Non è una realtà scontata. Anzi. Parlare di democrazia più spesso fa bene. Anche perché, come dice padre Arturo Abascal, superiore generale dei Gesuiti, “la democrazia è stata minacciata, negli ultimi anni, dall’indebolimento della coscienza civica nelle società in cui c’è e dai pochi sforzi di promuoverla nelle altre. La proliferazione di populismi di segno diverso e i fondamentalismi rivestiti da ideologie o distorsioni religiose sono stati la causa di questo indebolimento”.
A tutto ciò si è aggiunta la pandemia che “si è convertita in molte nazioni – sempre secondo Abascal – per accelerare le tendenze autoritarie di governo e sospendere i processi democratici nella presa di decisioni.” È successo, e sta succedendo, pure in Italia, dove appunto non mancano le polemiche sui Dpcm e sull’indebolimento del Parlamento. La crisi ventilata da Italia Viva nasce anche da qui.
Lo sapevate? Nel mondo su 167 Paesi, solo 22 sono “democrazie complete”. Lo rivela il Democracy Index stilato da The Economist. In cima alla lista troviamo i Paesi scandinavi e molti Paesi europei. Se guardiamo ai numeri della popolazione mondiale, appena il 5,7% vive nei 22 Paesi democratici. Il 35,6% invece appartiene a Stati considerati autoritari, quelli in fondo alla lista, tra cui Cina, Russia, Iran, Libia, Congo e Repubblica Centrafricana: ultima la Corea del Nord, il Paese più autoritario del mondo. Non c’è da star tranquilli.
Anche l’Unione Europea ha presente il problema e vede brutti segnali al proprio interno. Il Parlamento di Bruxelles ha approvato, mercoledì 16 dicembre in plenaria, un regolamento che mira a proteggere i fondi Ue da un uso improprio da parte dei governi che non rispettano lo Stato di diritto. Per Stato di diritto cosa intende l’Europa? Intende: l’indipendenza dei sistemi giudiziari, i meccanismi anticorruzione, il pluralismo e la libertà dei media e il bilanciamento dei poteri. A rischio in alcuni Paesi dell’Unione!
Anche Biden, ormai confermato nuovo presidente degli Stati Uniti, ha sollevato fortemente il problema. “Democrazia” è uno dei pilastri della sua strategia in politica estera: il criterio in base al quale selezionare i propri partner. Ha promesso di organizzare – nel suo primo anno di mandato – un Summit delle democrazie, una Lega del mondo libero con il compito di arginare la crescente influenza internazionale delle potenze totalitarie e gettare le basi per un nuovo ordine mondiale. Niente male.
Ah, dimenticavo: l’Italia non è tra le 22 democrazie complete, ma appena sotto. C’è tanto lavoro da fare!
(*) direttore “Il Nuovo Torrazzo” (Crema)

