La speranza itinerante in un dono inaspettato. L’esperienza di una Piccola Sorella

Con una celebrazione eucaristica al Santuario romano del Divino Amore si è concluso ieri, domenica 19 ottobre, il Giubileo dei Rom, Sinti e Caminanti. A presiedere la liturgia il card. Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per lo sviluppo umano integrale. Il giorno prima, sabato 18 ottobre, tutti avevano varcato la porta dell'aula Paolo VI per partecipare all’udienza con Leone XIV. “Ho sentito tanta tenerezza nelle parole che il Papa ci ha rivolto”, dice al Sir sr. Maria Giulia delle Piccole Sorelle, per tanti anni impegnata nella pastorale con i rom e sinti

(Foto Vatican Media/SIR)

Si è concluso ieri, domenica 19 ottobre, con una celebrazione eucaristica al Santuario del Divino Amore, il Giubileo dei Rom, Sinti e Caminanti. A presiedere la liturgia il card. Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per lo sviluppo umano integrale. Il giorno prima, sabato 18 ottobre, i rom, sinti e caminanti avevano partecipato all’udienza con Leone XIV. “Con la vostra presenza – ha esordito il papa – ci ricordate che ‘la speranza è itinerante e oggi, ci sentiamo tutti rimessi in cammino dal dono che portate con voi al Papa: la vostra fede forte, la speranza incrollabile in Dio solo, la solida fiducia che non cede alle fatiche di una vita spesso ai margini della società”. “Voi – ha aggiunto – potete essere testimoni viventi della centralità di queste tre cose: confidare solo in Dio, non attaccarsi ad alcun bene mondano, mostrare una fede esemplare in opere e parole”.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

“Ho sentito tanta tenerezza nelle parole che il Papa ci ha rivolto”, dice al Sir sr. Maria Giulia delle Piccole Sorelle, per tanti anni impegnata nella pastorale con i rom e sinti: “anch’io, anche noi piccole sorelle, abbiamo ricevuto e riceviamo, nei campi nomadi, il dono di essere testimoni della forza della fede che alimenta e sostiene la vita. Una fede che si esprime attraverso gesti concreti di condivisione senza calcoli, gratuitamente…”. Posso condividere – prosegue  suor Maria Giulia -, dell’amicizia ricevuta e donata nella condivisione della vita all’interno dei campi nomadi. Alcune situazioni vissute mi sono fisse nel cuore e nella mente e mi hanno aiutato a crescere umanamente e spiritualmente”. La religiosa racconta quanto accaduto durante una messa celebrata in un campo nomadi, in particolare durante la lettura del Vangelo. “Se qualcuno vi darà anche soltanto un bicchiere d’acqua per il fatto che siete discepoli di Cristo, vi assicuro che riceverà la sua ricompensa – ricorda suor Maria Giulia -. A quelle parole un’anziana sinta esclamò: “Ma… vuoi dire che Dio ha visto quando io ti ho dato un bicchiere d’acqua? In fondo un bicchiere di acqua non si nega a nessuno … e Dio si accorge di questo? Dio si accorge di me?”.  Parole che venivano dal cuore e che mi hanno toccato – prosegue la religiosa -, in quel momento ho visto e sentito la gioia di questo e ho capito meglio l’esultanza di Maria quando canta il suo Magnificat e quella di Gesù quando si rivolge al Padre. In particolare quando esclama che ‘ai piccoli è rivelato il mistero del regno dei cieli’. Mi sono accorta insomma dell’importanza che hanno i piccoli gesti quotidiani che esprimono accoglienza, attenzione, gratitudine e parlano al cuore di chi li riceve!”. Quando qualcuno è malato non lo si lascia solo e si inventano mille modi per dirgli “Ti siamo vicini, ti vogliamo bene…”. Un giorno – continua la Piccola Sorella – “avevamo preparato un torta per il compleanno di una bambina del campo. La piccola aveva perso il papà e la mamma si era ritrovata vedova con cinque figli. La vita non è facile per loro. Ma alla vista della torta la sua gioia fu grande: una torta per lei!!!”. Non si aspettava un “simile regalo! Ma la nostra sorpresa fu vedere che, dopo averci calorosamente ringraziato, iniziò a tagliare la torta e la prima fetta non fu per lei. Subito infatti corse a portarla allo zio malato, “perché a lui – disse con un sorriso – piacciono i dolci…”. Dopo lo zio i cuginetti, che avevano il papà in prigione, e così via. Non sono sicura che lei abbia assaggiato la sua torta, ma si è certamente regalata la gioia di poter anche lei avere qualcosa da offrire!!! Non ha fatto calcoli, ha semplicemente condiviso… Un gesto che probabilmente aveva visto fare alla mamma che, quando cucinava una buona zuppa, non mancava di inviarne sempre un piatto anche a noi!”.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

“Spesso – racconta sr. Maria Giulia – ci siamo ritrovate a festeggiare un avvenimento o l’altro con le famiglie. A volte, lo devo confessare, mi sono ritrovata a calcolare il prezzo della festa e immediatamente dopo a giudicare. Quando però ti accorgi che quel banchetto è per tutti e quindi, anche quelli che hanno meno, allora le cose cambiano. Nel campo alla festa possono tutti mangiare a sazietà senza che qualcuno possa sentirsi umiliato per la propria indigenza…”. La Piccola Sorella afferma che tra donne sinte e rom più volte ha visto come si fa “a donare senza far pesare all’altro il suo stato di bisogno. Abbiamo constatato che tra di loro, magari, quando qualcuno intorno a sé vede che qualche famiglia non se la passa bene, non va prima a chiedere se ha bisogno di qualcosa… ma comincia con l’inventarsi una festa e invita tutti a tavola con sé!”.

“Mi ha dato gioia sentire papa Leone – conclude – citare i suoi predecessori e invitare anche i Sinti e i Rom ‘a partecipare attivamente alla missione evangelizzatrice della Chiesa’ e ad ‘essere protagonisti del cambiamento d’epoca in corso, camminando insieme alle altre persone di buona volontà dei luoghi dove vi trovate, andando oltre la diffidenza reciproca, facendo conoscere la bellezza della vostra cultura, condividendo la fede, la preghiera e il pane frutto di lavoro onesto”.

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