Con Papa Francesco, i bambini aiutano i bambini in tutto il mondo

Appuntamento a Roma il 25 e 26 maggio per la prima Giornata mondiale dei bambini fortemente voluta dal pontefice. Per costruire un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico occorre imparare da loro. L’esperienza di Missio Ragazzi e della Poim, con il protagonismo missionario dei più piccoli. Iniziative di solidarietà nei 5 continenti

(Foto Calvarese/SIR)

In occasione della prima Giornata mondiale dei bambini (Gmb), in programma a Roma per il 25 e 26 maggio e voluta da Papa Francesco, anche il mensile per ragazzi “Il Ponte d’Oro”, edito dalla Fondazione Missio (www.missioitalia.it), dedica copertina e dossier alla stretta amicizia tra il Santo Padre e i più piccoli. Non è solo questione di intesa o simpatia, ma anche e soprattutto di una convinzione: per costruire un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico, occorre imparare dai bambini e dalle bambine. Con loro Papa Francesco apre un dialogo sincero che va dritto ai temi più importanti per l’umanità, come salvare il Creato o costruire la pace.

Piccoli-grandi protagonisti. Per il Santo Padre i ragazzi non sono solo gli uomini e le donne del domani: sono già importanti oggi, cittadini del mondo attuale, protagonisti di un cambiamento proprio adesso. Nel suo messaggio in occasione della Gmb si rivolge a loro con queste parole: “Gesù ci chiama e ci vuole protagonisti con Lui di questa Giornata mondiale, costruttori di un mondo nuovo, più umano, giusto e pacifico. Lui, che si è offerto sulla croce per raccoglierci tutti nell’amore, Lui che ha vinto la morte e ci ha riconciliati col Padre, vuole continuare la sua opera nella Chiesa, attraverso di noi”. Insomma, per Francesco ciascun bambino può e deve essere protagonista nel migliorare il mondo, seguendo la volontà e gli insegnamenti di Gesù.

Ragazzi missionari, amici speciali. È proprio quello che fanno i ragazzi missionari, amici speciali del pontefice perché lo aiutano ad arrivare in ogni angolo del pianeta. In quale modo? Con il loro impegno, con le preghiere e la solidarietà. Come insegna a fare la Pontificia opera dell’infanzia missionaria che il 19 maggio di quest’anno ha compiuto 181 anni. Chi sono concretamente i ragazzi missionari? Sono tutti i bambini battezzati perché, come ripete spesso Papa Francesco, ogni battezzato è missionario. Ecco perché ciascun bambino, ma anche adolescente, giovane, adulto, anziano, è missionario. Per aiutare il Papa ad arrivare in ogni angolo del pianeta, da 181 anni esiste l’Opera della santa infanzia, proprio quella che riunisce tutti i ragazzi missionari del mondo. Fu fondata il 19 maggio 1843 da mons. Charles de Forbin Janson (qui sotto il video-cartoon realizzato da Missio Ragazzi, che descrive chi è). Poi, il 3 maggio 1922, papa Pio XI, consapevole del grande contributo che in circa 80 anni l’Opera aveva dato alle missioni, la fece sua, riconoscendola come “pontificia”. Da quell’anno, dunque, il nome della rete che unisce tutti i ragazzi missionari del mondo è diventato Pontificia opera della santa infanzia, anche conosciuta come Pontificia opera dell’infanzia missionaria (Poim). Così in questo mese di maggio l’Opera festeggia sia il suo 181esimo compleanno, sia il suo 102esimo anniversario di titolo “pontificio”.

Cos’è la Poim. La Pontificia opera dell’infanzia missionaria è un ente della Chiesa universale che con il tempo, nei vari Paesi del mondo, ha assunto nomi diversi. In Italia, per esempio, oggi è chiamata Missio Ragazzi. Ma questo non cambia la sostanza della proposta né l’unità tra tutti i bambini e gli adolescenti delle 130 nazioni del mondo dove è presente l’Opera. Fedeli all’impegno che il vescovo Charles dette in origine ai ragazzi francesi, ovvero “Un’Ave Maria al giorno e un soldino al mese” per sostenere i loro coetanei cinesi in grave difficoltà, oggi tutti i ragazzi missionari hanno fatto proprio un motto ancora più ricco: “I bambini evangelizzano i bambini, i bambini pregano per i bambini, i bambini aiutano i bambini di tutto il mondo”. Ciò significa che non dimenticano di affidare a Gesù i loro coetanei dei vari continenti e si impegnano per offrire un piccolo contributo in denaro che assicuri un futuro migliore ai bambini più in difficoltà, grazie al Fondo universale di solidarietà dell’infanzia missionaria (un grande salvadanaio che raccoglie le offerte donate da ciascuno). Grazie a questi aiuti, tantissimi ragazzi possono conoscere Gesù e la sua Parola, mangiare, studiare, avere un tetto sotto cui dormire, curarsi. Come? Con la realizzazione dei progetti Poim che la Fondazione Missio promuove e realizza (clicca qui per approfondire: https://www.missioitalia.it/assistenza-allinfanzia/).

(*) redazione “Popoli e Missione” e “Il Ponte d’Oro”

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