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A dieci anni dalla canonizzazione di Giovanni Paolo II

Il ricordo del pontefice polacco nella Basilica Vaticana e in Polonia, nelle parole dei cardinali Dziwisz e Comastri. Ricordato lo speciale legame con i giovani e l'incontro con Agca di cui ancora oggi non si conoscono i contenuti

“La vita di Giovanni Paolo II è stata una continua obbedienza al Vangelo di Gesù”. Così, il vicario generale emerito per la Città del Vaticano card. Angelo Comastri ha aperto la sua omelia nella Basilica di San Pietro in occasione del 10° anniversario della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Una solenne liturgia, cui hanno partecipato molti fedeli presieduta dal Decano del Collegio cardinalizio card. Giovanni Battista Re. Numerosi i concelebranti tra i quali anche il card. Stanisław Dziwisz, già segretario particolare del Papa polacco e arcivescovo emerito di Cracovia.
Nelle parole del card. Comastri il ricordo della strenua difesa della vita umana da parte di Giovanni Paolo II e il suo richiamo al diritto alla vita quale fondamento di ogni “umana convivenza”. Il cardinale ha anche sottolineato il coraggioso impego di Wojtyla per la pace nel mondo il cui testimone, oggi, viene portato avanti da Papa Francesco. Comastri ha anche parlato dello speciale rapporto che legava Giovanni Paolo II ai giovani. “Il pontefice polacco – ha affermato – ha cercato i giovani e i giovani l’hanno sentito amico: amico vero, amico sincero, amico che non scende a compromessi per avere audience, amico che non annacqua la proposta evangelica per diventare popolare, amico che non usa la demagogia per strappare gli applausi giovanili”.

Ed è proprio per queste ragioni, ha ribadito Comastri, che “i giovani hanno amato intensamente Giovanni Paolo II e l’hanno cercato come si cerca un padre che, all’opportunità, sa anche correggere, perché sa amare veramente e in maniera leale”.

Chiudendo la sua omelia e parlando a braccio, il card. Comastri, ha voluto raccontare di un incontro tra Giovanni Paolo II con Alì Agca che nel 1981 tentò di ucciderlo in piazza San Pietro. I due ebbero modo di trovarsi il 27 dicembre del 2014 nella cappella di San Sebastiano della Basilica di San Pietro dove riposano le spoglie del pontefice. Senza svelare tuttavia il contenuto, tutt’ora ignoto, del colloquio tra il Papa e il suo attentatore, Comastri ha raccontato che Agca si recò all’incontro con un mazzo di fiori ricordando che proprio in quella data, nel 1983, il Pontefice gli aveva fatto visita nel carcere romano di Rebibbia. “Ringraziamo Dio per i frutti della fede, speranza e carità che ha portato e porta sempre alla Chiesa la santità di Giovanni Paolo II”, ha detto il card. Stanisław Dziwisz, che non ha mancato di esprimere la sua gratitudine per la celebrazione nella Basilica vaticana. Il presule “a nome di coloro che amano e hanno amato a Giovanni Polo II” ha voluto esprimere la sua riconoscenza nei confronti sia di Benedetto XVI, che aveva aperto la strada della beatificazione del pontefice polacco, sia a Papa Francesco che “proprio 10 anni fa lo ha voluto proclamare santo”. Il cardinale, conclusa la liturgia solenne, accompagnato da numerosi fedeli, si è recato quindi sulla tomba di Giovanni Paolo II per un ulteriore momento di preghiera e per omaggiare il Santo con un mazzo di rose bianche.
L’anniversario della canonizzazione di Karol Wojtyła è stato ricordato solennemente anche in Polonia. A Cracovia al santuario dedicato a Giovanni Paolo II l’arcivescovo Marek Jędraszewski ha sottolineato che “la Chiesa annoverando il pontefice tra i santi ci ha indicato di pregare per la sua intercessione per la salvezza del mondo, per la pace, e per la speranza”. Alla vigilia dell’anniversario della canonizzazione, in molti santuari in tutta la Polonia, si sono svolte delle veglie di preghiera e dei momenti di riflessione comunitaria.
In Polonia, infatti, il culto di Giovanni Paolo II e la sua memoria sono particolari. Secondo i dati recenti le reliquie di primo grado del pontefice si venerano in oltre 100 tra chiese e cappelle in tutto il territorio nazionale. Inoltre i fedeli devoti del Papa polacco hanno dato vita, in quasi vent’anni dalla sua scomparsa, a numerose comunità a lui dedicate e che in conformità al suo magistero intraprendono delle opere di vario tipo.
Non solo. In molte città e paesi in Polonia, al papa polacco sono state intitolate quasi 700 strade, circa 250 piazze e oltre 50 parchi pubblici. Impossibile poi elencare i tanti monumenti dedicati a Karol Wojtyła nel Paese anche se, secondo gli ultimi dati, le sculture che lo raffigurano collocate nei luoghi pubblici sarebbero più di 800.
Infine, a Giovanni Paolo II sono stati dedicati vari santuari, una quarantina di parrocchie, nonché parecchie fondazioni ed istituti come la Fondazione Opera del Tertio Millennio, l’omonimo Istituto, il Centro del Pensiero di Giovanni Paolo II e l’Istituto del Dialogo Interculturale.
Da studioso quale era, anche tra gli atenei universitari ce ne sono alcuni che portano il nome di Karol Wojtyła. Il più conosciuto è l’Università Cattolica di Lublino dove Karol Wojtyła insegnò dal 1958 al 1978. A Giovanni Paolo II sono state dedicate anche l’Accademia Teologica di Cracovia e quella di Varsavia circa un migliaio di scuole polacche di vario ordine e grado.

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