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La solidarietà torna al cuore dell’Unione europea

Si è svolto a Strasburgo il 9 maggio, data-simbolo dell'integrazione comunitaria, l'evento inaugurale della Conferenza sul futuro dell'Europa. Annunciata da tempo, muove finalmente i primi passi, con un programma impostato sull'ascolto dei cittadini e decisioni affidate poi alle istituzioni Ue. I discorsi di Macron, Sassoli e Von der Leyen tracciano il cammino. Ma poi sarà necessario passare dalle parole ai fatti

(Foto SIR/Parlamento europeo)

“La nostra Unione ha bisogno di un nuovo respiro democratico, questo è il senso della Conferenza del futuro dell’Europa”: parole dirette ed efficaci quelle del presidente francese Emmanuel Macron, che il 9 maggio, Giornata dell’Europa, ha dato il “la” alla Conferenza sul futuro dell’Ue. Una cerimonia semplice tenutasi nella finalmente riaperta sede dell’Euroassemblea a Strasburgo, mediaticamente ben studiata, con discorsi dell’inquilino dell’Eliseo, e dei rappresentanti delle tre istituzioni comunitarie: Parlamento (Sassoli), Commissione (Von der Leyen), Consiglio dei ministri (Costa). In collegamento zoom 500 cittadini dai 27 Stati membri e altre migliaia di persone su siti e social.

Rafforzare la “casa comune”. Univoco – per quanto articolato – il messaggio: l’Europa va rafforzata per costituire un livello di governance adeguato alle sfide di questo tempo. Per farlo occorre ascoltare i cittadini e riformare le istituzioni (eventualmente anche cambiando i Trattati). L’Ue per agire necessita di nuove competenze (basterebbe citare le politiche sanitarie, ma anche quelle per migrazioni, energia, ambiente, fino al fisco), di maggiore agilità nell’assumere decisioni (abolire il voto all’unanimità in seno al Consiglio), più poteri decisionali da assegnare alle istituzioni comunitarie – Parlamento e Commissione – rispetto agli Stati membri. Non ultimo, un bilancio adeguato (comprese le risorse proprie).

Oltre la pandemia. Uno scenario possibile? Se ne parla da anni, ma ogni volta sorgono miopi nazionalismi che tagliano la strada a un’Europa coesa ed efficace: eppure al giorno d’oggi dovrebbe essere chiaro che la sovranità si salvaguarda e valorizza su un piano quanto meno continentale: i singoli stati e staterelli europei, da soli, non possono reggere l’urto della globalizzazione e dei competitori mondiali. Durante l’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa, che durerà almeno un anno e si svolgerà con panel dei cittadini attraverso una piattaforma on line, s’aggirava lo spettro della pandemia: ma il messaggio complessivo emerso dai discorsi è andato nella direzione della risposta comune, immaginando anche un’Europa socialmente più giusta, sostenibile sul piano economico e ambientale, trasformata dalla digitalizzazione.

Le voci dei leader. “C’è una sensazione di sconfitta, qualcuno dice che l’Europa non è pronta”, ha osservato Macron. “Io rispondo che in questa crisi si è affermato un modello europeo, questo modello è la nostra identità profonda: noi abbiamo fatto la scelta della solidarietà”. Per David Sassoli “nel momento in cui ci accingiamo a ricostruire le nostre economie e le nostre società su nuove basi, e in vista dei colossali investimenti che l’Europa inietterà nelle politiche pubbliche, è ancora più cruciale e urgente ascoltare i nostri concittadini, sentire i loro bisogni, le loro aspettative in termini di assistenza, lavoro, dignità, sicurezza e prosperità, e la loro visione di questo futuro comune europeo. Credo che sia nostra responsabilità mettere i cittadini al centro del progetto europeo”. “La pandemia – ha osservato Ursula von der Leyen – ci ha rubato esperienze ed emozioni, divertimento e amicizie, l’opportunità di crescere, per imparare e correre dei rischi. E ha portato tante persone a sentirsi ansiose, sole. Abbiamo bisogno una nuova forma di solidarietà e giustizia sociale tra le generazioni”.

La struttura organizzativa. La Conferenza parte da qui. Nel frattempo il bureau ha definito gli ultimi elementi per far partire i lavori. Accanto alle agorà dei cittadini – che, almeno a parole, saranno al centro della stessa conferenza – la plenaria sarà composta da 108 deputati europei, 54 rappresentanti del Consiglio Ue (due per Stato membro) e 3 della Commissione europea, oltre a 108 rappresentanti di tutti i parlamenti nazionali. 108 cittadini (un terzo dei quali con meno di 25 anni) parteciperanno per portare le idee che saranno proposte negli incontri sulla piattaforma digitale multilingue. Parteciperanno anche 18 rappresentanti del Comitato delle Regioni e del Comitato economico e sociale europeo e altri 8 rappresentanti delle parti sociali e della società civile.

Uno spazio speciale per i giovani. “Gli interventi – è stato chiarito – saranno strutturati tematicamente, sulla base delle raccomandazioni degli incontri dei cittadini e degli input raccolti sulla piattaforma digitale”. Il risultato finale della Conferenza sarà presentato alla Presidenza congiunta della Conferenza, affidata alle tre istituzioni Ue. Le quali “valuteranno rapidamente come dare un seguito efficace alla relazione finale, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze e in conformità dei trattati”. Il Comitato esecutivo “fisserà presto la data della prima riunione plenaria della Conferenza” e sta organizzando i panel dei cittadini che si iscrivono per partecipare. In ottobre sarà proposto un evento speciale per i giovani a Strasburgo. La Conferenza muove dunque i primi passi.

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