La tentazione era troppo forte per non caderci: parlare del tempo! Fino a qualche anno fa era prerogativa dei britannici, forse abituati prima di noi a fare i conti con le bizze di un clima incostante. Ma del resto anche i nostri vecchi ricordavano volentieri che “il tempo ze rimasto da sposare…” (cosa, peraltro, oggi tutta da verificare se i celibi siamo effettivamente più liberi di fare ciò che vogliono rispetto ai coniugati). Fatto è che siamo nel cuore dell’estate e, pensate un po’, fa caldo! Sia chiaro, non sono un negazionista del mutamento climatico, ma l’ossessione dei media per la colonnina di mercurio fa venire ancor più caldo di quello che già stiamo patendo. Del resto tv e giornali oggi funzionano come Sanremo: se non c’è il tormentone del momento non stanno bene. I toni si fanno dunque enfatici, epici, addirittura apocalittici. “La più calda estate di sempre”, “clamorosa ondata di calore”, “caldo africano con venature tropicali”, annunciano compiaciuti presentatori di vacui programmi televisivi e occhielli di giornali evidentemente con troppe pagine da riempire in una stagione, quella estiva, comprensibilmente sonnacchiosa. Che poi il caldo in realtà quest’anno è anche arrivato tardi, tanto che siamo rapidamente passati dalle lamentele per un giugno troppo freddo a quelle per un luglio troppo afoso. Mai contenti, direbbe qualcuno. Prima ci hanno annunciato l’arrivo imminente del Niño (salvo poi rendersi conto che gli effetti del riscaldamento periodico delle acque del Pacifico farà sentire i suoi effetti su di noi soltanto in autunno inoltrato); poi è arrivato dall’Algeria Scipione e infine è tornato il buon vecchio e infernale Caronte. Nomi scelti evidentemente per impressionare e che, senza spaventare, dovrebbero, però, almeno richiamare tutti ad alcune attenzioni in più nel nostro stile quotidiano di vita: idratarsi maggiormente, evitare di uscire nelle ore più calde, non sottoporsi a sforzi fisici eccessivi, ritarare con il proprio medico l’eventuale utilizzo di farmaci pressori… I decaloghi delle buone pratiche per evitare i possibili rischi della stagione calda si moltiplicano, soprattutto per gli anziani e per i bambini. Eppure continuiamo a vedere nonnine che spingono il carrellino della spesa, qualche giovane mamma con il passeggino o qualche cinquantenne fare jogging sulla strada insieme allo sceriffo Kane nel duello finale di Mezzogiorno di fuoco. E per favore, non portate i cani a spasso sull’asfalto rovente alle tre del pomeriggio: è puro sadismo! Insomma anche quest’anno l’estate ci obbliga, a patto di avere un minimo di buon senso, a rallentare un pochino i nostri normali ritmi di vita. Certo l’acuirsi per intensità e frequenza di alcuni eventi metereologici estremi dà di che pensare. Le grandinate di queste ultime settimane hanno causato danni ingenti alle auto, alle case e, in particolare al lavoro degli agricoltori. Appena il cielo si annuvola, si vedono in queste sere estive le pensiline dei distributori prese d’assalto da automobilisti spaventati. La tradizione cattolica riteneva di poter allontanare tali flagelli con il canto delle litanie nelle rogazioni (“a fulgore et tempestate, libera nos Domine!”, si canta ancora in alcune parrocchie) e con il suono delle campane. Oggi vi è chi richiama ad un necessario cambio di rotta immediato e radicale nel rapporto con l’ambiente, chi si lascia accarezzare da teorie complottiste (più rassicurante trovare un colpevole che accettare l’imponderabile) e chi, nella migliore tradizione italica, se la prende con lo Stato: grandina, governo ladro! Il caldo, si sa, batte sempre un poco anche alla testa.
A fulgore et tempestate, libera nos Domine!
La tentazione era troppo forte per non caderci: parlare del tempo! Fino a qualche anno fa era prerogativa dei britannici, forse abituati prima di noi a fare i conti con le bizze di un clima incostante. Ma del resto anche i nostri vecchi ricordavano volentieri che “il tempo ze rimasto da sposare…” (cosa, peraltro, oggi tutta da verificare se i celibi siamo effettivamente più liberi di fare ciò che vogliono rispetto ai coniugati). Fatto è che siamo nel cuore dell’estate e, pensate un po’, fa caldo! Sia chiaro, non sono un negazionista del mutamento climatico, ma l’ossessione dei media per la colonnina di mercurio fa venire ancor più caldo di quello che già stiamo patendo. Del resto tv e giornali oggi funzionano come Sanremo: se non c’è il tormentone del momento non stanno bene. I toni si fanno dunque enfatici, epici, addirittura apocalittici