Elezioni in Albania. Vescovi: “Il Paese può avere un futuro migliore”

Chi vende il proprio voto in cambio di denaro, ha venduto la sua dignità e quella della sua famiglia. Inoltre, chi compra il voto con i soldi approfittando della povertà degli elettori, non è degno dell’incarico per il quale chiede di essere votato. Inaccettabile è il fatto che, al pagamento di denaro, si aggiunga il giuramento sui libri sacri. È altresì inaccettabile che la votazione avvenga sotto minaccia oppure dietro la promessa di un posto di lavoro. Il lavoro è frutto della meritocrazia e non del partitismo o della militanza politica. Come Vescovi inoltre riteniamo che non sia opportuno votare canditati con un passato poco chiaro. L’integrità morale deve essere una conditio sine qua non perché l’elettore possa scegliere con libertà e serenità. Ci auguriamo che il 25 aprile ognuno eserciti il diritto e il dovere del voto avendo presente il bene comune, che è anche lo scopo di ogni attività politica

(Foto ANSA/SIR)

Il voto per l’elezione dei rappresentanti al Parlamento rappresenta una possibilità concreta per esprimere la nostra partecipazione alla vita democratica del Paese. La sfida di ogni processo elettivo è garantire elezioni oneste e trasparenti in cui siano rispettati ogni voto e ogni votante, così come anche il risultato finale. La Chiesa cattolica considera importanti le elezioni, quando esse si svolgono secondo i principi democratici e con la partecipazione di tutte le forze e degli attori politici. Come nelle passate occasioni, alla vigilia delle elezioni del 25 aprile 2021, noi Vescovi della Chiesa cattolica, per la responsabilità che abbiamo nella guida del popolo affidatoci, vogliamo rivolgerci a tutti i fedeli cattolici e agli uomini di buona volontà.

Siamo consapevoli che i nuovi eletti si troveranno ad affrontare diverse sfide. In primis, la pandemia da Covid-19 che il nostro Paese sta attraversando. Un ringraziamento lo dobbiamo a tutto il personale medico – dottori, infermieri e operatori sanitari – come anche ai familiari degli ammalati che, rischiando la vita, sono stati al loro fianco giorno e notte. D’altra parte, però, sono necessarie strategie psico-sociali efficaci per uscire vittoriosi da questa pandemia.

Sul piano politico, è urgente che la riforma della giustizia, attualmente sulla carta, divenga realtà prima possibile. L’ulteriore rafforzamento delle istituzioni e la loro efficienza costituiscono un compito primario per i nuovi eletti.
In ambito sociale, non possiamo non evidenziare la grossa ferita dei giovani e delle famiglie che abbandonano l’Albania. Serve un’attenzione particolare verso tutte le zone del Paese, da Nord a Sud, nelle aree rurali come in quelle urbane, dove spesso si registrano situazioni di estrema povertà, mancanza di infrastrutture e servizi essenziali, soprattutto strade e strutture sanitarie.
A preoccuparci poi è il livello di istruzione in molte zone del Paese e le condizioni di vita di alcune fasce della popolazione. Tante famiglie stanno ancora soffrendo le conseguenze del terremoto del 2019: una delle priorità dev’essere sicuramente la ricostruzione, che ha bisogno di procedere necessariamente a ritmi più serrati.

L’Albania può avere un futuro migliore se ci impegniamo tutti insieme, cittadini e mondo politico.

Occorre un impegno corale anche per eliminare la corruzione che, come hanno sottolineato nei giorni scorsi le istituzioni internazionali, rimane ancora una pericolosa insidia nelle istituzioni e nella nostra società in generale.
Un’altra sfida, nonostante tutti i passi fatti in avanti negli ultimi 30 anni, resta l’integrazione europea dell’Albania.
Alla vigilia delle elezioni, dunque, noi Pastori vorremmo innanzitutto invitare tutti a partecipare a questo momento di vita democratica. Secondo la Dottrina Sociale della Chiesa, si tratta di un diritto e un dovere di ogni cittadino da esercitare secondo le leggi vigenti e in piena libertà. Perciò, recarsi alle urne è un dovere morale a prescindere dalla preferenza che ognuno esprimerà.
In secondo luogo, come abbiamo avuto modo di ribadire anche nelle precedenti dichiarazioni, il fenomeno della compravendita del voto è una grossa piaga che necessariamente deve essere sradicata. Chi vende il proprio voto in cambio di denaro, ha venduto la sua dignità e quella della sua famiglia. Inoltre, chi compra il voto con i soldi approfittando della povertà degli elettori, non è degno dell’incarico per il quale chiede di essere votato.

Inaccettabile è poi il fatto che, al pagamento di denaro, si aggiunga il giuramento sui libri sacri. È altresì inaccettabile che la votazione avvenga sotto minaccia oppure dietro la promessa di un posto di lavoro. Il lavoro è frutto della meritocrazia e non del partitismo o della militanza politica.

Come Vescovi inoltre riteniamo che non sia opportuno votare canditati con un passato poco chiaro. L’integrità morale deve essere una conditio sine qua non perché l’elettore possa scegliere con libertà e serenità.
Ci auguriamo che il 25 aprile ognuno eserciti il diritto e il dovere del voto avendo presente il bene comune, che è anche lo scopo di ogni attività politica. Allo stesso tempo, preghiamo Dio che, per l’intercessione della Madre del Buon Consiglio, aiuti gli albanesi in questo momento fondamentale per la vita del Paese.

Altri articoli in Chiesa

Chiesa