“Il grido di speranza, che parte dai giovani, possa arrivare agli estremi confini della terra: pace a voi, a noi, a tutti”. “Che la pace scoppi nei nostri cuori, nelle nostre relazioni, nel nostro stare qui insieme e possa irrigare le nostre comunità, le nostre realtà, le nostre chiese, le nostre tradizioni religiose. Pace, sorelle e fratelli!”. Sono i giovani cristiani con questo accorato appello di pace a concludere questa sera un momento interreligioso di spiritualità che si è svolto a Roma dal titolo “Parole di speranza per l’umanità”, nell’ambito del Giubileo dei giovani. Promosso dal Tavolo nazionale interreligioso dei giovani costituito presso la Conferenza episcopale italiana, all’appuntamento hanno partecipato giovani in rappresentanza di numerose realtà: Unione Buddhista Italiana, Giovani Musulmani d’Italia, Unione Induista Italiana, Amicizia Ebraico-Cristiana, Unione Giovani Ebrei Italiani, Bahà’i, Agesci, Fuci, Acli, Comunione e Liberazione e l’Istituto Soka Gakkai.

Giovani musulmane all’incontro interreligioso per la pace (Foto Sir)
Insieme a don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei e don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, ad accogliere i giovani c’era anche mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei. “Non abbiamo bisogno di mettere tra parentesi le nostre fedi, i nostri credo”, ha detto, “perché sono un motivo di unità e di pace, di profondo riconoscimento del valore di ogni uomo, della sua dignità che non può essere attentata da nessuna ragione politica o economica, da nessuna violenza”.
“Il sentimento religioso chiede a tutti di rispettare la dignità dell’uomo e di deporre le armi, quelle del che abbiamo tra le mani, quelle del cuore, quelle che talvolta veicoliamo con le nostre parole”.
E quindi la preghiera – ha concluso Baturi – “è l’atteggiamento più sincero della speranza, perché chi spera, chiede e chiede a Colui che per amore tutto può concedere”.
I ragazzi hanno scelto di ritrovarsi attorno al segno simbolico dell’acqua: ciascuno si è recato ad una comune fonte d’acqua e l’ha raccolta. Disponendosi quindi in un ampio cerchio, ciascun rappresentante delle fedi religiosi ha declamato un brano tratto da un suo testo sacro ed ha poi letto un messaggio di speranza. “Siamo profondamente onorati di partecipare a questo incontro, che ci vede uniti nella comune umanità, al di là delle differenze di credo e di cultura”, ha detto un rappresentante dei giovani buddisti della Soka Gakkai. Ed ha aggiunto:
“In questo tempo di crisi globali, conflitti e profonde trasformazioni, crediamo che il dialogo tra gli esseri umani, e ancora di più il dialogo interreligioso tra giovani, sia più che mai essenziale per costruire insieme un futuro di pace, dignità e speranza”.
“I Giovani Musulmani d’Italia vi salutano con il messaggio dell’Islam, Assalamu’alaykum, “la pace sia con voi”, ha detto un rappresentante dell’Islam in Italia, osservando che “oggi più che mai la nostra gioventù è chiamata all’azione, a costruire il bene tra i popoli e rompere le catene del male che li soffocano. Oggi più che mai abbiamo il dovere di promuovere i valori universali di pace e fratellanza con i quali la grande famiglia umana ha bisogno di essere dissetata”. E un giovane ebreo dell’Ugei ha detto: “È per me un onore essere qui oggi, in questo spazio condiviso di ascolto, di dialogo e, soprattutto, di speranza”. “La speranza – ha poi concluso – non è attesa passiva, ma immersione fiduciosa nel processo della vita, nella consapevolezza che c’è sempre la possibilità di rinnovarsi, di ricominciare”.
“Come l’acqua che scorre e purifica, così la speranza ci attraversa e ci rende nuovi”.
I giovani si sono divisi per un momento di preghiera secondo la propria tradizione e l’incontro si è concluso con un momento di convivialità: un aperitivo vegano consumato insieme, sulle note di Manuel Buda e la sua band composta da un ebreo, un cristiano e un musulmano. Hanno suonato musica etnica di tradizioni religiose abramitiche.

