Ora si proceda…

Con i rasserenanti 321 voti alla Camera e i più preoccupanti 156 al Senato Giuseppe Conte anche questa volta è riuscito a respingere l’attacco di un avversario interno, il secondo Matteo che gli aveva “confezionato” il suo secondo governo, dopo il primo Matteo con il quale aveva costruito la sua prima esperienza a palazzo Chigi. Bisogna dire che il premier ha avuto un grande ardire, sia nella prima che nella seconda occasione, a presentarsi direttamente in Parlamento, sapendo di rischiare, e in questa occasione di più, specialmente al Senato.

(Foto ANSA/SIR)

Con i rasserenanti 321 voti alla Camera e i più preoccupanti 156 al Senato Giuseppe Conte anche questa volta è riuscito a respingere l’attacco di un avversario interno, il secondo Matteo che gli aveva “confezionato” il suo secondo governo, dopo il primo Matteo con il quale aveva costruito la sua prima esperienza a palazzo Chigi. Bisogna dire che il premier ha avuto un grande ardire, sia nella prima che nella seconda occasione, a presentarsi direttamente in Parlamento, sapendo di rischiare, e in questa occasione di più, specialmente al Senato. E si può dire che il suo “azzardo” è stato premiato. Vogliamo anche pensare – come trapela dai suoi interventi in aula – che non si sia trattato di un puntiglio personale, ma della consapevolezza – del resto condivisa da molti – che una crisi di governo, in questa situazione emergenziale sarebbe stata e sarebbe catastrofica. Ma c’è in lui anche la chiara consapevolezza – pure questa condivisa da molti, sia politici che commentatori che comuni cittadini – che un governo fragile come quello attuale, che è riuscito a “salvarsi” a malapena, non potrà reggere il grande impegno legato alla pandemia attuale e alla ricostruzione. Sono tutti convinti, a cominciare dal segretario del Pd Zingaretti, che l’ha ribadito subito dopo l’agognato e risicato “successo” in Senato, che, dopo aver evitato “un salto nel buio”, ci si debba ora occupare seriamente dei problemi del paese, di tutti gli italiani, e, per poterlo fare adeguatamente, si debba costruire una vera e organica prospettiva politica. Sembra di capire che, se entro qualche settimana non si troverà una maggioranza più consistente di questa provvisoria, il premier – e soprattutto il presidente Mattarella – dovrà tirare le conclusioni. Non è totalmente da escludere, a questo punto – nonostante un più o meno malcelato ostracismo reciproco tra Conte e Renzi – che Italia Viva (che ha mantenuto in ambedue le aule parlamentari la non scontata e comunque significativa promessa dell’astensione) possa rientrare in maggioranza, pur avendo perso il suo leader molta della già fragile credibilità. Del resto, le insistenze di Renzi sono servite a migliorare il Recovery Plan e Conte ha ceduto ora anche sulla delega ai Servizi segreti. In ogni caso, c’è bisogno di un numero più consistente di “costruttori” per ricostruire davvero il presente e ancor di più il futuro della nazione, prostrata dalle vicende socio-sanitarie e da vari mesi anche dalle tensioni politiche. Anche e soprattutto in politica non serve alimentare rancori personali o di parte, né arroganza, né arroccamenti, come non serve “disseminare mine nella maggioranza”. Serve certamente discutere e contestare nei tavoli e nei momenti opportuni; dialogare con tutte le forze, anche con le opposizioni, coinvolgere tutte le parti sociali… Tutto ciò che ha ribadito e promesso il premier nel suo duplice discorso, lunedì e martedì. Si tratta ora, dunque, di mantenere, anzi di rinnovare questa linea, sempre confidando anche nella saggezza di Mattarella.

(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)