Domenica 28 maggio – Pentecoste

Nella Domenica di Pentecoste, che conclude il tempo Pasquale, riceviamo lo Spirito Santo che non è una cosa, è una Persona: il Padre genera, perché è Amore, il Figlio è generato, perché tutti i suoi atti sono gratitudine, lo Spirito Santo è l’amore che c’è tra di loro e che, essendo relazione, è Persona.

Lo Spirito è lo Spirito della Creazione che covava le acque per donare una vita più grande di quella biologica, e lo Spirito è lo Spirito della Redenzione che ci fa figli di Dio e ci inserisce nel Corpo Di Cristo che ci fa conoscere il Padre.

Nel Vangelo che ascoltiamo oggi – che comincia come quello della Domenica della Misericordia (“lo stesso giorno, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per paura dei giudei”) lo Spirito Santo, il Consolatore, arriva ad un gruppo impaurito.

Nel Vangelo di Giovanni è interessante che il dono dello Spirito Santo arriva lo stesso giorno di Pasqua e vince la paura. I discepoli, dopo, escono e sono capaci di comunicare: tutti li capiscono nella loro lingua nativa. Ciò non significa che gli apostoli cominciano a parlare un’unica lingua che tutti capiscono, ma parlano nella lingua di ognuno, perché dicono di qualcosa profondamente consono che arriva al cuore dell’altro.

La Chiesa è essere diversi, ma uniti nel cuore attraverso lo Spirito, tutti amati nella nostra povertà: questo che cosa dona? Dona la pace. “Pace a voi” dice, infatti, Gesù.

In teoria la pace tutti la vogliamo, tutti la desideriamo. Ma come mai la pace non c’è nel grande e nel piccolo della vita degli uomini? Perché il problema della pace è la sua origine. La pace del mondo è vincere, eliminando qualcuno, o alienarmi dal reale in una zona protetta. La pace di Dio, invece, viene dall’aver sperimentato il perdono: “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi”. Vedere Cristo risorto, cioè, e non guardare più te stesso, ma lui che, con le sue piaghe, ti ha voluto bene anche quando facevi cose brutte.

La pace è quando capisci che quello che vivi ti sta portando al Padre che è la tua dimora, come abbiamo detto di recente. Chi ha invece il cuore deragliato, turbato, confuso? Chi non sa dove vanno le cose.

La pace è un cuore orientato dalla memoria dell’amore di Dio, e allora sai dove porta tutto e hai un felice distacco da tutti i conflitti.

“Abbiate sale in voi stessi e abbiate pace gli uni con gli altri”: qual è oggi il tuo sale, la tua sapienza?

Francesco d’Assisi era molto asciutto quando predicava. Una volta la predica fu solo: “la pace è tutto, la pace è tutto”. Lascia perdere le polemiche e difendi il sale che è la pace nel tuo cuore e la pace con gli altri.

Lo Spirito ti dice che ciò che conta è vivere davanti al Padre. E lo Spirito Santo ha il potere di rigenerare anche ciò che il peccato ha distrutto, perché è lo Spirito di Gesù Risorto che è passato “nell’oltre” della nostra esistenza, oltre la paura della morte. La vita che si riceve da Lui è sia l’essere vivi che il poter dare la vita agli altri.

“A coloro a cui perdonerete saranno perdonati; a coloro che non perdonerete …” cioè se voi non perdonerete chi perdonerà? Abbiamo uno specifico da portare come cristiani: il perdono dei peccati, questa è la novità. Da ogni nostro atto si capisce se veniamo dal perdono o dal perfezionismo, dalla grazia o dalle nostre rivendicazioni umane.

Vieni Santo Spirito!