II domenica di Avvento

Bar 5,1-9; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6

Giovanni Battista è il precursore, quello che è venuto prima. Prima nell’esperienza di molti discepoli del Signore, nel tempo del ministero, nel piano della storia della salvezza; concepito e venuto alla luce sei mesi prima di Gesù. Anche noi cristiani siamo primizie della creazione nuova, pionieri di un mondo nuovo, annunciatori di chi deve ancora venire nella gloria. L’evangelizzazione è sempre, all’inizio, una “praeparatio evangelii”.

Il legame tra Gesù e Giovanni è indissolubile. Senza Gesù non ci sarebbe Giovanni, senza Giovanni non ci sarebbe stato Gesù. È così anche per noi? Possiamo esistere senza il Signore Gesù? Senza la sua presenza, senza la sua persona? Può un uomo vivere senza Dio? E può definirsi senza far riferimento a Dio? Senza il Dio di Gesù Cristo non sappiamo dire che cosa è l’uomo. C’è una domanda ancora: perché Dio ci ama?

Giustizia. Giovanni è esigente. La giustizia esige lavori: spianare, colmare, costruire strade. La giustizia si fa. La giustizia di Giovanni è pratica, concreta: risponde a domande ben precise: Che dobbiamo fare? E le risposte sono altrettanto chiare: condivisione, legalità e non violenza.

Ricerca. Giovanni ha un volto scavato dalla vita rude, dall’ascesi radicale ed estrema. Sono i tratti di chi cerca, di chi aspetta, di chi sa che sta per giungere la speranza di Israele. Più affascinante di Siddharta la sua ricerca, più nuda di quella di Diogene. Una ricerca compiuta e mai finita, pronta all’imprevisto di Dio. Cercare il volto di Dio, nel volto degli altri, quelli vicini, prossimi.

Nel Vangelo di Luca colpisce la lunga descrizione delle strutture di governo mondiale, locale e religioso: l’imperatore, il governatore, i tetrarchi, i sommi sacerdoti. Sta a dire che l’intervento divino non è “fuori” ma “dentro” la storia. Le grandi religioni tendono a portare la persona fuori dal suo mondo; la nostra fede ci mostra il Dio d’Israele, il Padre di Gesù, che entra nella storia, nella nostra carne umana, per fare una storia nuova e persone rinate.

Siamo in Avvento, tempo di attesa e di venuta. Si può aspettare anche tutta la vita, ma quando avviene la vita cambia e l’uomo vede la salvezza di Dio.