Bozza di accordo Ucraina-Russia al 90%, restano da definire i nodi Donbass e Zaporizhia

C’è un cauto ottimismo dopo l’incontro a Mar-a-Lago tra il presidente Usa Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Trump parla di “progressi significativi” e di negoziati che potrebbero chiarirsi “entro poche settimane”. Restano però ancora irrisolti nodi cruciali: le questioni territoriali nel Donbass e la governance della centrale nucleare di Zaporizhia

(Foto ANSA/SIR)

C’è aria di ottimismo a Mar-a-Lago, la villa situata a Palm Beach, in Florida, dove ieri c’è stato l’incontro tra il presidente Usa Donald Trump e il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky. “Abbiamo avuto un incontro fantastico”, afferma Trump parlando ai giornalisti in conferenza stampa. “Abbiamo discusso di molte cose. Come sapete, ho avuto anche un’eccellente telefonata con il presidente Putin. È durata oltre due ore. Abbiamo discusso di molti punti. Credo che ci stiamo avvicinando molto”. Dopo l’incontro con Zelensky, Trump ha parlato anche con i leader europei, tra cui i presidenti di Francia, Finlandia e Polonia, i primi ministri di Norvegia, Italia e Regno Unito, il cancelliere tedesco, il segretario generale della NATO e il presidente della Commissione Europea. “Abbiamo fatto molti progressi “, insiste Trump che rispondendo ad una domanda, si spinge ancora più in là e dice addirittura che l’esito dei negoziati sulla fine della guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere chiaro entro poche settimane. Da parte sua Zelensky sottolinea la chiamata congiunta con i leader europei e gli altri leader NATO e UE. Ed annuncia che “i nostri team si incontreranno nelle prossime settimane per finalizzare tutte le questioni discusse”. L’incontro fra i leader europei e la delegazione ucraina potrebbe svolgersi a Washington.

I punti irrisolti. “L’Ucraina – assicura Zelensky – è pronta per la pace”, “il piano di pace è stato concordato al 90%” ma sul tavolo rimangono ancora questioni non risolte che sono invece essenziali per porre fine alla guerra. Il presidente ucraino spiega ai giornalisti i dettagli dei 20 punti di una bozza di accordo osservando che due punti rimangono irrisolti: le questioni territoriali lungo la linea di confine (Donbass) e la governance della centrale nucleare di Zaporizhia. Zelensky si è presentato da Trump ribadendo la possibilità di sottoporre a referendum il piano di pace, anche perché su questo, la Costituzione ucraina è chiara e afferma che ogni concessione territoriale deve passare attraverso il consenso popolare. Zelensky si è detto disponibile anche, in caso di accordo, alle prime elezioni dal 2019 – una richiesta di Mosca appoggiata da Trump – a patto che la sicurezza sia garantita. Oltre alla bozza di accordo di pace, Zelensky ha affermato che sul tavolo dei negoziati sono presenti anche altri documenti necessari per porre fine alla guerra. Tra questi, un quadro di garanzie di sicurezza per l’Ucraina e un documento sulla ripresa e lo sviluppo economico preparato da Ucraina e Stati Uniti – la Roadmap per la prosperità dell’Ucraina.

Ma se alla villa a Mar-a-Lago in Florida c’è aria di ottimismo, in Ucraina la guerra va avanti. Le agenzie ucraine continuano a battere notizie di bombardamenti sui civili e sulle infrastrutture energetiche che mettono in difficoltà la vita delle persone in città con continui allarmi e black-out. Ieri (28 dicembre) le truppe russe hanno colpito quattro insediamenti nella regione di Kharkiv, ferendo tre persone. Durante la notte e la mattina del 29 dicembre, le forze russe hanno diretto i droni verso il distretto di Synelnykove, colpendo le comunità di Dubovyky e Vasylkivka, nella regione di Dnipropetrovsk. Una scuola e un’abitazione privata hanno preso fuoco.

Vescovo di Kyiv mons. Kryvytskyi in visita ai soldati (Foto rkc)

Nelle Chiese si prega e si sta vicino alle persone, soprattutto a chi soffre di più. Il vescovo della diocesi di Kyiv-Zhytomyr, mons. Vitaliy Kryvytskyi SDB, ha visitato i militari al fronte durante il periodo natalizio. Ha consegnato ai soldati disegni e lettere scritte dai bambini della diocesi portando anche una parola di sostegno, una preghiera, una benedizione e “semplicemente una presenza umana, così importante soprattutto durante le festività natalizie”.

La solidarietà è concreta. Dal Vaticano, sono arrivati in Ucraina tre tir carichi di zuppe istantanee di vari gusti: più di 100.000 porzioni, destinate alle zone più colpite dai combattimenti: basta infatti solo un po’ di acqua calda per ottenere una zuppa nutriente. Ieri, nella messa domenicale, S.B. Shevchuk, capo della chiesa greco-cattolica ucraina ha lanciato l’invito a “fare una scelta, a stare dalla parte giusta della storia”, “dalla parte della vita, che il Signore Dio dona e protegge”. “Sappiamo che, molto probabilmente, tra poche ore, si terrà un incontro di presidenti dall’altra parte del globo, che discuteranno su come porre fine alla guerra in Ucraina”, ha detto. “Lasciamo che i moderni creatori della storia si schierino dalla parte giusta della storia e proteggano la vita dagli Erode dei nostri giorni”.

Il Primate ha chiesto di pregare per coloro che prendono decisioni vitali per il futuro dei popoli, affinché “lo Spirito Santo – lo Spirito del Principe della Pace – ispiri i loro cuori non a scatenare guerre, ma a fermarle”.

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