Francesco, un Papa “al di là” del protocollo

L’icona di questo cambiamento potrebbe essere individuata nelle sue scarpe nere, nella sua semplicità disarmante. Ha scelto di parlare non (solo) con i concetti, ma (soprattutto) con i gesti

(Foto Calvarese/SIR)

Un detto popolare, molto usato e forse un po’ banale recita così: “morto un Papa se ne fa un altro”. Come se fosse una cosa ordinaria, un normale avvicendarsi delle cose di questo mondo.
E in fondo è così. Tutto passa e lo sappiamo non da oggi. Ma c’è anche qualcosa che rimane, perché ogni giorno è sempre più ricco di quello che è tramontato.
Così è anche in questo saluto a Papa Francesco. È arrivato alla meta, dopo aver combattuto, per dirla con San Paolo, la buona battaglia, e certamente riceve il premio, che non sarà una medaglia d’oro, ma un abbraccio tenero e confidente di quel Padre misericordioso cui ha affidato la vita.
È passato Francesco, ha fatto Pasqua. E cosa rimane? Lo diranno con dovizia di particolare i commentatori e poi gli storici della Chiesa. A caldo, però, viene una riflessione: hanno ragione quanti dicono che Francesco non ha cambiato nulla, non ha toccato alcun aspetto della dottrina, nonostante le numerose e spesso spiazzanti dichiarazioni pubbliche. Tutto rimane come prima, dunque? Forse no.

In realtà Francesco ha cambiato la prospettiva. Ha cioè mostrato un modo di essere della Chiesa al di là delle questioni dottrinali.

L’icona di questo cambiamento potrebbe essere individuata nelle sue scarpe nere, nella sua semplicità disarmante, nei gesti al di là del protocollo. Eppure era certamente un fine teologo, un gesuita, uomo colto e ben formato nella dottrina. Ma ha scelto di parlare non (solo) con i concetti, ma (soprattutto) con i gesti. Avvicinandosi in modo inusuale per un Papa (in questo simile al suo predecessore Giovanni XXIII) alla gente comune, ai piccoli, ai poveri, agli “scarti”.
Tutti, credo, hanno avvertito la “novità” del papato di Francesco. Eppure non ha cambiato il catechismo. E se questo significasse che proprio il catechismo, le affermazioni dottrinali, non sono poi la cosa più importante? Se questo lasciasse immaginare una de-istituzionalizzazione della Chiesa? Uno spogliarsi progressivo dei decori e degli abiti pomposi per tornare ad una semplicità evangelica richiamata dallo stesso nome, Francesco? Alter Christus.
Probabilmente è questa parte dell’eredità che potrà cogliere la comunità cristiana tutta.

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