Famiglie in preghiera da tutto il mondo davanti alle reliquie di Santa Teresina

Alla Santissima Trinità dei Monti, famiglie da tutto il mondo si sono ritrovate per il Giubileo con Santa Teresa di Lisieux. Preghiera, giochi, dialogo e reliquie: “La lingua del cuore è universale”, afferma Papa Leone XIV. Un giorno di grazia tra nonni, genitori e bambini

(Foto SIR)

“Santa Teresina, vorrei avere un fratellino”, “Intercedi per la mia famiglia”, “Chiedi per noi preghiere e benedizioni”. Sono migliaia i bigliettini rosa posti ai piedi delle reliquie di Santa Teresa di Gesù Bambino, la santa di Lisieux, carmelitana francese, e a quelle dei genitori, i coniugi Louis Martin e Marie-Azélie (Zélie) Guérin, canonizzati da Papa Francesco il 18 ottobre 2015. Grafie eleganti, altre incerte, tipiche dei bambini, preghiere lunghe o brevi frasi scritte in varie lingue per chiedere benedizioni per la propria famiglia. Siamo nella chiesa Santissima Trinità dei Monti, in cima alla scalinata di piazza di Spagna, una delle sei chiese incluse nel cammino giubilare dedicato alle “Donne Patrone d’Europa e Dottori della Chiesa”. Ieri, 30 maggio, in occasione del Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani, sono stati organizzati giochi per bambini nei giardini, una mostra su Santa Teresina nel chiostro, momenti di preghiera, la recita del rosario, la Messa e una veglia. Decine di sacerdoti, tra cui il rettore padre Fabrice Du Haÿs, erano disponibili per benedizioni e confessioni.

Famiglie in preghiera e in dialogo. Maria Carla e Bruno sono arrivati con le figlie Matilde e Flora dalla diocesi di Mondovì: “È molto bella questa attenzione che la Chiesa rivolge alle famiglie – dicono –. Abbiamo bisogno di pace e serenità”. In giardino i bambini si rincorrono, disegnano, giocano a pallone, mentre i genitori chiacchierano. Silvia, dalla diocesi di Genova, nota: “Dopo pochi minuti si entra subito in un profondo dialogo spirituale. Le famiglie cattoliche necessitano di questi momenti”. Fabrizio e Cristiana, romani, aggiungono: “Questi momenti sono fondamentali per le famiglie. Spiace constatare che nelle parrocchie la pastorale familiare ordinaria è carente. Come coniugi siamo lasciati un po’ soli”. Dai Paesi Bassi arrivano i cognati di Benedetto: “In un Paese dove la famiglia è fluida, quella cristiana è supportata. Le famiglie sono la parrocchia”. Davanti alle reliquie dei coniugi Martin, Fabrizio e la moglie si commuovono: “Con la loro testimonianza, sono un esempio e un punto di riferimento importante”. Guardano i figli giocare con altri bambini stranieri: “È emozionante, sono piccoli, non parlano le altre lingue; eppure, riescono a giocare e a modo loro a dialogare”.

Una Chiesa che accoglie e accompagna. Giovanna e Ludovico, con la figlia Alice di pochi mesi, raccontano: “Siamo molto contenti di essere qui. È un bel momento di incontro e confronto. Abbiamo conosciuto altre coppie giovani con figli piccoli, condiviso le stesse emozioni e scoperto che per il futuro dei nostri bambini abbiamo gli stessi timori”. In molti si danno appuntamento per la Messa con Papa Leone XIV. Dal 2016 la chiesa e il convento sono affidati alla Comunità dell’Emmanuele: “Dal primo pomeriggio accogliamo migliaia di famiglie – dichiara Marie-Pierre Dabadie –. Provengono dal Messico, Romania, Francia, Svizzera, Italia. Vogliono tutti venerare le reliquie e chiedere una grazia a Santa Teresina che nel 1887, in occasione di un pellegrinaggio a Roma, sostò in preghiera con il papà nella cappella della Mater Admirabilis”. I coniugi Martin sono stati i primi sposi ad essere canonizzati insieme. “In tanti si rivolgono a loro per chiedere preghiere per la famiglia, per l’unità della coppia, per essere guidati nella crescita dei propri figli”. Santa Teresa di Lisieux è patrona universale delle missioni. “L’accoglienza è la nostra missione – spiega –. Ogni giorno arrivano pellegrini da Iraq, Siria, Etiopia, anche semplici turisti non credenti ma che hanno desiderio di Dio e della pace. I frutti di questo Anno Giubilare è la ricerca di senso da parte dei non credenti e l’apertura dei giovani. Le persone vogliono nutrire la loro parte interiore. Tante famiglie in crisi vengono qui proprio per racquistare la serenità e ricominciare un cammino insieme. Cercano la pace del cuore”. Ogni giorno, in cima alla scalinata che conduce in chiesa, c’è sempre un membro della Comunità che accoglie i nuovi arrivati con un sorriso e una stretta di mano. “Quest’ospitalità meraviglia sempre tutti – le parole di Marie-Pierre –. Molti ci chiedono se devono lasciare un’offerta per il solo fatto che abbiamo trascorso del tempo con loro. Noi facciamo solo quello che possiamo per accogliere tutti, siamo dei servitori, seminiamo piccoli semi. I frutti del nostro lavoro li vedrà il Signore”. In chiesa ci sono ancora persone in ginocchio davanti al reliquiario, i cestini sono colmi di foglietti. Grandi e bambini si scambiano sorrisi e abbracci. È palpabile il desiderio condiviso di camminare insieme e di riscoprire legami autentici.

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