Ebraismo e cristianesimo a scuola. Diaco: “Il progetto Cei-Ucei ci aiuta a crescere in conoscenza, fiducia e stima reciproca e ci incoraggia a lavorare insieme”

L’iniziativa, che sarà presentata a Ferrara il 15 e il 16 marzo, ha visto la redazione di 16 schede sull’ebraismo destinate alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, predisposte da un gruppo misto di redattori ebrei e cattolici

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Si terrà a Ferrara il 15 e il 16 marzo l’evento “Ebraismo e Cristianesimo a scuola. 16 schede per conoscerci meglio”, promosso congiuntamente dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) e dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei). Al centro dell’appuntamento, che si svolgerà presso il Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah-Meis, ci sarà la presentazione di alcune schede sull’ebraismo destinate alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica (Irc) nelle scuole, predisposte da un gruppo misto di redattori ebrei e cattolici. L’evento di Ferrara è articolato in due momenti. Nel pomeriggio del 15 marzo è previsto il momento istituzionale, con gli interventi delle autorità locali e dei rappresentanti della Cei e dell’Ucei. Seguiranno la consegna delle schede agli editori e la visita delle mostre permanenti del Meis. La sessione del 16 marzo, invece, ospiterà alcuni laboratori didattici rivolti agli insegnanti dei diversi ordini di scuola su temi quali la storia dell’ebraismo italiano, “Gesù ebreo”, aspetti inerenti la terminologia e il linguaggio. Con la presentazione delle schede giunge a compimento un progetto avviato più di tre anni fa e condotto, per la Segreteria generale della Cei, dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi), dall’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università (Unesu) e dal Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica (Irc). Alla due giorni di Ferrara parteciperanno, tra gli altri, mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, Noemi Di Segni, presidente dell’Ucei, rav Alfonso Arbib, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, don Giuliano Savina, direttore dell’Unedi, ed Ernesto Diaco, direttore dell’Unesu e responsabile dell’Irc, a cui abbiamo posto qualche domanda.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Come nasce il progetto di collaborazione Cei-Ucei?

Il progetto nasce più di tre anni fa all’interno del Tavolo ebraico-cristiano costituito presso la Cei. In quella sede si decise di scegliere il mondo della scuola e dell’educazione come ambito per sviluppare iniziative di dialogo e di collaborazione. In particolare, nel 2019 venne promosso il seminario “Ebraismo e cristianesimo a scuola” e prese forma l’idea di elaborare alcune schede per la redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica. L’obiettivo è quello di fornire a quanti pubblicano libri di testo o che preparano materiali didattici per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole la possibilità di attingere a delle fonti autorevoli per i contenuti relativi all’ebraismo. Questo al fine di evitare delle imprecisioni e omissioni. È interesse comune dare un’informazione corretta ed esaustiva sulla tradizione ebraica. Tramite l’Irc, vogliamo fare la nostra parte per superare tanti luoghi comuni e pregiudizi, e contrastare quelle visioni distorte, parziali ed erronee sull’ebraismo che ancora oggi alimentano fenomeni di antisemitismo, di discriminazione e di violenza.

Desideriamo che nell’ora di religione a scuola si studi l’ebraismo e se ne parli nella maniera più corretta e ampia.

A volte, infatti, se ne parla soltanto relativamente al passato biblico o in occasione della Giornata della Memoria, un’occasione quanto mai importante ma che certo non basta. Dobbiamo allargare la nostra visuale all’oggi, ai diversi aspetti della vita e della cultura a cui la tradizione ebraica continua a offrire un contributo prezioso.

(Foto: Cei-Ucei)

Chi ha redatto le schede che presenterete a Ferrara e di cosa trattano?

Le schede sono state redatte da un gruppo di esperti individuati sia dall’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) sia dalla Cei.

Ogni scheda, quindi, è frutto dell’incontro e del lavoro di esperti sia ebrei sia cattolici.

Le schede sono sedici e riguardano tre aree. La prima area presenta “I concetti fondamentali” dell’ebraismo, quali: La Bibbia ebraica, La Torah scritta e la Torah orale, Il Nome di Dio, L’Elezione di Israele, Giustizia e misericordia, Precetti e valori. La seconda area concerne “La vita della comunità ebraica”: in essa vengono approfonditi il Calendario ebraico e il ciclo delle feste, il ciclo della vita, Sacerdoti, rabbini e… preti, la donna nella cultura ebraica. La terza area è dedicata a “La storia dell’ebraismo”, con le seguenti schede: Il popolo d’Israele e la terra d’Israele, Gesù/Yeshua ebreo, Paolo/Shaul ebreo, Cenni di storia degli Ebrei italiani, Il dialogo ebraico-cristiano dal Concilio Vaticano II ad oggi, Descrizione del significato corretto di alcuni termini.

Con queste schede il lavoro è concluso?

Direi piuttosto che, con queste schede, abbiamo solo iniziato. C’è ancora molto che si può fare insieme. Ad esempio, in futuro si potranno aggiungere altre schede o prevedere sviluppi, specialmente nella formazione degli insegnanti. Oltre agli strumenti, infatti, sono molto importanti gli incontri e i laboratori didattici, come a Ferrara, dove, oltre ai docenti di Irc, saranno presenti anche alcuni insegnanti delle scuole ebraiche. Se mercoledì 15 marzo si terrà il momento istituzionale, con la presentazione delle schede e gli interventi delle autorità, il giorno seguente metteremo le schede nelle mani degli insegnanti e proveremo a sperimentare con loro delle attività didattiche. Ciò avverrà soprattutto grazie alla collaborazione con il Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah-Meis: a guidare i docenti, quindi, saranno sia formatori cattolici sia formatori della comunità ebraica.

Perché questo progetto è importante?

Ci ha dato l’occasione di collaborare insieme crescendo nella conoscenza e nella fiducia e stima reciproca, grazie a un dialogo schietto e intellettualmente onesto, nel rispetto delle differenze e nella conoscenza delle reciproche tradizioni.

Tutto quello che possiamo fare insieme deve essere fatto. E va fatto bene, con competenza, per il bene delle nostre comunità e della società intera. Ci auguriamo che questa collaborazione prosegua e cresca sempre più, anche perché questa esperienza è utile non solo per il mondo della scuola. Può essere generativa anche in altri settori dell’educazione e della cultura, del dialogo sociale e interreligioso, portando una ricchezza di fiducia e di speranza che incoraggia a lavorare insieme perché la giustizia e la pace abbiano sempre più spazio nella nostra vita e nel mondo di oggi.

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