Notizie “da prima” e l’unica trama

C’è sempre stata, la Chiesa, in tutte le periferie del mondo. In Italia, certo, per collaborare a un sistema integrato e diffuso di accoglienza. Ma la Chiesa italiana è presente oggi anche in Africa, in America Latina, in Asia, in Medio Oriente e in altre zone dell’Europa con interventi mirati allo sviluppo dei popoli. Per renderli davvero, dove e quando possibile, “liberi di restare”

(Foto ANSA/SIR)

La notizia c’è. Ed è buona, in effetti: da duemila anni o giù di lì, accanto ai migranti, la Chiesa c’è. La trovi del resto soprattutto nelle situazioni di maggiore vulnerabilità e debolezza. E quindi c’è accanto a chi cerca asilo e un domani lontano da guerre e ingiustizie.
La trovi vicina a chi scappa da sete e fame e per disperazione arriva a mettere a rischio la sua stessa vita o quella dei figli che porta con sé. Sostiene chi cerca di salvare quelle vite in mare. C’è sempre stata, la Chiesa, in tutte le periferie del mondo. In Italia, certo, per collaborare a un sistema integrato e diffuso di accoglienza. Ma la Chiesa italiana è presente oggi anche in Africa, in America Latina, in Asia, in Medio Oriente e in altre zone dell’Europa con interventi mirati allo sviluppo dei popoli. Per renderli davvero, dove e quando possibile, “liberi di restare”.
Notizie – queste sì – che su “Avvenire” trovano spesso la prima pagina. Anche per dare giusta cittadinanza mediatica a chi la vede quasi sempre negata.
Scegliendo in ogni caso e senza esitazione di stare a fianco dei poveri e degli indifesi e cioè degli “ultimi”. Il magistero di Francesco è inequivocabile in tal senso. Ma i nostri lettori – e non solo loro – lo sanno. E sanno pure che questa è l’unica trama, in senso letterale, che unisce i vescovi italiani: carità nella verità. Altro sono le inchieste giudiziarie e i processi di cui ci siamo occupati e ci occuperemo. Il resto è chiacchiera.

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