A Molfetta un incontro promosso dalla Caritas per difendere i diritti dei minori e sostenere chi ha sbagliato

A Molfetta, la Caritas diocesana ha organizzato un incontro sui diritti dei minori, con focus su ascolto, educazione e giustizia riparativa. Don Pisani ha ricordato l’importanza di accompagnare ogni ragazzo, anche chi ha sbagliato. Bisceglia: “Superare la criminalizzazione del disagio e coinvolgere famiglie e comunità nel percorso di cambiamento”

(Foto SIR)

I bambini e gli adolescenti non rappresentano solo il futuro della società: sono il presente, e come tali meritano attenzione e cura. Soprattutto quando vivono situazioni di violenza, sia come autori sia come vittime. È questo il messaggio emerso durante l’incontro “Oltre il reato, il volto nascosto dell’adolescenza”, promosso dalla Caritas della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi insieme alla Cooperativa sociale “Stola e Grembiule”, alla vigilia della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Tra i partecipanti, anche Piero Rossi, garante della Regione Puglia per i diritti delle persone private della libertà personale, Damiano Nirchio, regista, formatore ed esperto di giustizia riparativa, Alessandro Cobianchi, direttore del Centro servizi per il volontariato “San Nicola” di Bari, e Michelangelo De Chirico, sindaco di Terlizzi (Ba).

Ascolto e accompagnamento
“Dietro ogni errore – ha ricordato il direttore della Caritas diocesana, don Cesare Pisani – c’è un volto, una storia, un bisogno rimasto inascoltato. C’è un ragazzo che spesso si sente ignorato. Crediamo che ogni adolescente, anche chi ha sbagliato, custodisca in sé una promessa di vita. Per questo vogliamo testimoniare la via dell’ascolto, del non giudizio, della comprensione. È un diritto essere accompagnati verso il cambiamento”. In una società dove cresce la ricchezza tecnologica ma si amplia la povertà culturale, la Caritas – ha spiegato ancora don Pisani al Sir – “si fa presenza accanto ai giovani, offrendo ascolto, condivisione, confronto. Li aiutiamo a elaborare idee e progetti. In queste relazioni cerchiamo di seminare speranza”.

Risposte educative e comunitarie
A fargli eco il vicedirettore della Caritas diocesana ed esperto di tutela dei diritti dei minori, Edgardo Bisceglia: “Quest’anno – ha affermato – abbiamo voluto porre l’accento sulla cura intesa come diritto a opportunità di vita, formazione e crescita, con particolare attenzione a quei ragazzi che, non avendo avuto la possibilità di costruire una vita piena nel proprio contesto, hanno finito per affermarsi in modo violento e antisociale. Siamo convinti che la risposta a questi comportamenti non possa essere soltanto repressiva. Le istituzioni devono saper riconoscere i bisogni educativi dei minori e rispondere con fermezza, sì, ma anche in una prospettiva rieducativa, con obiettivi di recupero e reinserimento. Occorre superare la criminalizzazione del disagio – ha precisato – e lavorare sulla riparazione delle fratture che si creano tra il minore e la comunità. Gli strumenti a disposizione sono molti, soprattutto culturali ed educativi. Se utilizzati in modo sinergico, possono davvero generare grandi riscatti di vita. Molti i ragazzi che, attraverso il teatro o altre attività, hanno scoperto di possedere capacità e competenze e che hanno imparato a vedere se stessi non solo come autori di reati, ma come persone portatrici di diritti, meritevoli di protezione e tutela. Nessun intervento sociale però – ha concluso – può essere efficace senza il coinvolgimento delle famiglie, un supporto psicoeducativo ai genitori e un sostegno attivo da parte dell’intera comunità”.

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