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Magia e superstizione. Mons. Suetta (Ventimiglia-Sanremo): “Non minimizziamo Halloween, è un abisso travestito da festa”

Nella sua Lettera pastorale, mons. Antonio Suetta avverte contro i pericoli legati a magia, superstizione e Halloween, soprattutto tra i giovani. “Non è un gioco innocuo: il maligno si maschera da angelo di luce”, dice. La risposta è nella fede, nella preghiera e nei sacramenti: “Chi vive nella grazia di Dio non ha nulla da temere”

(Foto AFP/SIR)

Halloween non è un gioco innocuo. Travestimenti e zucche, avverte mons. Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, rischiano di nascondere molto di più: “Il trucco del tentatore è mostrare le cose come non sono”. Nella sua Lettera pastorale mette in guardia da magia, superstizione e fascino dell’occulto, che soprattutto tra i giovani trovano terreno fertile. La risposta, dice, non è la paura ma la fede: “Chi vive nella grazia di Dio non ha nulla da temere”.

(Foto diocesi di Ventimiglia)

Eccellenza, perché ha scelto di scrivere una Lettera pastorale su un tema così delicato?
Sono partito dal rilevare un dato concreto e preoccupante: le numerose persone che si rivolgono al servizio dell’esorcismo, anche nella nostra diocesi. Non si tratta solo di casi di confusione o di fragilità psicologica, che pure esistono e richiedono discernimento. Purtroppo ci sono anche situazioni reali di disturbo di origine demoniaca, dalle più lievi alle più gravi. E sono in aumento. Questo mi ha spinto a interessarmi più da vicino del fenomeno e a scrivere la Lettera.

Quindi il punto di partenza è stato un’esperienza pastorale concreta?
Esattamente. Dialogando con i sacerdoti ho chiesto se questi casi fossero marginali o se indicassero un fenomeno più diffuso. La risposta è stata chiara: non si tratta solo di fragilità psicologiche.

Le forme di disturbo spirituale ci sono, e crescono.

Nella Lettera lei mette in guardia dalle pratiche magiche e superstiziose. Perché ritiene che siano così pericolose?
Perché il pastore, come ricorda sant’Agostino, è una sentinella: deve vigilare e avvertire il gregge dei pericoli che lo minacciano. Oggi vedo una rinascita del paganesimo, che vive di idoli, e agli idoli è sempre collegata la magia. La magia nasce dalla paura di forze superiori e dal desiderio dell’uomo di dominarle. In fondo nasce dall’ignoranza, dalla non conoscenza della verità.

C’è però chi pensa che la magia sia solo illusione e superstizione. Lei invece insiste che c’è di più.
Sì. È vero che, come dice san Paolo, gli idoli non sono nulla. Ma dietro gli idoli si nasconde sempre il padre della menzogna.

La magia non mantiene le promesse che fa: promette potere, protezione, fortuna… e invece è una trappola.

Dietro le false promesse c’è spesso un contatto, più o meno consapevole, con il mondo satanico.

Come nasce Halloween

Halloween affonda le sue radici nell’antica festa celtica di Samhain, celebrata tra il 31 ottobre e il 1° novembre per segnare il passaggio all’inverno. In quella notte si credeva che il confine tra vivi e morti si assottigliasse, permettendo agli spiriti di vagare sulla terra. Con l’evangelizzazione, la Chiesa ha collocato in questi stessi giorni la solennità di Ognissanti (1° novembre) e la Commemorazione dei defunti (2 novembre), offrendo una prospettiva cristiana di speranza e comunione che ha trasformato antiche tradizioni pagane. Nei secoli, accanto a questo sostrato religioso e popolare, si è aggiunto l’aspetto commerciale. Oggi alcuni considerano che Halloween coincida con il cosiddetto “Capodanno dei satanisti”, attribuendo alla notte del 31 ottobre un significato rituale nel contesto occulto. Maschere, travestimenti e il tradizionale “dolcetto o scherzetto” ne sono diventati simboli visibili, ma spesso occultano un vissuto più profondo e controverso.

Il fenomeno tocca anche i giovani. Che responsabilità hanno i genitori e le comunità cristiane?
La responsabilità più grave è il silenzio. Genitori e pastori non devono trascurare, non devono smettere di mettere in guardia. I giovani si avvicinano a queste pratiche per curiosità o per illusione. Cercano di riempire un vuoto che in realtà è sete di mistero. Ma questo desiderio deve essere orientato verso Dio, non tradito con surrogati come la magia e la superstizione.

Halloween viene spesso considerata una festa innocua. Lei scrive che non è così. Perché?
Perché il trucco del tentatore è presentare le cose come non sono.

Halloween, in apparenza, è solo un gioco. Ma in realtà è come sporgersi su un abisso.

Ci fa guardare la morte non come speranza e responsabilità, ma come angoscia.

In che senso questo è pericoloso?
Quando la morte non è illuminata dalla speranza cristiana, genera disperazione. E la disperazione porta a due atteggiamenti sbagliati: il tentativo di dominare le forze occulte, oppure il ridurre la vita a un semplice carpe diem senza regole. In entrambi i casi si nasconde la menzogna del maligno. È la stessa tentazione che Satana ha rivolto a Gesù: “Vedi i regni del mondo, se ti inginocchi e mi adori tutto sarà tuo”.

(Foto AFP/SIR)

Lei collega Halloween anche a un aspetto direttamente satanico.
Sì. Non dobbiamo dimenticare che coincide con il Capodanno dei satanisti ed è la notte più importante per il culto a Satana.

La Bibbia dice che il diavolo si veste da angelo di luce: così Halloween si presenta come divertimento innocuo, ma in realtà fa lambire situazioni oggettivamente pericolose.

Quindi il problema non è solo la festa in sé, ma la perdita della prospettiva cristiana sulla morte.
Esattamente. Se togliamo dal cuore la speranza cristiana e la comunione dei santi, la morte torna a essere una superstizione paurosa, come per gli antichi pagani.

Nella Lettera lei scrive che chi vive in grazia di Dio non ha nulla da temere. Quali sono, concretamente, le armi spirituali del cristiano?
San Paolo parla dell’armatura spirituale: elmo, corazza, spada, calzari. È un’immagine che lui collega ai doni della grazia. Questi doni sono due, fondamentali: la preghiera e i sacramenti.

Perché la preghiera è così importante?
Perché è l’espressione concreta della nostra relazione con Dio. È la fede che diventa dialogo, invocazione, fiducia.

La preghiera è la difesa più grande contro lo spirito del male.

E i sacramenti?
I sacramenti sono i canali della grazia: ci arricchiscono e ci rigenerano. Chi vive nella fede e nella grazia è al sicuro dagli attacchi del maligno. La Chiesa è l’ovile di Cristo: chi resta dentro è protetto, chi esce si espone al pericolo. San Pietro descrive il diavolo come un leone ruggente che va in giro cercando chi divorare.

È per questa responsabilità che ha scritto la Lettera?
Sì. Se noi minimizziamo queste immagini, abbassiamo il livello di guardia. È qui che nasce la mia responsabilità come vescovo: mettere in guardia e richiamare alla fede. Perché chi vive nella grazia di Dio non ha nulla da temere.

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