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Europa in conclave: largo ai giovani, un terzo dei posti agli under25

Giovedì 17 giugno la prima vera e propria tappa, poi sabato 19 l'esordio della plenaria. Dopo l’inaugurazione ufficiale del 9 maggio, decolla la Conferenza sul futuro dell’Europa. Nelle intenzioni, cittadini al centro e spazio alle nuove generazioni. Ma le redini del processo, che durerà almeno un anno, sono nelle mani di Parlamento, Commissione e Consiglio. Un’occasione da non trascurare per rinnovare la “casa comune”. Qui tutte le informazioni necessarie

(Foto SIR/European Commission)

Lentamente (e forse al momento ancora silenziosamente) la Conferenza sul futuro dell’Europa si sta mettendo in moto. La Conferenza è quel processo, voluto e guidato congiuntamente da Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea, per pensare al futuro dell’Unione a partire dall’ascolto della voce e delle idee dei cittadini. Le tre istituzioni si sono impegnate a dare seguito, nell’ambito delle rispettive competenze, alle raccomandazioni che riceveranno. Fin qui si è lavorato per organizzare a avviare i motori di questa complessa macchina. C’è stato il lancio ufficiale della Conferenza il 9 maggio scorso; è stata attivata la piattaforma dei cittadini, si sono svolte le prime riunioni del comitato esecutivo, cioè la cabina di regia. Ci sarà a breve, il 19 giugno prossimo, la “sessione plenaria inaugurale” nell’emiciclo del Parlamento europeo a Strasburgo. Ma per entrare nel clima, il 17 giugno si potrà seguire in streaming l’evento per i cittadini europei a Lisbona: 27 cittadini, uno per Stato membro, si confronteranno con i copresidenti del comitato esecutivo.

Ma come fanno i cittadini a farsi sentire?

Canale privilegiato perché i cittadini possano condividere idee e inviare contributi è la piattaforma digitale multilingue (https://futureu.europa.eu/?locale=it), dove ci si può registrare e dire la propria. È definita il “centro nevralgico” della Conferenza perché consente a tutti di partecipare, confrontarsi e vedere che cosa pensano gli altri riguardo ai temi suggeriti (cambiamento climatico e ambiente, salute, un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione, l’Ue nel mondo valori e diritti, stato di diritto, sicurezza, trasformazione digitale, democrazia europea, migrazione, istruzione, cultura, gioventù e sport…).

Sulla piattaforma si possono anche trovare indicazioni su eventi organizzati nel contesto di questo grande momento di riflessione sull’Ue e si può, a propria volta, organizzarne uno. Sulla piattaforma anche le news rilevanti riguardanti il processo a livello europeo. A oggi si sono iscritte sulla piattaforma 16843 persone, sono state condivise 4428 idee, con 8757 commenti e 25594 approvazioni. Sono annunciati (e segnalati su una cartina interattiva) 998 eventi che hanno come fuoco la Conferenza. Se si ci registra per gli ambiti tematici, si ricevono comodamente nella propria casella di posta elettronica tutte le novità. Attenzione però ad avere spazio a sufficienza: in una settimana sono arrivate quasi 900 mail.

A cosa serviranno questi scambi attraverso la piattaforma?

Saranno il materiale su cui dovranno lavorare i “panel dei cittadini europei”, quattro grandi gruppi, in cui siederanno 200 cittadini ciascuno, per discutere di 1. Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza; 2. Cambiamento climatico e ambiente/Salute; 3. un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione/Istruzione, cultura, gioventù e sport/Trasformazione digitale; 4. L’Ue nel mondo/Migrazione. I 200 fortunati partecipanti saranno selezionati in modo casuale per garantire che siano rappresentativi della diversità dell’Ue in termini di origine geografica, genere, età, contesto socioeconomico e livello di istruzione. “Casuale” significa che – si legge in uno dei documenti del comitato esecutivo – si procederà a contattare le persone telefonicamente (con generazione casuale di numeri telefonici fissi e mobili); se chi risponderà al telefono accetterà di partecipare ai lavori dei panel, riceverà poi una lettera di mandato e adeguate istruzioni su come fare. I giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni costituiranno un terzo di ciascun gruppo. I panel si riuniranno alcune volte tra l’autunno 2021 e la primavera 2022: tre di sicuro in presenza, il resto a distanza, anche per abbattere un po’ i costi. Il loro compito sarà preparare delle raccomandazioni relative ai temi di competenza, per l’assemblea plenaria.

Assemblea plenaria: di cosa si tratta?

È il “momento” in cui convergono le istituzioni europee, quelle nazionali e i cittadini. Infatti sarà composta da: 108 deputati europei, 108 rappresentanti di tutti i parlamenti nazionali e 108 cittadini (80 rappresentanti dei panel, tra i quali almeno un terzo con meno di 25 anni, e 27 provenienti dagli incontri nazionali dei cittadini o dagli eventi della Conferenza), 54 rappresentanti del Consiglio Ue (due per Stato membro) e 3 della Commissione europea, oltre a 18 delegati del Comitato delle Regioni e del Comitato economico e sociale europeo e altri otto delle parti sociali e della società civile. L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sarà invitato quando si discuterà il ruolo internazionale dell’Ue.
Si farà attenzione a che, tra i componenti dell’assemblea, ci sia equilibrio dal punto di vista del genere. La plenaria raccoglierà, attraverso i delegati dei panel, le raccomandazioni di questi gruppi; li ridiscuterà nelle proprie sessioni per arrivare a votare una serie di proposte da inoltrare, a fine primavera 2022, al Comitato esecutivo. Sarà la cabina di regia, che a sua volta elaborerà una relazione conclusiva (che deve essere fatta “in piena collaborazione e trasparenza con la stessa Plenaria”). A quel punto Parlamento, Consiglio e Commissione dovranno vedere come, ciascuna istituzione nell’ambito delle proprie competenze e in conformità con i trattati, dovrà dare rapidamente un seguito efficace alla relazione.

Chi tiene le redini del processo?

La presidenza della Conferenza è nelle mani del “Comitato esecutivo”, presieduto da tre persone, una per istituzione europea: Ana Paula Zacarias, ministro portoghese affari europei per il Consiglio, l’eurodeputato Guy Verhofstadt per il Parlamento e la vicepresidente Dubravka Šuica per la Commissione europea. Questo comitato, di cui fanno parte 6 membri (due per istituzione europea) e 17 osservatori, si è già incontrato alcune volte per decidere tempi e metodi di lavoro.

Quindi io, cittadino europeo, adesso cosa posso fare?

Iscriviti sulla piattaforma digitale e se hai qualche idea sui temi proposti, condividila; dà un’occhiata se nella tua zona c’è in arrivo qualche evento legato alla Conferenza: partecipa! Se non ce ne sono, magari puoi attivarti per organizzarne uno. Attento se squilla il telefono: potrebbe essere l’invito a partecipare ai panel europei. Dovrebbero anche mettersi in moto i panel dei cittadini a livello nazionale, anche questi previsti nella struttura della conferenza per “integrare le azioni nazionali/regionali/locali nel più ampio processo della Conferenza”. Dovrebbero essere formati da un numero definito di rappresentanti (tra 50 e 200), inclusivi e rappresentativi del profilo demografico e socioeconomico del Paese, ma senza rappresentanti politici; si dovranno incontrare per un tempo minimo di 4/6 giornate di lavoro per produrre riflessioni e proposte.

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