Il Papa è “tale proprio perché è vescovo di Roma. In realtà sarebbe più corretto dire che prima di tutto è vescovo di Roma, luogo di comunione della Chiesa universale, e quindi supremo pastore della Chiesa. Il Papa è infatti successore di Pietro che ha donato la sua vita proprio nella città di Roma”. Lo dice al Sir mons. Angelo Lameri, professore ordinario di Liturgia e sacramentaria generale alla Lateranense e consultore dell’Ufficio celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice a pochi giorni dalla celebrazione eucaristica e insediamento di Leone XIV sulla Cathedra romana nella Basilica di San Giovanni in Laterano – che avverrà oggi, domenica 25 maggio – che per antica consuetudine viene additata come “madre e capo di tutte le chiese della Città di Roma e del mondo”.
Mons. Lameri, partiamo dall’elezione del Papa: cosa significa per il Popolo di Dio l’annuncio del protodiacono “Habemus papam”?
“Ero in piazza San Pietro quando il card. Mamberti ha pronunciato queste parole. Ciò che ho sperimentato insieme a tutte le persone presenti all’evento è stata una sensazione di gioia e al tempo stesso di serenità. L’annuncio infatti viene a sollevare il popolo di Dio dal dolore per la perdita del suo pastore. Se una traduzione letterale ci suggerisce di dire ‘abbiamo un Papa’, o ‘abbiamo un nuovo Papa’, il suo significato più profondo è: il Signore ci ha donato un nuovo pastore, il Signore continua a prendersi cura della sua Chiesa, non abbandona il suo gregge e dona un pastore secondo il suo cuore”.
Al momento in cui l’eletto accetta l’elezione canonicamente avvenuta diventa Vescovo di Roma e pastore della Chiesa Universale. Perché vescovo di Roma?
Non dimentichiamo che il papa è tale proprio perché è vescovo di Roma. In realtà sarebbe più corretto dire che prima di tutto è vescovo di Roma, luogo di comunione della Chiesa universale, e quindi supremo pastore della Chiesa. Il papa è infatti successore di Pietro che ha donato la sua vita proprio nella città di Roma. La Chiesa di Roma, fin dai primi secoli, è colei che presiede nella carità. È, per usare le parole di un antico inno, la città che è stata rivestita del mantello di porpora (colore imperiale) non a sua lode, ma per il sangue versato dagli apostoli Pietro e Paolo e proprio per questo risplende di gloria non per suo merito, ma per la testimonianza dei principi degli apostoli. Per questo motivo, nei giorni successivi alla celebrazione di inizio pontificato, nella quale il nuovo papa prega sulla tomba di Pietro, si reca alla Basilica di san Paolo fuori le Mura, per raccogliersi in preghiera davanti al sepolcro dell’apostolo Paolo.
L’elezione del nuovo Papa è accompagnata successivamente da una serie di celebrazioni a partire dalla messa di inizio del ministero petrino. Perché?
La messa per l’inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma vuole esprimere quanto detto prima. Si svolge a San Pietro, luogo del martirio e della sepoltura del primo tra gli apostoli. All’inizio della celebrazione il Papa si raccoglie in preghiera, con i patriarchi della Chiese orientali, proprio presso il sepolcro dell’apostolo. È lì che sono stati deposti e poi presi per essere consegnati, il Pallio pastorale e l’Anello del pescatore. La prima insegna, confezionata con lana di agnelli, richiama il buon Pastore che si carica sulle spalle la pecora perduta e rimandando così all’episodio evangelico dell’apparizione del risorto a Pietro, il quale, interrogato sull’amore, riceve il compito di pascere i suoi agnelli e le sue pecorelle (Gv 21,15-17). L’anello è segno della fedeltà del Vescovo alla sua Chiesa. L’anello che il nuovo Papa riceve ha anche la valenza specifica dell’anello-sigillo che autentica e conferma la fede dei fratelli, altro compito affidato a Pietro. Si chiama del Pescatore, per rievocare l’episodio evangelico della pesca miracolosa (Gv 21,3-14), dove Pietro ha mostrato la sua fede in Gesù e nella sua parola.

(Foto Calvarese/SIR)
Dopo la messa di inizio pontificato un momento significativo è la celebrazione eucaristica di insediamento sulla Cattedra a San Giovanni in Laterano. Ci può spiegare il significato di questa celebrazione. Quali le caratteristiche di questa celebrazione? Come si svolgerà?
Il rito è molto semplice. All’inizio della celebrazione della Santa Messa, il cardinale vicario per la diocesi di Roma esprime la gioia della Chiesa romana nell’accogliere il suo Vescovo, successore dell’apostolo Pietro. Dopo di che il Papa sale alla cattedra della basilica di san Giovanni in Laterano, che è la cattedrale propria del Vescovo di Roma. Il senso di questo rito è stato mirabilmente sintetizzato da Benedetto XVI il giorno del suo insediamento sulla cattedra romana: ‘Questo è il compito di tutti i Successori di Pietro: essere la guida nella professione di fede in Cristo, il Figlio del Dio vivente. La Cattedra di Roma è anzitutto Cattedra di questo credo. Dall’alto di questa Cattedra il Vescovo di Roma è tenuto costantemente a ripetere: Dominus Iesus – Gesù è il Signore, come Paolo scrisse nelle sue lettere ai Romani (10, 9) e ai Corinzi (1 Cor 12, 3). Colui che siede sulla Cattedra di Pietro deve ricordare le parole che il Signore disse a Simon Pietro nell’ora dell’Ultima Cena: ‘e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli…’. Colui che è il titolare del ministero petrino deve avere la consapevolezza di essere un uomo fragile e debole – come sono fragili e deboli le sue proprie forze – costantemente bisognoso di purificazione e di conversione. Ma egli può anche avere la consapevolezza che dal Signore gli viene la forza per confermare i suoi fratelli nella fede e tenerli uniti nella confessione del Cristo crocifisso e risorto. Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza di Cristo’”.
Dopo questa celebrazione il Papa compie una sosta nella Basilica di Santa Maria Maggiore?
La Basilica di Santa Maria Maggiore è la Basilica mariana per eccellenza. Lì viene venerata la Madre di Dio ed è conservata l’immagine della Salus Populi Romani. Il successore di Pietro si reca a pregare la Vergine Santa e a invocare la sua intercessione, perché colui che assume la guida della Chiesa non può fare a meno di colei che della Chiesa è Madre. Il primo degli apostoli si rivolge a colei che è benedetta fra tutte le donne e fin dalla Chiesa nascente è presente in preghiera accanto ai discepoli del Signore per invocare il dono dello Spirito Santo.

