“Cuneo è al vertice della sanità nazionale ed è da sempre all’avanguardia nella ricerca”. Il concetto, che non è uno slogan, ritorna molto spesso nella serata di presentazione della Pet e del lancio del nuovo progetto del Tomasini Campus, e a confermarlo sono i due ex ministri presenti a Cuneo per l’inaugurazione, entrambi medici di medicina nucleare. Per Maria Cristina Messa, già ministra dell’Università e della Ricerca del governo Draghi, docente a Milano: “L’ospedale di Cuneo è da sempre uno dei riferimenti di ricerca a livello nazionale in medicina nucleare ed ematologia. La ricerca si fa qui da sempre e ora con questo macchinario ancora di più, è qui lo sviluppo a cui tutto il Paese guarda”.
E a ribadirlo è l’ex ministro alla sanità il garessino Ferruccio Fazio, che il direttore della Fondazione Ospedale Massimo Silumbra, presenta a ragione come un “pioniere in Italia della medicina nucleare” che dice “Cuneo è uno degli ospedali più valutati in Italia. Ma dobbiamo fare tutti qualcosa. La sanità per funzionare deve essere circolare, deve partire dal territorio arrivare all’ospedale e tornare al territorio ma se il territorio non funziona e non funziona l’appropriatezza delle prestazioni, neppure con questi macchinari di terzo livello riusciremo ad abbattere le liste di attesa. Ma l’ospedale di Cuneo è un‘eccellenza riconosciuta”.
Ma nella chiesa dei Gesuiti, che diventerà aula magna del futuro progetto della Fondazione Ospedale si sono succeduti gli interventi per presentare non solo un macchinario eccezionale per la sanità pubblica ma anche un progetto e un processo di coinvolgimento di una comunità ampia che ha portato al successo della raccolta fondi promossi dalla Fondazione Ospedale. 609 donatori hanno permesso tutto ciò dai grandi come Intesa, Fondazione, Banche, ai tanti cuneesi che hanno donato.
“Noi facciamo i fatti e se si fanno insieme tutto si può fare. Basta scorrere le date del progetto e si capisce che questo è un miracolo, un esempio incredibile di cosa può fare il lavoro di squadra” così ha detto la presidente della Fondazione Silvia Merlo.
Per la sindaca Patrizia Manassero la serata è la testimonianza di quello che sa fare Cuneo ma chiede anche che ora si pensi al nuovo ospedale e quello che sarà del Santa Croce attuale, mentre per il presidente della Regione Alberto Cirio è un traguardo eccezionale “per il nostro ospedale, dico nostro anche di noi albesi perché Cuneo è riferimento hub di tutti”. Poi spetta a lui confermare che ora si può pensare al nuovo ospedale di Cuneo e che “ci sono 20.554.000 euro tra fondi regionali e statali a disposizione di Tranchida per il bando di progettazione. Sono un liberale e credo che ospedali e scuole debbano essere fatti con i soldi pubblici”.
E il direttore generale del Santa Croce Livio Tranchida mentre ringrazia tutti per il traguardo non si ferma: “Dateci i soldi veri e noi facciamo l’ospedale nuovo. Il territorio ha il dovere di avere un nuovo ospedale e dipende da quanti i cuneesi saranno uniti. Siamo tra in migliori ospedali d’Italia e l’eccezionalità sta nel fatto anche che siamo in una piccola città, ma siamo anche tra i due ospedali, l’altro è Firenze, più antichi d’Italia. La tecnologia fa tanto, il nuovo ospedale anche e sono necessari ma non sono cose sufficienti bisogna saper ascoltare e comunicare puntare su umanizzazione che solo il personale sa dare. Riceviamo un dono importante che da solo non fa nulla ma il valore vero è come noi lo utilizzeremo. Siamo l’unico ospedale in Italia ad avere tutti i macchinari Pnrr già attivi e funzionanti e abbiamo letteralmente rivoluzionato l’intero parco di grandi attrezzature e tecnologie avanzate ma è il personale che fa funzionare tutto. Nello stato di fragilità con cui riceviamo i pazienti una parola vale come una cura”.
A chiudere la nuova sfida lanciata da Silvia Merlo: “La parola chiave è la ricerca, lo abbiamo sentito più volte, ora investiamo nei giovani e nel domani. Il prossimo progetto, il Tomasini Campus è la nostra nuova missione per questa città e per questa provincia che ha un ospedale di eccellenza. Chiedo supporto per il progetto prossimo e lo chiedo da subito tutti. I miracoli sono possibili se si lavora insieme e ho toccato con mano che qui a Cuneo si può”.
E la sfida è nel cuore della città, dove un tempo c’era il collegio dei Gesuiti in cui hanno studiato centinaia di studenti cuneesi e non solo, diventerà un campus destinato ai giovani medici specializzandi, ma allo stesso tempo uno spazio aperto alla città, di scambio culturale. Quella che finora è stata una chiesa diventerà aula magna da 300 persone, al pian terreno un giardino interno e spazi comuni e poi ai piani superiori quaranta unità residenziali per i giovani professionisti che all’ospedale di Cuneo lavorano e si formano.