
Alcuni ecclesiastici che hanno visionato su You Tube i filmati delle finte “messe” sottolineano un’ottima preparazione dei giovani giocatori e una loro buona conoscenza della liturgia. “Capitano anche degli errori, ma in base ai frammenti che ho visto, devo dire che i ragazzi sono dei veri appassionati delle regole di culto”, ha affermato don Sebastian Picur, molto attivo in rete, e con oltre 600mila contatti su Tik Tok. I sacerdoti attivi nei social media rilevano che sebbene la partecipazione alla “messa” virtuale non è peccato, in nessun modo possa sostituire la reale presenza durante una celebrazione liturgica.
La recente popolarità in Polonia delle “celebrazioni” virtuali create su Roblox può sembrare stupefacente, specie in considerazione del fatto che sono sempre più numerosi i ragazzi che si allontanano dal cattolicesimo istituzionale. Come risulta da un recente rapporto del Centro di analisi dell’opinione pubblica (Cbos) il 38% di giovani tra i 18 e i 24 anni dichiara di aver abbandonato la Chiesa, anche se quasi tutti provengano da famiglie cattoliche, e spesso praticanti. Nell’anno scolastico 2020/2021 rispetto a due anni prima (2018/2019) la frequenza durante le lezioni di catechesi nelle scuole è diminuita quasi del 10 per cento. Finora, per mancata adesione di studenti, l’ora di religione è stata cancellata del tutto in ben 1500 scuole polacche sia elementari che medie, compresi gli istituti professionali.
A detta di alcuni esperti di internet, le “messe” nel mondo virtuale del Roblox, rilanciate su You Tube e Tik Tok potrebbero essere un tentativo di ridicolizzare la liturgia facendone un divertente meme da inviare ad altri utenti dei canali social. E non lo si può escludere, visto che dei giovani polacchi inoltrano ai loro coetanei come un meme “spiritoso” lo screenshot dell’ora della morte di Giovanni Paolo II (21:37), e fra qualche mese dovrebbe essere lanciato un nuovo gioco digitale che racconta la storia di un vampiro per caso diventato curato di campagna che, per conquistare una donna, diventa il primo pontefice-pipistrello.
Molti sono tuttavia i giovani polacchi che guardano la Chiesa con profonda fiducia e speranza. Proprio nei primi giorni del nuovo anno 2023 ha avuto grande risonanza la lettera indirizzata ai sacerdoti dai partecipanti al II Sinodo dei giovani della diocesi di Zielona Góra-Gorzów. “La Chiesa che amo, la Chiesa che mi fa male, e la Chiesa che voglio” erano i principali temi di una tre giorni dedicata alla necessità di un dialogo più stretto tra i ministri di culto e la gente comune, all’esigenza di una catechesi liturgica che permetta di “capire ciò che succede all’altare, per non perdersi tra i simboli incomprensibili e delle parole vuote”, e anche alla celebrazione del sacramento di penitenza che “invece di dare forza e avvicinare alla misericordia di Dio diventa spesso momento di critica e di rimprovero da parte del confessore”.
I firmatari del documento osservano inoltre che, a causa di frequenti riferimenti da parte dei sacerdoti alla vita politica del Paese, potrebbe sembrare che spesso “durante la celebrazione eucaristica siano più importanti i governanti che non Gesù Cristo”, mentre “in molte situazioni la Chiesa invece di parlare, tace” e non sempre da esempio di “stare nella verità davanti a Dio e a sé stessa”. La lettera si conclude tuttavia, con una forte dichiarazione: “La Chiesa è un nostro spazio comune ed è necessario affinché ciascuno di noi se ne prenda cura. La Chiesa è luogo del nostro sviluppo e del nostro futuro. E siamo convinti che – insieme – possiamo far sì che la Chiesa germogli e attragga sempre più persone desiderose di esserci e di crescere”.

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