Il Risorto è con noi, sulle strade del mondo!

Mentre oggi sperimentiamo la precarietà della vita, ci sembra che tutto crolli e che non ci sia nulla di sicuro. Vivendo l’esperienza di impotenza, fatichiamo a rimanere nell’incertezza, noi che siamo ormai consolidati a vivere con i percorsi ben delineati dagli algoritmi. Ma anche in questi tempi di confusione e di smarrimento, la Parola del Signore ci invita a non temere: ci apre percorsi che consentono di vivere sotto il suo sguardo la ferialità della vita, nonostante le incertezze e il buio

In questo tempo anche noi, come i discepoli, constatando che Gesù è stato crocifisso, sembra che stiamo fuggendo dalla realtà, vagando nell’ignoto e perdendo il senso della nostra esistenza. Non ci stiamo accorgendo che la pietra è stata divelta e che dal buio del sepolcro vuoto la vita è ormai liberata per sempre.
Tutto sembra, in questo tempo, rimandare alla morte e anche noi cristiani rischiamo di non sapere accogliere l’annuncio di vita che Gesù risorto affida ogni giorno a ciascuno di noi: “Va’ dai miei fratelli e di’ loro: salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Gv 20,17).
Possiamo dire concretamente con Maria di Magdala: “Ho visto il Signore” (Gv 20.18) o ci stiamo allontanando da Gerusalemme delusi, smarriti e stanchi come i discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35)? Dove stiamo andando? Quale meta vogliamo raggiungere? Crediamo che Gesù Cristo cammina realmente con noi sulle strade del mondo?Mentre oggi sperimentiamo la precarietà della vita, ci sembra che tutto crolli e che non ci sia nulla di sicuro. Vivendo l’esperienza di impotenza, fatichiamo a rimanere nell’incertezza, noi che siamo ormai consolidati a vivere con i percorsi ben delineati dagli algoritmi. Ci illudiamo, infatti, di essere liberi, di poter gestire ogni situazione, ma in realtà non ci accorgiamo che siamo spesso controllati e orientati nella vita secondo processi ben definiti che superano la nostra consapevolezza.
Assorbiti dal villaggio globale, non stabiliamo facilmente un sano rapporto con il tempo e con lo spazio. Spesso siamo succubi di essi, soprattutto quando la mancanza di un contatto reale con Dio, con noi stessi, con gli altri, con il creato non ci permette di delineare dei confini dove ognuno si può definire in quanto persona in relazione.
Spinti solo dagli impellenti bisogni individuali- uscire, gestire la vita senza regole, incontrare con toccata e fuga gli altri, difendere possessivamente lo spazio planetario, essere visti, riconosciuti, apprezzati…- non ci rendiamo conto che ci muoviamo, respiriamo, amiamo, soffriamo, cerchiamo, pensiamo, sentiamo, agiamo, moriamo, ecc., sempre nel grembo del Padre.
Quale novità di vita per noi oggi il dono del Figlio di Dio sulla croce che ha vinto la morte? Quali segni del Risorto stiamo riconoscendo nonostante l’imprevedibilità di questo tempo? Come avvertiamo sulla nostra carne la condivisione della natura umana da parte di Gesù Cristo che ci aiuta ad accogliere l’amore di Dio Padre?

In questi giorni siamo un po’ tutti tentati di fermarci all’esperienza del Sabato santo, dove tutto è avvolto dal silenzio, dove nulla presagisce qualcosa di nuovo, dove ogni cosa che ribalta ai nostri occhi, spesso privi di fede, ci parla della vita sospesa senza sbocco.
La Parola sembra non dirci nulla, non ci apre nuovi orizzonti, perché intellettualizzata e non incarnata. Anche per noi cristiani può rimanere lettera morta, se non accolta con fede. Se non incontriamo nella Parola Gesù Cristo risorto e non coltiviamo la relazione costante con Lui, non riusciamo a vedere l’opera di Dio incarnata nelle persone, negli eventi del quotidiano. Anche in questi tempi di confusione e di smarrimento la Parola del Signore ci invita a non temere: ci apre percorsi che consentono di vivere sotto il suo sguardo la ferialità della vita, nonostante le incertezze e il buio. Lasciandoci illuminare dalla Parola, possiamo vedere e leggere i segni della presenza del Signore vivente, presente nella storia di oggi così immersa nel mistero. Quando siamo in contatto con la radice della nostra esistenza abitata dall’amore Trinitario, avvolta dal silenzio e dall’ascolto, percepiamo la presenza di Dio che ci abita.
Mentre tutto tace,

il Risorto irrompe con la sua Parola, ci chiama per nome, ci interpella,

ci comunica l’amore del Padre, si fa prossimità, condivide il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo, si affianca agli smarriti di senso e di cuore, condivide con loro il pane e la gioia dello stare insieme e ci invia a fare altrettanto.
A tutti coloro che nella vita hanno riconosciuto il Signore risorto, chiede di vivificare la realtà in un modo nuovo. Esorta a strutturare il tempo alla presenza di Dio, a vivere il Vangelo di Gesù Cristo, per renderlo visibile nell’attimo presente, a custodire le relazioni, perché siano vissute nel rispetto, nella gratitudine, nella gratuità, nella condivisione e nella solidarietà.
Il Risorto invia ciascuno a comunicare a tutti gli uomini e le donne di oggi l’amore del Padre per l’umanità, la bellezza della vita umana tanto amata da Dio. Ci aiuta a fare un salto dalla nostra ristretta concezione di vedere Dio ad un mondo abitato da Lui. Ci chiede di vivere sulla Terra rendendola profondamente umana, prendendosi, in modo sano, cura di sé, degli altri, del creato, senza condizione come Gesù, credendo veramente che Dio, come si legge tante volte nella Scrittura, vuole che ognuno sia felice.

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