Opere di Prossimità. Giubileo dei Giovani: entrare nella vita dell’altro con profondità e delicatezza

Farsi prossimo. Un'esperienza importante e indimenticabile quella vissuta da 5 ragazzi e ragazze della diocesi di Trapani e da una giovane di Ferrara-Comacchio nel primo giorno del Giubileo dei giovani. Insieme alle Missionarie della Carità hanno visitato una famiglia molto bisognosa.

(Foto: Cbm Italia)

“Va e anche tu fa lo stesso”. L’invito di Gesù al dottore della legge ad agire con misericordia e compassione verso chi ha bisogno, senza distinzioni si è trasformato per 5 ragazzi e ragazze della diocesi di Trapani e per una giovane di Ferrara-Comacchio in un’espperienza unica e indimenticabile.  Accompagnati da sr. Valentina delle Oblate di Maria Vergine di Fatima e da sr. Immacolata e sr. Miriam, due sorelle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta, hanno visitato una famiglia molto bisognosa.

I giovani, appena arrivati, sono stati accolti nella casa delle Missionarie nel quartiere Primavalle di Roma, dove le religiose ospitano un gruppo di ragazze madri in difficoltà con i loro bimbi. Dopo un momento di preghiera, i giovani si sono recati da una famiglia molto bisognosa che le missionarie seguono da tempo. Si tratta di una coppia, sposata da 25 anni: la moglie malata che necessita di aiuto concreto ed il marito che si dedica a lei completamente. Una visita racconta Claudia, 31 anni della diocesi di Ferrara-Comacchio, “che ha permesso di portare un sorriso ed un piccolo aiuto concreto a questa coppia piena di amore”. Quella di Primavalle è una delle tante “Esperienze di prossimità” che, in occasione del Giubileo dei giovani, coinvolgeranno oltre 700 giovani pellegrini nelle opere-segno della Caritas diocesana di Roma.

 

L’iniziativa, che nasce dalla collaborazione tra il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile e Caritas Italiana, ha l’obiettivo di offrire ai giovani un’occasione concreta per incontrare realtà che ogni giorno si prendono cura delle persone più fragili. Dunque, in queste giornate piene di incontri, preghiera e riflessione, ci sarà spazio anche per trovare tempo e prendersi cura dell’altro, per lasciarsi sorprendere, a “cuore aperto”. Ed è ciò che hanno vissuto questi ragazzi e ragazze. “Con le Sorelle Missionarie della Carità – dice Claudia – abbiamo condiviso la gioia di metterci al servizio, portando un sorriso ed un piccolo aiuto concreto. Abbiamo aiutato, nella semplicità, a mettere in ordine la casa, a gettare via il superfluo e tra uno scatolone e l’altro si sono intrecciate tante storie. C. e A. ci hanno lasciato la potenza di quell’amore che dura anni, capace di affrontare ogni difficoltà, nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore. Ci hanno raccontato che si può essere fragili e che si può cadere, ma anche che, come diceva Papa Francesco, l’importante è ‘non rimanere caduti’”. Le suore hanno iniziato l’incontro con una sorpresa: A. compiva 58 anni e insieme alla visita dei giovani, ha ricevuto un regalo con candeline, palloncini e un vassoio con delizie mentre gli ospiti cantavano insieme “Scende la gioia”. Una gioia che “è scesa davvero ed ha colmato il cuore e gli occhi di lacrime e amore”, dice Claudia. A. era felicissimo: “è il più bel regalo che potessi ricevere” ha detto commosso. Le religiose missionarie della carità sono state “esempio di umiltà”, e, come dice un canto del Gen Verde hanno mostrato che “cingersi il grembiule, sapersi inginocchiare, ci insegni che amare è servire” senza aver timore di sporcarsi le mani, l’abito, il velo.

“Gesù è meraviglioso” hanno detto Suor Miriam e Suor Immacolata e le ore di oggi – racconta ancora Claudia – ci “hanno lasciato questa meraviglia”. Andare a casa di questa coppia – dice Matteo, 20 anni di Trapani – è stata “un’esperienza molto forte, ci ha permesso di toccare con mano “le piaghe di Cristo”, cioè la povertà assoluta e non solo dal punto di vista materiale. Inoltre ci ha sicuramente insegnato ad avere molta più cura delle cose e che a volte bastano dei piccoli gesti per aiutare qualcuno più bisognoso di noi”.

Grazie alle suore di Madre Teresa di Calcutta “abbiamo avuto la possibilità – aggiungono Elena e Giorgia, rispettivamente di 15 e 17 anni, anch’esse  della diocesi di Trapani – di prestare servizio aiutando questa coppia. Le suore  poi ci hanno mostrato concretamente cosa vuol dire  quel ‘lo avete fatto a me’ ed é stato bello vedere la loro gentilezza, la loro affabilità e quel modo riuscire sempre a tendere una mano e ad aiutare senza pregiudizi facendo sentire la loro vicinanza e con il sorriso”. “Quando mi è stata proposta questa attività – sottolinea Chiara, 18 anni -, non sapevo cosa aspettarmi, non avrei mai immaginato che persone come me potessero trovarsi a vivere in certe condizioni. Eppure, nonostante tutto, ci hanno aperto le porte della loro casa e ci hanno accolto con calore, condividendo con noi la loro storia. Grazie a loro, abbiamo potuto capire quanto sia facile perdersi e intraprendere una strada fatta di errori, truffe e degrado”. Chiara si dice grata, come tutti, per questa esperienza con la quale hanno aperto il Giubileo dando loro la possibilità di conoscere questa realtà, che “all’apparenza ci appare lontana, ma che in realtà è molto più vicina a noi di quanto possiamo immaginare”. L’esperienza “più bella della mia vita – dice convinto Loris -, abbiamo aiutato chi aveva bisogno, abbiamo imparato qualcosa su una situazione di vita  che non conoscevamo”. Al termine Claudia ha incontrato,  nella casa delle Missionarie, alcune delle signore ospiti con i loro bimbi nati da poco. Un incontro – spiega Claudia – che ha chiuso la nostra meravigliosa esperienza e che ha racchiuso in sé lo sorpresa e la meraviglia dell’essere accolti. Grazie per averci insegnato cosa significa la delicatezza e la profondità nell’entrare nella vita dell’altro”.

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