Quando il corpo di santa Lucia lasciò Venezia per tornare, anche se solo per pochi giorni, nella sua Sicilia, qualcosa si mosse nel cuore di migliaia di persone. Fu un viaggio atteso da anni, raccontato con sensibilità e passione da Salvatore Di Salvo e Alessandro Ricupero, che ne hanno seguito ogni tappa, ogni passo, ogni sguardo dei fedeli. Dal 14 al 30 dicembre 2024, la martire della luce percorse le strade delle diocesi di Siracusa, Acireale e Catania, accolta da folle che non l’avevano mai dimenticata. Il cardinale Marcello Semeraro vide in quella peregrinatio il riflesso di un gesto divino: come Dio, che compie sempre per primo il passo verso l’uomo, così Lucia sembrava avanzare incontro al suo popolo, portando con sé un invito silenzioso a ritrovare il coraggio dell’incontro. Anche Papa Francesco lo aveva scritto con chiarezza: Lucia viene per insegnare a tutti la bellezza di avvicinarsi agli altri, di essere uomini e donne capaci di muovere il cuore verso il prossimo. Durante quelle giornate dense di emozione, la storia antica della santa tornò a intrecciarsi con il presente. Si ricordava la giovane siracusana che accompagnò la madre malata al sepolcro di Agata; la visione in sogno della martire catanese; il voto di povertà e di verginità; le persecuzioni e il martirio del 304. E accanto alla narrazione storica affiorava anche la leggenda popolare: quella degli occhi donati e restituiti da Dio come segno di luce nuova, simbolo di una fede limpida e radicale.
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Le comunità che accolsero il corpo di Lucia rivissero questi racconti come se appartenessero al proprio tempo. Siracusa la riabbracciò nei luoghi del martirio; Carlentini vegliò su di lei notte e giorno; Catania la presentò alla sua Agata, in un incontro simbolico che sembrò riportare alla vita l’antica amicizia spirituale tra le due sante. Ogni città regalò una parte di sé, e ogni celebrazione contribuì a un clima di fraternità e di gratitudine. Nel frattempo, Siracusa apriva l’Anno Santo, concesso in via straordinaria dal Papa, e l’Anno Luciano volgeva al termine: due cornici spirituali che amplificarono il significato della visita. Il popolo, i giovani, i pellegrini arrivati da tutta Italia, tutti sentirono che
Lucia era tornata non solo per essere venerata, ma per ricordare un modo di vivere il Vangelo fatto di gesti semplici: una parola gentile, un atto di cura, un servizio gratuito, una vicinanza autentica verso chi soffre.
La storia del corpo della santa, trafugato nei secoli e custodito con devozione a Venezia, sembrò allora un lungo ponte tra popoli e tempi diversi. Ma la sua presenza in Sicilia, anche se temporanea, portò con sé un messaggio senza età: costruire la cultura dell’incontro, difendere la dignità della persona, camminare nella luce. È questo il filo narrativo che Di Salvo e Ricupero hanno seguito: non solo la cronaca di un viaggio straordinario, ma il racconto di un popolo che ritrova la sua identità guardando negli occhi la sua santa. Una storia antica e nuova allo stesso tempo, perché la luce di Lucia continua a illuminare chiunque, ancora oggi, decida di lasciarsi guidare da lei.

