Con la speranza nel cuore

Alla fine dell’anno possiamo trovare mille motivi per ringraziare il Signore e portare ovunque la gioia. Pensiamo all’esistenza che ci è stata donata da Dio nella gratuità e ringraziamo il Signore per questo grande dono. Consideriamo per un attimo tutte quelle persone che abbiamo incontrato durante l’anno, con cui abbiamo stabilito delle relazioni. Riviviamo quell’amore dato e ricevuto, la cura che abbiamo sperimentato o donato e chiediamoci: come sarebbe stata la vita di ciascuno se non fossimo mai nati? Facciamo memoria ancora di tutti i momenti in cui abbiamo riallacciato durante l’anno delle relazioni interrotte da diverso tempo e che in questi mesi hanno ripreso vita. Ringraziamo il Signore per tutte le volte in cui ci ha fatto sperimentare la fedeltà ricevuta e donata

(Foto ANSA/SIR)

È trascorso un anno e il 2023 è ormai terminato e, volendo fare un bilancio, possiamo guardare indietro, per individuare le luci e le ombre che hanno caratterizzato il percorso.
Se facciamo attenzione, ci rendiamo conto che il nostro sguardo è più propenso a scorgere in questo anno il negativo e anche a tenere vivo nella memoria soprattutto ciò che ci ha arrecato sofferenza. Lo smarrimento in questo tempo sembra aver toccato la vita di ciascuno, soprattutto perché constatiamo che i motivi reali non mancano ma, se ci fermiamo solo a questo, possiamo entrare in confusione. Basta pensare alle guerre, all’insicurezza nel lavoro, nell’amore, nelle amicizie, ai conflitti tra individui, alla mancanza di rispetto e della custodia del bene comune, alle incomprensioni, alle paure, ecc. Sembra che il mondo sia sulle spalle di ogni singolo individuo, anche perché ognuno si convince giorno per giorno che tutto parte da sé e che tutto finisce con sé.

Spesso rimaniamo agganciati alla sofferenza, anche perché non sempre elaboriamo la perdita di qualcuno o di qualcosa. Quando ciò accade, non riusciamo a scorgere il bene, le luci, la gioia che attraversano il nostro cammino. Spesso interpretiamo ogni evento a partire dal nostro punto di vista e non lasciamo spazio alla fede, a Gesù Cristo che con il Vangelo ci permette di valutare ogni situazione da una prospettiva completamente diversa, per vivere da persone in relazione che diffondono speranza.

Se siamo consapevoli che l’esistenza non si può identificare solo con il dolore, vogliamo alla fine dell’anno far memoria dei momenti in cui invece abbiamo sperimentato che la vita può rinascere sempre in noi, negli altri e intorno a noi?
Ogni attimo vissuto con fede alla presenza di Dio, anche nella sofferenza, consente al Signore di liberarci dal groviglio dei nodi che ci avvinghiano e che non ci permettono di volare alto. Quando questo avviene, il Signore ci aiuta a gioire, liberando la vita dentro di noi, per poterla donare a Dio e ad ogni persona che incontriamo.
È urgente soprattutto in questo tempo di disorientamento svegliarci dal torpore, senza che la nostra vita venga tallonata dal bisogno esasperato della ricerca dell’apparenza, del protagonismo, dell’individualismo, del benessere a tutti i costi, dal giovanilismo. Tante energie, a volte, vengono sciupate per poco, mentre Cristo e il Vangelo ci permettono di ritrovare le coordinate della nostra vita che ci fanno ritrovare l’amore da diffondere nell’umanità.

Alla fine dell’anno possiamo trovare mille motivi per ringraziare il Signore e portare ovunque la gioia. Pensiamo all’esistenza che ci è stata donata da Dio nella gratuità e ringraziamo il Signore per questo grande dono. Consideriamo per un attimo tutte quelle persone che abbiamo incontrato durante l’anno, con cui abbiamo stabilito delle relazioni. Riviviamo quell’amore dato e ricevuto, la cura che abbiamo sperimentato o donato e chiediamoci: come sarebbe stata la vita di ciascuno se non fossimo mai nati?

Facciamo memoria ancora di tutti i momenti in cui abbiamo riallacciato durante l’anno delle relazioni interrotte da diverso tempo e che in questi mesi hanno ripreso vita. Ringraziamo il Signore per tutte le volte in cui ci ha fatto sperimentare la fedeltà ricevuta e donata.
Chiamiamo per nome i sentimenti che abbiamo provato contemplando i volti delle persone, di coloro che si amano, dei poveri, dei bambini. Diamo spazio alla tenerezza che ci attraversa e che rende il cuore di carne.
Tuffiamoci nel ricordo contemplativo di un’esperienza di un tramonto sul mare o in montagna, della bellezza di un prato verde spennellato dai colori dei diversi fiorellini e godiamo del silenzio che è l’eco della presenza di Dio.
Rivisitiamo alla fine un’esperienza profonda di fede vissuta in quest’anno dove, condotti da Gesù, abbiamo toccato con mano la presenza di Dio e sperimentato, attraverso lo Spirito, l’amore senza fine e… ci siamo lasciati amare!

Lungo il cammino abbiamo incontrato anche Maria, la Madre di Gesù, Figlio di Dio, che con la sua vicinanza materna ci ha esortati in punta di piedi a fare ogni giorno ciò che Gesù ci dirà, perché da questo dipenderà la giustizia, la pace e la gioia nel cuore e nel mondo.

Fermiamoci qualche istante e preghiamo. Chiediamoci: per quale motivo voglio ringraziare il Signore alla fine dell’anno trascorso e con quali sentimenti voglio iniziare il nuovo? Quali impegni concreti voglio assumere?
Buon anno 2024.

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