Il governo israeliano ha annunciato che, a partire dal 1° gennaio 2026, non rinnoverà i permessi a circa 25 organizzazioni non governative (Ong) internazionali che operano nella Striscia di Gaza. La decisione è stata motivata dalle autorità israeliane con il mancato rispetto di nuove regole di registrazione che impongono alle organizzazioni di fornire informazioni dettagliate su personale, finanziamenti e struttura operativa per prevenire presunti abusi o infiltrazioni militari. Israele ha affermato che la misura è “necessaria per impedire lo sfruttamento dei canali umanitari da parte di gruppi terroristi”.

Distribuzione acqua a Gaza
Secondo il Ministero israeliano per gli Affari della Diaspora, le Ong che non hanno soddisfatto i requisiti vedranno scadere i loro permessi e dovranno cessare le attività entro il 1° marzo 2026. Una decisione rigettata da numerose organizzazioni internazionali che avvertono che questa sospensione aggraverà la drammatica crisi umanitaria in atto a Gaza, dove l’accesso a servizi essenziali come cure mediche, cibo e acqua è ancora insufficiente. Nella lista delle ong escluse da Israele figurano, tra le altre, Medici Senza Frontiere, Norwegian Refugee Council (Consiglio Norvegese per i Rifugiati), Care International, Oxfam, ActionAid e Caritas Jerusalem.
La risposta del Patriarcato latino. Riguardo al mancato rinnovo del permesso a Caritas Jerusalem, oggi il Patriarcato latino di Gerusalemme ha diffuso una nota, firmata dal suo portavoce Farid Jubran, nella quale si rimarca che “Caritas Jerusalem è un’organizzazione umanitaria e di sviluppo che opera sotto l’egida e la governance dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa. In Israele – spiega la nota- Caritas Jerusalem è una ‘persona giuridica ecclesiastica’, il cui status e la cui missione sono stati riconosciuti dallo Stato di Israele attraverso l’Accordo Fondamentale del 1993 e il successivo Accordo di personalità giuridica del 1997, firmato tra la Santa Sede e lo Stato di Israele”. La nota chiarisce, inoltre, che
“Caritas Jerusalem non ha avviato alcuna procedura di nuova registrazione presso le autorità israeliane e che continuerà le sue operazioni umanitarie e di sviluppo a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme, in conformità con il suo mandato”.
Allo stesso modo, conclude la nota, “Caritas Internationalis (di cui Caritas Jerusalem è membro, ndr.) non implementa né conduce alcun intervento diretto all’interno del Paese”.

