Domenica 2 agosto

Siamo davanti ad uno dei miracoli più conosciuti e commentanti dell’intera vita di Gesù. Un evento   riportato in tutti i Vangeli sinottici. Il brano è conosciuto come “la moltiplicazione dei pani”, tuttavia  in nessuno dei tre racconti compare il termine “moltiplicazione”. C’è un partire da quel pochissimo che si ha, cinque pani e due pesci, riuscendo però a saziare tutti. Venuta la sera, i discepoli si rivolgono a Gesù perché congedi le folle e lui risponde: “Date loro voi stessi da mangiare”. Questa risposta potrebbe indicare che nei discepoli c’è già la possibilità di compiere questo “miracolo”. Potremmo essere anche portati a pensare che sia il loro sacrificio, loro stessi, a poter diventare sostentamento per tanti seguaci di quel Cristo che radunava tanta gente. L’indicazione di Gesù “date voi stessi da mangiare” ci ricorda l’aspetto fondamentale di tutta la vita del cristiano, la carità. A ognuno di noi è chiesto di farci prossimo in maniera reale; tutta la nostra formazione, la nostra catechesi deve portare a questo, riconoscere Gesù nei più piccoli e nei sofferenti e portargli soccorso, dargli da mangiare, da bere e di che vestirsi. Dobbiamo fare molta attenzione perché la nostra formazione cristiana non sia orientata solamente alle questioni dottrinali. La carità è un dovere per tutti, non per alcuni. I discepoli mettono a disposizione quanto hanno, sinceramente molto poco, ma qui iniziano una serie di azioni che ricordano in maniera inequivocabile l’istituzione dell’Eucaristia. Gesù prende i pani, alza gli occhi al cielo, pronuncia la preghiera di benedizione, li spezza, li consegna ai discepoli, e i discepoli alle folle. Questa dinamica di una Chiesa, di un popolo di Dio che si apre, che diventa missionario, che mette a disposizione quanto ha ricevuto senza troppi calcoli, è la Chiesa che ha pensato Gesù. Se prendiamo come possibile questa opzione, anche noi oggi potremmo sentirci discepoli a cui viene chiesto di dare da mangiare alle persone e a cui viene chiesto di mettere a disposizione quel poco che possiedono. Naturalmente ciò che conta non è l’avere, quanto si ha o si ha, ma la disponibilità a ricevere. La logica del Vangelo di oggi è chiara, solo chi ha ricevuto può dare, nessuno di noi può dare agli altri ciò che non ha. Un particolare tra tutti dovrebbe farci riflettere: Gesù prima di prendere i pani e di pronunciare la benedizione chiede ai discepoli che portino a lui il loro poco per renderlo molto per tutti.  “Egli disse portatemeli qui”. Una richiesta che Gesù fa a tutti noi, senza la quale non si può realizzare il miracolo dei pani. Occorre il coraggio di consegnare la nostra povertà a lui, senza paura e senza riserve, solo così il nostro poco diventerà abbondanza d’amore per noi e per i nostri fratelli.