Hamas è pronto a negoziare il Piano del presidente Usa, Donald Trump, per fermare la guerra nella Striscia di Gaza. L’annuncio è arrivato alle prime ore di oggi, ma quello della fazione islamista è un ‘sì’ condizionato perché, se da un lato si è detta di essere pronta a rilasciare ‘tutti gli ostaggi israeliani’ ancora nelle sue mani, dall’altro ha chiesto ulteriori discussioni sul piano americano proponendosi anche per un ruolo futuro, escluso invece da Trump. Da negoziare le richieste di disarmo e di esilio dal territorio palestinese dopo la fine della guerra. Va detto, infatti, che Hamas in questi quasi due anni di guerra ha reclutato tanti giovani, molti dei quali hanno perso i familiari e visto le loro abitazioni distrutte. Per questi motivi potrebbero non essere disposti a deporre le armi.
“Il grande giorno” di Trump. In un videomessaggio su Truth, il presidente statunitense ha parlato di “grande giorno, un giorno speciale, forse senza precedenti”. Le autorità israeliane hanno affermato che Israele si sta preparando ad attuare la prima fase del piano. “Continueremo a lavorare in piena collaborazione con il presidente e il suo staff per terminare la guerra in conformità con i principi stabiliti da Israele che sono coerenti con la visione del presidente Trump”, afferma Tel Aviv. Trump ha poi ribadito che “Israele deve fermare immediatamente i bombardamenti su Gaza in modo da poter far uscire gli ostaggi in modo sicuro e rapido. Al momento, è molto pericoloso farlo, ma stiamo già discutendo sui dettagli che devono essere elaborati”. Soddisfazione per l’accordo è stata espressa anche dai familiari degli ostaggi.
Il testo. Il testo in 20 punti è stato annunciato il 29 settembre scorso dal presidente Trump alla Casa Bianca e approvato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Tra i punti principali, si elencano, in primis, la fine della guerra e rilascio degli ostaggi (47 di cui 25 ritenuti morti). In cambio, Israele rilascerà 250 prigionieri condannati all’ergastolo e 1.700 cittadini di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in questo contesto. La Striscia di Gaza sarà governata temporaneamente da un governo palestinese ‘tecnocratico e apolitico’, sotto la supervisione e il controllo di un nuovo organismo internazionale di transizione, il Comitato per la Pace, guidato da Trump con l’ex Primo Ministro britannico Tony Blair. Il piano prevede anche una “zona economica speciale” con tariffe preferenziali e diritti di accesso. “Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza”, si legge nel testo. “Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore”. Tra i punti, come si diceva, anche l’esclusione di Hamas dal governo di Gaza. I suoi membri che deporranno le armi e accetteranno la “coesistenza pacifica” con Israele riceveranno una “amnistia”. Secondo il piano, coloro che desiderano lasciare Gaza beneficeranno di un “diritto di passaggio protetto verso i Paesi di destinazione”. Il piano prevede anche il dispiegamento di una “forza di stabilizzazione internazionale” nella Striscia di Gaza, con il supporto degli Stati arabi. Questa forza addestrerà la polizia palestinese a Gaza e lavorerà per garantire la sicurezza con i vicini Israele ed Egitto. Nel suo piano, Trump prevede un ruolo per l’Autorità Nazionale Palestinese, che potrebbe alla fine “riprendere il controllo di Gaza in modo sicuro e protetto” senza escludere la creazione di uno Stato palestinese, nonostante la ferma opposizione di Netanyahu in seguito al recente riconoscimento della Palestina come Stato da parte di Francia, Regno Unito e altri Paesi.

