In un tempo in cui narrazioni di paura e contrapposizione sembrano prevalere, in Sicilia la diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e il Centro Culturale Islamico della città dello Stretto hanno deciso di confrontarsi sul tema del Natale. Mercoledì 17 dicembre, presso la Chiesa di Maria Santissima Annunziata dei Catalani, i rappresentanti delle due comunità si sono incontrati per un momento pubblico di scambio di auguri.
Al centro dell’evento – al quale hanno preso parte il vescovo ausiliare della diocesi, mons. Cesare Di Pietro, e l’imam Mohamed Refaat – è stato posto il presepe, segno della tradizione cristiana e, allo stesso tempo, racconto universale di umiltà, accoglienza e incontro. «È una gioia profonda per la Chiesa messinese condividere la Luce del Natale con la comunità islamica di Messina – ha detto mons. Di Pietro – nel segno di un’amicizia fraterna che va crescendo nel rispetto delle reciproche identità e che converge oggi attorno al presepe di Gesù Cristo, da cui si irradiano la pace e la fraternità universale».
«Il Centro Islamico di Messina ha accolto con gioia l’invito della diocesi, nel nome di una duratura, solida e fraterna amicizia», ha sottolineato l’imam Refaat, evidenziando che questo appuntamento «celebra, nell’occasione festosa del Natale, la convergenza delle due comunità religiose cittadine, nel segno benedetto del Messia, Gesù Cristo».

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)
Un’iniziativa, quella messinese, che ha inteso riaffermare che la grotta è «un segno dalla notevole densità simbolica e che il presepe non può essere utilizzato per dividere o contrapporre culture, ma può rappresentare un invito a riconoscere la dignità di ogni persona e a costruire ponti di fraternità, soprattutto nelle nostre città, oggi sempre più plurali», hanno spiegato i promotori.
“Messina – dice al Sir il diacono Santino Tornesi, direttore della pastorale migratoria della diocesi – è una città plurale non per definizione astratta, ma per esperienza quotidiana. Qui il pluralismo religioso e culturale non è un problema da gestire, ma una realtà da abitare, fatta di relazioni, vicinanza e responsabilità condivisa verso il bene comune».
L’iniziativa non è un fatto isolato, ma una delle tante iniziative che, da anni, vedono protagoniste la comunità cristiana e quella musulmana della città in «un cammino concreto di dialogo e conoscenza reciproca. Un dialogo che non si esprime solo nei momenti ufficiali, ma anche nella vita ordinaria della città, nelle feste dei rispettivi calendari religiosi, nei quartieri, nelle scuole, nelle relazioni quotidiane». Tornesi evidenzia che il dialogo «non nasce dalle contrapposizioni ideologiche, ma dall’ascolto e dalla conoscenza reciproca. Le nostre città dimostrano ogni giorno che la convivenza è possibile quando si sceglie di incontrarsi, non di semplificare».
Come gesto simbolico, il vescovo e l’imam hanno acceso insieme una lanterna, segno di una luce condivisa che illumina il cammino del dialogo e della pace. In un momento storico attraversato da conflitti e tensioni, le comunità cristiana e musulmana di Messina hanno voluto raccogliere l’invito di Papa Leone a essere costruttrici di una pace «disarmata e disarmante», fondata sulla giustizia, sul riconoscimento e sul rispetto reciproco, con l’auspicio che questo gesto semplice possa offrire alla città un messaggio diverso, capace di «superare stereotipi e paure e di valorizzare ciò che unisce più di ciò che divide».

