Al cuore delle Feste

Da santa Klaus (san Nicola, 6 dicembre) a santa Lucia (13 dicembre) - quest’anno ambedue di domenica, quasi a conformarsi umilmente allo scadenzario ufficiale delle domeniche d’Avvento - al Natale (con il popolare e un po’ fuorviante “Babbo Natale”) e all’Epifania (con lo storpiato titolo di “Befana”) - compresi i famosi 15 giorni di “vacanze” - è tutta una serie di circostanze che la tradizione ha ormai consacrato in forma e misura diversa, o in luoghi diversi, da una parte a rendere lieti i bimbi con doni d’ogni genere e dall’altra a festeggiamenti d’eccezione un po’ per tutti, fatto centro evidentemente il Natale, che per noi cristiani ricorda l’evento fondante della nascita di Gesù ma che anche per tanti altri, o tutti gli altri, rappresenta un evento significativo, per la storia, per la tradizione e ...anche per l’economia del mondo non solo occidentale.

foto SIR/Marco Calvarese

Da santa Klaus (san Nicola, 6 dicembre) a santa Lucia (13 dicembre) – quest’anno ambedue di domenica, quasi a conformarsi umilmente allo scadenzario ufficiale delle domeniche d’Avvento – al Natale (con il popolare e un po’ fuorviante “Babbo Natale”) e all’Epifania (con lo storpiato titolo di “Befana”) – compresi i famosi 15 giorni di “vacanze” – è tutta una serie di circostanze che la tradizione ha ormai consacrato in forma e misura diversa, o in luoghi diversi, da una parte a rendere lieti i bimbi con doni d’ogni genere e dall’altra a festeggiamenti d’eccezione un po’ per tutti, fatto centro evidentemente il Natale, che per noi cristiani ricorda l’evento fondante della nascita di Gesù ma che anche per tanti altri, o tutti gli altri, rappresenta un evento significativo, per la storia, per la tradizione e …anche per l’economia del mondo non solo occidentale. Comprensibile dunque tutto il fervore nel discutere sulle modalità con cui gestirlo quest’anno nelle sue varie dimensioni e implicazioni: dai regali “consumistici” alle “settimane bianche”, alla campagna di acquisti vari e perfino alla “messa di mezzanotte”. Posta in questione quest’ultima addirittura dall’Europa, per via del rischio di assembramenti. In realtà, è vero che alle messe “di mezzanotte” si è registrato ancora, fino all’anno scorso, il pienone nelle nostre chiese, ma è altrettanto evidente che, da quando sono entrate in vigore precise norme per le celebrazioni liturgiche, celebranti e fedeli vi si sono attenuti scrupolosamente, per cui non c’è da dubitare che altrettanto faranno nella circostanza specialissima del Natale, anche nella “messa della notte” (questo il nome preciso della rubrica liturgica), che quindi si può celebrare benissimo anche nelle ore precedenti la mezzanotte, senza alcuna inutile polemica, come già precisato dai vescovi. Intanto è importante, importantissimo direi, anche il tempo di preparazione. E l’atteggiamento interiore con cui viene portata avanti. Anche l’atteggiamento esteriore ha il suo peso e il suo valore. Si direbbe che, a partire dalle luminarie sfolgoranti in tante città (a Chioggia, in particolare), si è iniziato fin troppo in anticipo (un mese prima dell’inizio dell’Avvento!): era per anticipare l’atmosfera che poi si è arricchita di tanti altri elementi e, per quanto hanno potuto o potranno, anche i negozi, grandi e piccoli, aperti o semiaperti, cercano di incrementare. Bisogna riconoscere, tuttavia, che quest’anno l’incombere della pandemia ci costringe a relativizzare di più, per quanto possibile, gli aspetti esteriori e ad andare al cuore della festa cristiana, vivendone maggiormente – si spera – l’aspetto interiore e spirituale. Sappiamo tutti che questo Natale 2020 (compresa l’Epifania 2021) dovremo viverlo più sobriamente: i ripetuti richiami delle autorità e degli esperti non possono essere sottovalutati. Diamo una prova di corresponsabilità, ancora e proprio in questa circostanza, limitando all’essenziale anche i legami affettivi, oltre che i regali (non saranno pochi, immagino, addirittura a rinunciarvi sia nel dare che nel ricevere, pensando ad altro più importante). E anche le tappe che ci avvicinano alla grande festa – le ricorrenze o le domeniche – valgano, oltre che a confezionare semplici segni evocativi (presepe, albero, addobbi), soprattutto a preparare il cuore per quel “cuore delle Feste”.

(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)