L’Europa del futuro ha il volto di Bebe Vio. Von der Leyen: “emblema della sua generazione”

Durante il discorso sullo Stato dell'Unione, pronunciato nell'emiciclo dell'Europarlamento, Ursula von der Leyen ha indicato le sfide che l'Ue27 deve affrontare, tra pandemia, crisi economica, minacce interne ed esterne. Poi, a sorpresa, l'annuncio che il 2022 sarà l'Anno europeo dei giovani. Infine le parole sull'atleta italiana: "una sostenitrice delle cause in cui crede, che è riuscita a raggiungere tutto questo rimanendo fedele alla sua convinzione secondo cui, se sembra impossibile, allora si può fare"

Strasburgo, 15 settembre: Bebe Vio nell'emiciclo del Parlamento europeo (foto SIR/European Parliament)

È italiano il volto giovane dell’Europa. Di quell’Italia tante volte bistrattata – in primis dagli stessi italiani –, pesantemente segnata in anni recenti da tre crisi: economica, migratoria, sanitaria. Nel discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato davanti all’emiciclo del Parlamento europeo il 15 settembre a Strasburgo, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha indicato in Bebe Vio un esempio da imitare, un simbolo di rinascita, di coraggio. E di futuro.
Un discorso intenso, quello di Von der Leyen, indirizzato a tracciare un percorso politico comune ai Ventisette attraverso la sfida pandemica (“abbiamo risposto uniti”, “il 79% della popolazione è vaccinata”, sono state fornite dosi ai Paesi poveri), la necessaria ripresa economica in chiave sostenibile (Next Generation Eu, Green Deal), l’urgenza di una difesa comune, l’impegno a far rispettare lo stato di diritto e la democrazia all’interno dei confini comunitari, il deciso contrasto alla violenza sulle donne, la mano tesa al popolo afghano (“siamo impegnati per evitare il disastro umanitario”).
Non è mancato un affondo sui giovani. “Se vogliamo plasmare la nostra Unione a loro immagine”, ha sottolineato Von der Leyen, essi “devono poter plasmare il futuro dell’Europa. La nostra Unione deve avere un’anima e una visione in cui i giovani possano credere. Come si chiedeva Jacques Delors: ‘come si potrà costruire l’Europa se i giovani non la vedono come un progetto collettivo e una rappresentazione del loro stesso futuro?’”. E qui un annuncio inatteso:

“per questo motivo proporremo che il 2022 sia l’Anno europeo dei giovani”.

Un anno “dedicato a valorizzare i giovani che si sono tanto sacrificati per gli altri. Saranno i giovani a dover condurre i dibattiti della Conferenza sul futuro dell’Europa”.
Il discorso è poi così proseguito: “per quanto imperfetta, la nostra Unione è straordinaria nella sua unicità e unica nella sua straordinarietà”, ha osservato la politica tedesca. “È un’Unione in cui consolidiamo la nostra libertà individuale attraverso la forza della nostra comunità. Un’Unione plasmata tanto dalla nostra storia e dai nostri valori condivisi quanto dalle nostre culture e prospettive diverse”.

E qui un passaggio inaspettato per un discorso ufficiale e programmatico. “Non è facile trovare le parole giuste per cogliere questo sentimento nella sua essenza. Ma è più semplice se usiamo quelle di qualcuno che è per noi fonte di ispirazione. Per questo motivo oggi ho invitato qui da noi un’ospite d’onore. Molti di voi la conosceranno: è un’atleta che ha vinto la medaglia d’oro per l’Italia e quest’estate ha conquistato il mio cuore”. Dalla tribuna dell’Europarlamento Von der Leyen volge lo sguardo verso i banchi alla sua destra e sorride. Quindi riprende: “quello che però forse non sapete è che, soltanto ad aprile, le era stato detto che era in pericolo di vita. Ha subito un’operazione, ha lottato, si è ripresa. E appena 119 giorni dopo aver lasciato l’ospedale ha conquistato una medaglia alle Paralimpiadi. Onorevoli deputate e deputati, date il benvenuto assieme a me a Beatrice Vio”.
Gli eurodeputati sono in piedi; parte un lungo e caloroso applauso. L’atleta, per nulla intimorita, si alza e risponde con un gesto.
“Così giovane, Bebe ha già dovuto affrontare molti ostacoli – aggiunge la presidente della Commissione –. La sua storia è l’emblema di una rinascita contro ogni aspettativa. Di un successo raggiunto grazie al talento, alla tenacia e a un’indefessa positività”.

Beatrice Vio “è l’immagine della sua generazione”:

“una leader e una sostenitrice delle cause in cui crede, che è riuscita a raggiungere tutto questo rimanendo fedele alla sua convinzione secondo cui, se sembra impossibile, allora si può fare”.
Qui un affondo storico-politico: “questo è lo spirito dei fondatori dell’Europa e questo è lo spirito della prossima generazione dell’Europa. Facciamoci dunque ispirare da Bebe e da tutti i giovani che cambiano la nostra percezione di ciò che è possibile, che ci dimostrano che è possibile essere chi vogliamo essere. E che è possibile raggiungere tutto quello in cui crediamo. Questa è l’anima dell’Europa; questo è il futuro dell’Europa. Rendiamola più forte, insieme”.

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