In molte parti del mondo, oggi, 8 maggio, i cristiani dirigono lo sguardo degli occhi e del cuore verso la Vergine del Rosario di Pompei, il cui santuario in terra campana è particolarmente caro ai Papi sin dalla sua fondazione ad opera del beato Bartolo Longo.
Questo stretto legame tra i successori di Pietro, Pompei e la Vergine non può non farci pensare al Conclave, iniziato ieri per dare alla Chiesa universale il Pastore che Dio ha scelto per guidare la comunità credente con la parola e l’esempio.
Il Conclave, infatti, viene descritto come momento in cui
tutta la Chiesa si riscopre “cenacolo di preghiera” in attesa di una nuova Pentecoste
che riveli al mondo la natura e la missione dei cristiani attraverso l’operato dei cardinali elettori: “È necessario, infatti, che tutta la Chiesa, come la prima comunità dei cristiani, di cui si parla negli Atti degli Apostoli (cf. 1,14), in unione spirituale con Maria, Madre di Gesù, perseveri concordemente nella preghiera per ottenere dal Signore un degno Pastore” (Ordo Rituum Conclavis, 2).
I santuari mariani hanno il compito di mantenere viva questa dimensione pentecostale della preghiera, che sempre chiede la venuta, la presenza e l’azione dello Spirito perché la comunità intera diventi quel il Cristo vuole che sia nel mondo, per il mondo, ma non del mondo. E lo fanno guardando Maria e insieme alla Madre di Gesù, perché Ella, quale Madre della Chiesa, attraverso le tante devozioni che ne raccontano l’amorosa presenza in mezzo al popolo di Dio in cammino, ricorda l’essenziale con cui discernere tra ciò che è attesa e desiderio puramente mondani e ciò che è invece il sogno che Dio gratuitamente regala all’umanità come possibilità di cambiamento, rinascita, rinnovamento.
L’essenziale che oggi la Chiesa intera invoca per i cardinali elettori e per il loro discernimento; l’essenziale che i Papi hanno cercato, trovato e additato nella Vergine del rosario di Pompei, mostrandola come donna e madre che sostiene il discernimento dei suoi figli e figlie.

