Vita consacrata. Figlie di Maria Ausiliatrice, in cammino permanente di conversione all’ecologia integrale

Nei giorni di dialogo e di confronto interculturale l’Assemblea capitolare si è lasciata interpellare dal grido dei giovani, dalle urla dei poveri, dal clamore della terra depredata

(Foto Vatican Media/SIR)

Con la Delibera di “conversione all’ecologia integrale”, si è concluso nei giorni scorsi il XXIV Capitolo generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, convocate a Roma dal 18 settembre 2021.
Nei giorni di dialogo e di confronto interculturale l’Assemblea capitolare si è lasciata interpellare dal grido dei giovani, dalle urla dei poveri, dal clamore della terra depredata. Ha così deciso “di coinvolgere tutto l’Istituto in un cammino più concreto e permanente di conversione all’ecologia integrale, assumendo in rete i sette obiettivi della Laudato si’, nello stile del sistema preventivo”. La Delibera è frutto dell’ascolto profondo e della lettura sapienziale che ciascuna capitolare ha fatto del proprio contesto socioculturale, dove incarna la bellezza della consacrazione religiosa e la missione educativa a favore dei giovani.
L’ecologia integrale è stato uno dei nuclei portanti che hanno intessuto la trama del documento finale, elaborato da tutte le capitolari seguendo, in linea di massima, la metodologia del “flipped learning”. La variante al metodo è stata quella di considerare le Commissioni, in cui erano divise le 172 capitolari, in gruppi esperienziali che rielaboravano la traccia del documento a partire dalla vita di cui ciascuna era portavoce e protagonista. In tal modo, la Commissione interculturale di redazione riconsegnava la “vita” rivisitata e illuminata dal brano evangelico delle nozze di Cana, brano che ha illuminato i lavori capitolari. L’elemento collante del documento è la “presenza” della Madre di Gesù, cuore che vede e prepara la via al miracolo. L’asse portante del testo sono due frasi chiave: “parola della Parola” che regge la narrazione dell’esperienza illuminata dalla Parola di Dio; “passare dalla parola ai fatti” che dà la spinta a incarnare lo slancio vocazionale, a considerare la propria adesione al Signore come risposta d’amore, a sperimentare il “noi” della vita comunitaria nel clima della sinodalità, proiettata nel servizio apostolico, in particolare alle varie forme di povertà.Le capitolari hanno accolto lo stile di Dio quale presenza dinamica e creativa. Presenza di tenerezza e misericordia che interpella ad “esserci” nel cuore della contemporaneità, di riappropriarsi della profezia della presenza educativa, assunta da don Bosco e madre Mazzarello, e consegnata all’Istituto con il carisma salesiano. Presenza, infine, che si traduce in solida formazione continua, sinodalità missionaria anche in rete con la Famiglia salesiana, le istituzioni ed agenzie educative nazionali e internazionali, interculturali, interreligiose, intercongregazionali per dare risposte educative nell’ottica dell’ecologia integrale.
Il Capitolo si è aperto con un “sogno” della superiora generale emerita, Madre Yvonne Reungoat, cioè l’impegno di costruire ed abitare una grande casa mondiale con tanti corridoi. All’interno di essa vige una libera circolazione guidata dalle coordinate del carisma salesiano espresse anche dal sistema preventivo.
Questo augurio è stato poi rilanciato, come auspicio dalla nuova superiora generale, madre Chiara Cazzuola. A conclusione dell’assise ha detto, con finezza e dignità femminile: “Il Capitolo non termina oggi, ma continua, è l’ora di scendere da Cana a Cafarnao, non da sole, per condividere la vita e la missione insieme alle/ai giovani ed ai laici, per lasciare respirare Dio nella nostra esistenza ed affrontare con coraggio le sfide che incontreremo. Ci affidiamo a Maria perché ci aiuti ad essere donne che sanno portare il vino nuovo della speranza”. Sarà questa la profezia nel “qui” ed “ora” delle Figlie di Maria Ausiliatrice sino al 2027.

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