Ac: educazione a 360 gradi. “Verso l’alto”, buona la prima

Il vicepresidente nazionale di Azione Cattolica traccia un bilancio del convegno svoltosi a Riccione. 1.700 educatori si sono confrontati per tre giorni sul loro servizio, nelle parrocchie e nelle diocesi della Penisola, rivolto a ragazzi, giovani e adulti. “La formazione è al cuore delle scelte associative”

(Fototeca Ac-Emanuele Casalboni)

È andato tutto bene. Questa affermazione è un po’ scivolosa: si usa quando effettivamente una iniziativa è andata bene, ma anche (se ci pensiamo) quando le cose non sono andate bene per niente, ma non è elegante né opportuno sottolineare magagne e problemi. “Verso l’alto”, il convegno nazionale per educatori e animatori di Azione Cattolica, che si è svolto a Riccione dal 5 al 7 dicembre, fa parte della prima categoria, ovvero di una iniziativa che è andata realmente molto bene.

Non sono solo i proverbiali “freddi numeri” a certificare il successo della proposta, anzi i numeri (pur assai significativi) non rappresentano la notizia migliore della tre giorni romagnola. Ma partiamo proprio da qui: 1.700 presenti, tra animatori adulti, educatori Acr, giovanissimi e giovani, assistenti, attraversando sette decadi (da 18 a 88 anni) e 150 diocesi (oltre due terzi delle associazioni diocesane di Azione Cattolica erano rappresentate). Una veglia, due plenarie unitarie, tre incontri di settore (giovani, adulti e Acr), dodici mini convegni con 24 relatori di alto livello, oltre ad altri ospiti molto importanti e significativi nelle varie plenarie. Si è passati dal riflettere sulla vocazione al servizio educativo fino all’attenzione da tenere alta per prevenire gli abusi ai minori e agli adulti vulnerabili, passando per le dodici tematiche dei mini convegni, legate al Progetto formativo dell’Ac, per una scelta educativa coinvolgente, spirituale, mobile, generativa, incarnata, inclusiva, che cura, democratica, critica, ecclesiale, fedele e creativa.

“Verso l’alto” è stato anche preghiera, cura delle relazioni, festa insieme tra giovani e adulti, qualche lacrima per l’emozione…

(Fototeca Azione cattolica italiana)

Dimensioni fondamentali per la riuscita di qualsiasi iniziativa associativa, che a Riccione hanno saputo andare oltre gli inevitabili intoppi (molto pochi in verità) e che hanno aiutato tutti a riconoscersi, a riconoscerci, associazione unitaria e riunita. Una associazione che si vuole spingere verso l’alto, per seguire i passi dei grandi testimoni e saper riscrivere ogni giorno una storia nuova, grazie anche alle diverse migliaia di educatori e animatori che svolgono un servizio prezioso, quotidiano e tenace. “Non credete a chi vi dice che quello che fate non serve”, è stato opportunamente detto al convegno.

L’obiettivo era quello di coinvolgere gli educatori e animatori di base. E, a ben vedere, è stato raggiunto in pieno perché la maggioranza dei convenuti era alla prima esperienza formativa nazionale. Tutto questo non ha comportato problemi, anzi l’entusiasmo di moltissimi giovani e la voglia di esserci degli adulti hanno composto una cornice coerente e una amalgama perfino sorprendente per questa vera e propria “prima volta”. Non era infatti mai capitato, nella lunghissima storia dell’Azione Cattolica, un convegno sugli educatori e animatori che coinvolgesse tutti gli archi d’età, che facesse emergere plasticamente come la formazione sia connaturata nelle scelte dell’associazione, come questa sia il cuore delle scelte dell’Ac a tutti i livelli.

Ideare e realizzare una iniziativa di questo tipo, molto articolata e anche logisticamente complessa, non è stato facile. Ha però dato modo a moltissime persone che partecipano alla vita del centro nazionale di Azione Cattolica, e in particolare quella di Acr, giovani e adulti, di misurarsi in questa vera e propria scommessa che è stata indubbiamente vinta. Lo testimoniano i volti e i sorrisi che si sono susseguiti da venerdì pomeriggio alla fine della mattinata di domenica, giusto il giorno precedente la festa dell’Immacolata, patrona dell’associazione, un’altra coincidenza decisamente felice. E lo testimonia una frase, quasi una battuta, emersa a fine incontro: “Siamo più felici che stanchi, e vi assicuriamo che siamo stanchissimi”.

 

(*) vicepresidente nazionale di Azione Cattolica italiana

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