Caritas tedesca: la carica dei 340mila

L'Istituto per la ricerca applicato, lo sviluppo e la formazione continua della Università cattolica di Friburgo ha raccolto dati sul volontariato della Caritas tedesca a partire dal luglio 2017. Circa 22 milioni sono state le ore di assistenza volontaria fornite con coinvolgimento regolare, oltre due milioni di ore in progetti a tempo e 100mila ore di impegno occasionale

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La Caritas tedesca, attraverso le pagine della propria rivista Neue Caritas, ha presentato le stime del lavoro volontario e le prospettive di sviluppo dello stesso a livello nazionale.

L’Istituto per la ricerca applicato, lo sviluppo e la formazione continua della Università cattolica di Friburgo ha raccolto dati sul volontariato della Caritas tedesca a partire dal luglio 2017. Scopo dello studio era quantificare la portata del volontariato nella Caritas e colmare il divario di dati da una consultazione del 2006. Per l’attuale ricerca è stato scelto un criterio istituzionale e non personalistico. I destinatari non erano i volontari stessi, ma le varie istituzioni e agenzie della Caritas. La grande sfida nella progettazione dello studio è stata quella di tenere conto della gamma esistente di volontariato presso la Caritas nel modo più completo possibile nelle strutture e nei servizi; con le persone giuridiche al fine di registrare i volontari nei loro organi; con le associazioni locali e distrettuali o le regioni della Caritas.

Oltre al numero di volontari che lavorano in una struttura o servizio, è stato registrato anche l’impiego del tempo per le loro attività: in media, ogni volontario lavora circa sei ore al mese. Dallo studio è stato evidenziato il positivo ritorno nazionale del volontariato, con 340mila volontari impegnati direttamente nelle strutture e servizi della Caritas, con il coinvolgimento progressivo di chi abbia inizialmente usufruito dei servizi e delle assistenze delle varie agenzie caritative nazionali e locali: sono molti gli come molti extracomunitari richiedenti asilo, gli ex senza fissa dimora, le madri a rischio che oggi si mettono in gioco per “restituire” ciò che hanno a loro volta ricevuto. In molti lander la richiesta di volontari è aumentata anche per i flussi migratori interni ai confini tedeschi. Circa 22 milioni sono state le ore di assistenza volontaria fornite con coinvolgimento regolare, oltre due milioni di ore in progetti a tempo e 100mila ore di impegno occasionale.

La composizione demografica dei volontari che lavorano nelle strutture e nei servizi mostra le seguenti distribuzioni: tre quarti donne, tre quarti cattolici, la percentuale di stranieri è del sette percento e la metà dei volontari appartiene alla fascia di età compresa tra 50 e 74 anni.

“Senza l’impegno volontario delle persone che lavorano in molte delle nostre strutture e servizi, la Caritas in Germania così come oggi noi la conosciamo non esisterebbe”, ha detto mons. Peter Neher, presidente di Caritas Germana (Dcv) in occasione della Giornata internazionale del volontariato. Secondo Neher “L’uso di molte persone è essenziale per il nostro lavoro e la coesione sociale”.

La motivazione e l’entusiasmo per esempio, sono una fonte di forza e stimolo per chi fornisce servizi di volontariato

e il fatto di agire come volontari, quotidianamente o nei tempi scelti “dovrebbe vedere il loro impegno riconosciuto nel momento in cui il volontario si applica nella formazione o nello studio universitario – evidenzia Neher- :  anche avere la disponibilità di usufruire di biglietti dei trasporti ferroviari e dei trasporti pubblici gratuiti e scontati sarebbe un apprezzamento”.

Alcuni aspetti fondanti dell’attività volontaria sono evidenziati nella ricerca: fornire diversità di opportunità di coinvolgimento; promuovere la formazione continua per i volontari e ampliare gli orizzonti; garantire la gestione e il coordinamento dei volontari dando punti di riferimento costanti; rendere visibile l’impegno e riconoscerlo pubblicamente; utilizzo dei media associativi per favorire lo scambio informativo.

Lo studio presentato da Neue Caritas, sottolinea l’assenza di confini culturali, di formazione scolastica, pur anche di età: i volontari sono vecchi, giovani, lavoratori del terziario, operai, impiegati e manager finanziari; sono pensionati che si rimettono in gioco per insegnare, per esempio nelle strutture dedicate alla formazione per i senza fissa dimora e per gli immigrati; i volontari studiano per dare di più nel loro servizio; sono spesso disabili che trovano nel volontariato una via per essere presenti nella società, o profughi ai quali è stato riconosciuto l’asilo in Germania che si mettono a disposizione di arriva ora in Europa

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