Eitan, un bambino da amare e da proteggere

Riprenderà l’8 ottobre, davanti al Tribunale di Tel Aviv, l’udienza per decidere il futuro di Eitan, 6 anni, unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone nella quale ha perso i genitori, il fratellino di 2 anni e i bisnonni. Sino a quella data il bambino sarà affidato a periodi alterni alla zia paterna Aya Biran, che per tre mesi l’ha ospitato nella sua casa di Travacò Siccomario, e alla famiglia del nonno materno Shmuel Peleg

(Foto ANSA/SIR)

Riprenderà l’8 ottobre, davanti al Tribunale di Tel Aviv, l’udienza per decidere il futuro di Eitan, 6 anni, unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone nella quale ha perso i genitori, il fratellino di 2 anni e i bisnonni. Sino a quella data il bambino sarà affidato a periodi alterni alla zia paterna Aya Biran, che per tre mesi l’ha ospitato nella sua casa di Travacò Siccomario, e alla famiglia del nonno materno Shmuel Peleg (indagato dalla Procura di Pavia per sequestro di persona aggravato, insieme all’ex moglie e nonna materna Esther, dopo aver portato il bambino in Israele lo scorso 11 settembre). Al di là di quella che sarà la decisione dei giudici, rimane una considerazione di fondo. Eitan ha subìto un trauma terribile che purtroppo gli segnerà la vita. In questo momento deve solo essere amato e protetto: se ci pensiamo, sono le attenzioni che dovrebbero accompagnare ogni bambino. Eitan merita di crescere in un ambiente che lo rassicuri e lo aiuti a superare, almeno in parte, la tragedia che ha dovuto affrontare alla sua tenera età. Nella casa degli zii paterni, a Travacò Siccomario, aveva trovato l’affetto di cui ha bisogno. Speriamo che il Tribunale tenga conto, prima di ogni altra cosa, dell’interesse del bambino.

(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)